Imperfetto

Imperfetto.
L’unico tempo declinabile se si vuol dire qualcosa.
Di tuo, di intimo.
Che si veda proprio bene come sei ridotto…
Che ti renda riconoscibile, in primis a te stesso… come guardarsi allo specchio,
consapevoli che mente. Sempre.
Ma questa menzogna è tutto quello che hai.
In sé, è credibile?
E perché lo è?
Altro che masturbazione, siamo proprio ai preliminari.

Imperfetto…
Quale il tuo grado di imperfezione?
Riconoscerlo, metterlo al centro, declinarlo.
Se non è così, straccia tutto.

E se sei in grado, ricomincia.

Scusa Raimondi, ma cosa stai dicendo?
Nulla. Assolutamente nulla di pubblica utilità. Fisso solo i miei canoni.
Al netto di qualsiasi pretesa universale.
Sai che mi frega dell’universalità della fotografia?
Zero.
Senza neanche il bisogno del punto esclamativo…

Di imperfezione si vive.
Di perfezione si muore.

© Efrem Raimondi - All Rights Reserved© Efrem Raimondi - All Rights Reserved

 

 

 

 

 

 

© Efrem Raimondi - All Rights Reserved© Efrem Raimondi - All Rights Reserved

 

 

 

 

 

 

© Efrem Raimondi - All Rights Reserved© Efrem Raimondi - All Rights Reserved

 

 

 

 

 

 

                                            © Efrem Raimondi. All rights reserved.

Redazionale per AMICA mag.
Ranco – Lago Maggiore, 2002. Relais et Chateaux Il Sole di Ranco.
Styling Mirella Moretti.
Assistente fotografia Fabio Zaccaro.
Polaroid 690 SL – film Polaroid 600.

A margine.
Se proprio dovessi usare una didascalia, come fosse un tattoo, un hashtag su tutto sarebbe #fotografiaimperfetta.
Una per una, #imperfectphoto.
Che è il certificato di una relazione, il marchio di una reale esistenza.
Di lacrime e sangue. Senza alcuno sforzo.
Poi sì, c’è chi sostiene che il talento non esiste…

Condividi/Share

Playboy n 34, Laura Maggi barista

Marzo 2012 © Efrem Raimondi. All rights reserved.

Ci ho pensato prima di fare questo lavoro.
Cinque minuti. Il tempo di vedere il servizio a Le Iene, Italia 1… mi era simpatica Laura Maggi barista! Di lei non sapevo nulla: confesso la mia  distanza dall’attualità. E dal gossip. Non per pigrizia. Né per snobismo (lo pratico, ma i destinatari sono altri). È che non me ne frega niente: la mia fotografia e io siamo soggetti evidentemente inattuali, tutto qui.
Il giorno dopo ho assistito casualmente alla telefonata dell’agente di un’attrice in odore di cover (una, non importa chi), il quale chiedeva ragguagli sul fatto che Playboy – aveva saputo – si sarebbe occupato  “di quella barista di Brescia”… eh, e quindi? Nisba, la protetta non si mischia alla barista… la protetta, indignata, si sottrae.
Protetta in fuga, e con lei il mio atteggiamento da fighetta.
Così domenica 11 marzo siamo partiti tutti quanti per Bagnolo Mella, provincia di Brescia, destinazione Bar Le Cafè.
C’è in giro gente che calca la scena (calca e scalcia); che ritiene di avere il diritto di veto mediatico. Che ritiene di avere privilegi derivati  da un qualche merito: non c’è merito che giustifichi l’arroganza! L’arroganza della bellezza, l’arroganza della bravura, l’arroganza del potere, l’arroganza del privilegio, e soprattutto l’arroganza dell’intelligenza: comunque la si moduli fa schifo.
Playboy è un magazine popolare, cos’è che non va?
E io faccio il fotografo, salvo le pelliccette ritrarrei anche il Diavolo, cos’è che non va?
Laura Maggi in quel modo, alle due del pomeriggio di quella domenica sulla soglia del suo bar… difficile passare inosservati, mio malgrado: c’era mezzo paese che passava di lì. Urla, insulti, applausi e fischi.
La macchina dei Carabinieri che ogni tanto transitava.
Anche quando ci siamo rifugiati all’interno e abbiamo tirato a mezz’asta la clèr * il viavai è stato continuo. Persino un nutrito gruppo di riders rigorosamente in Harley provenienti da chissà dove.
Non so il commissario, né il sagrestano ma il rimbalzo alla Bocca di rosa di De André è stato immediato.
In quella bolgia di paese, 100% italiano, ho scattato le fotografie che vedete. Soggetto, Laura Maggi. Professione barista.

* termine lombardo a indicare la saracinesca.

© Efrem Raimondi. All rights reserved.

Credit: foto ass. Giulia Diegoli, stylist Ornella Fontana, make up and hair Leo Poli.

© Efrem Raimondi. All rights reserved© Efrem Raimondi. All rights reserved© Efrem Raimondi. All rights reserved© Efrem Raimondi. All rights reserved© Efrem Raimondi. All rights reserved

© Efrem Raimondi. All rights reserved.

Le anticipazioni di questo lavoro che sono state fatte da alcuni, tra web e stampa, con immagini prese chissà dove e relativi commentini sarcastici si fermano qui: queste sono le immagini, se si vuole questo è il soggetto del sarcasmo. Il resto sono frottole.

Fotocamera: Hasselblad H3D II-39, con 50 e 80 mm.
Flash: Profoto

Playboy-Piccinini

Francesca Piccinini, Milano, novembre 2011.

Quando sono stato convocato da Marco Basileo, nuovo direttore di Playboy, e dalla photo editor, Sara Emma Cervo, non sapevo davvero cosa aspettarmi. Il Playboy che avevo sbirciato era lontanissimo da ciò che penso debba essere una rivista.
Questo in generale. Nello specifico poi del soggetto, il corpo della donna, era proprio inavvicinabile per me: merce pura…e neanche rara a dire il vero. Le quattro ore di discussione con entrambi sono state la premessa alle immagini pubblicate nel numero 31, dicembre-gennaio 2012: soggetto, Francesca Piccinini.
Si fa in fretta a dire Playboy…si fa in fretta a bollare tutto di maschilismo. Di questi tempi si fa in fretta anche a chiederne la chiusura. Tra l’altro da un palco zeppo di donne biotte.
Quello che invece non si fa in fretta, è cambiare una rivista.
Playboy è un maschile. Che si occupa non di donne, ma dell’idea maschile della donna. Che contrariamente al luogo comune, non è monolitica: per alcuni andrà bene, ma a me non basta la vista di un paio di tette e due chiappe per armare la fotocamera.
C’è differenza tra nudo e biotto…del primo se ne occupano alcuni, del secondo chiunque. Un po’ come un indossato generoso e uno discinto nella fotografia di moda. C’è una grande differenza. Infatti il primo è fotografia, il secondo pornografia confezionata per accedere all’edicola senza veti, sotto l’ombrello di una rivistina trendy. Ne nascono una cifra di riviste intelligenti che usano una fotografia ammiccante incline alla volgarità, alla mercificazione tosta e subdola. Solo che tinteggiate di glamour sembrano essere un’altra roba. Invece è la stessa merda di sempre. Solo contemporanea.
Ne nascono di troppo intelligenti…ma ce ne fosse una, fatta da donne, che racconta il maschio sul proprio fronte. Invece siamo zeppi di maschili fatti per il maschio, dove la declinazione è semplicemente lo status.
La fotografia che intendo fare per Playboy non ha l’urgenza della figa. Con la complicità della redazione spero di poter raccontare la fascinazione. Quella almeno che sento io nei confronti dell’universo femminile, e che ha declinazioni incommensurabilmente più sfumate del solito ombelico maschile.
Per questo intendo chiedere a Marco Basileo di ritrarre per Playboy Geppi Cucciari

Credit: foto ass. Giulia Diegoli, stylist Michela Sachespi, stylist ass. Alice Pasquale,
hair e make up Giulia Lancia.

© Efrem Raimondi. All rights reserved.

Fotocamera: HASSELBLAD H3D II-39, 50 e 80 mm
Flash: Broncolor

© Efrem Raimondi. All rights reserved.

NON pubblicato…
© Efrem Raimondi. All rights reserved.