In studio non è la stessa cosa.
Ovunque non è mai la stessa cosa ma in studio di più.
Sembra un paradosso.
Anzi lo è. Perché lo spazio è dato e non muta.
Lo conosci. Conosci le luci che hai, anche quelle che eventualmente noleggi.
La luce ambiente che proviene dai finestroni è stagionale.
E rimbalza di conseguenza sulle pareti.
Quindi anche lei è un dato consolidato.
E si ripete a tal punto da non mutare mai.
Eppure in questa immutabilità dettata da un volume inalterabile, lo studio è luogo dinamico.
Ed è ciò che accade a renderlo tale: tutto uguale ma non è mai lo stesso.
Perché non è un contenitore vuoto, ci sei tu.
E lo studio, qualsiasi studio, non è indifferente alla tua presenza. Anche se non è il tuo.
Se penso alle tante persone che ho ritratto in studio, ai fiori e altri lavori, assignment o no, so e lo vedo: questo spazio è presente.
Accondiscende alla fotografia che fai.
E garbatamente si sposta. Nessuno lo vede. Tu sì.
Nell’ultimo studio che ho avuto, Milano via Orti, avevo una conoscenza in più: un ragnetto.
La prima volta che si palesò ero al telefono, alla scrivania. Vidi come un’ombra a una ventina di centimetri dalla mia faccia. Cacciai un urlo e volai indietro. Giù con la sedia.
Da terra lo vidi correre in verticale, rapidissimo, lungo il filo di ragnatela. Su fino al soffitto. Che era piuttosto alto.
Fu uno shock. Per entrambi.
Imparammo a convivere in quello spazio che era davvero underground come oggi non si può neanche immaginare: ricordo ancora la faccia di Miuccia Prada quando inaspettatamente passò a dare un’occhiata al lavoro che stavo facendo – collezione storica borse, art direction Italo Lupi. Anno Domini 1992.
Poi me ne sono andato. Da lì e da un po’ tutto. Non avevo bisogno di un mio studio, noleggiavo. Ero sempre in giro.
Ho sbagliato. Mi manca.
Chissà il ragnetto… So che ci siamo amati.
Quest’angolo è un mio tributo allo studio di Laura Majolino.
Saltuariamente ci lavoro e quella sedia adesso lì così fino a un paio di minuti prima mi ha ospitato.
Non è il mio studio e ha una sua identità.
Ma se la riconosci diventa parte della tua dialettica fotografica.
Come fai a non capirlo?
Nessun luogo è uguale. Lo studio di più.
Ho contato le volte che nomino lo studio: tredici. Più una fotografia.
© Efrem Raimondi. All rights reserved
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Un pensiero così leggero e forte è il prodotto di una persona ricca e non mi stupisce affatto che questa fotografia sia così bella. Ciao Efrem, Angela
grazie Angela. molto gentile.
Questa fotografia sembra sospesa. Struggente e bellissima mi incanta, mi ipnotizza. Ho pensato che il testo mi influenzasse ma invece no: ho capito che era proprio la fotografia a arrivarmi con la sua immediatezza. Mi piace tanto e vorrei acquistarla. Grazie. Angelica
due linguaggi per due tempi diversi, Angelica. quanto all’acquisto mi fa piacere, scrivimi per favore. grazie a te
Questa foto è stupenda e dovrebbero vederla tutti quelli che fanno fotografia nelle case e negli ambienti. Sul testo avrei una cosa da dirti: mi stai diventando mieloso? Ciao Efrem!
no dai, mieloso? ma poi sai, in me la riflessione nasce dalla fotografia. che boh, ma non mi sembra mielosa…
comunque spetta e vedrai.
La foto per nulla mielosa in compenso.
Efrem grazie.
prego NA_PA, ma di cosa?
Ecco come la fotografia sia tempo e diaframma, tutto il resto conta poco, ma il tempo che fermi diviene elastico e come nel film “ritorno al futuro “ ci porta avanti e indietro a piacimento , ma sempre cristallino momento di vita
il tempo è appunto soggettivo. se si impunta però son dolori
Ogni presenza,ogni sguardo,ogni respiro,ogni contatto ha il potere di “animare”di dare anima e vita anche a quello che sembra puro spazio . È la relazione che crea vita ogni volta diversa perché noi siamo “fluidi ,mutiamo istante dopo istante ,respiro dopo respiro,attimo dopo attimo .l’uomo accarezza Silenziosamente spazi ed oggetti perché vede ,sente ,sogna,pensa.Dovunque è lui nasce la vita e si riempie di relazioni mari
proprio così: la vita è adesso
Via Orti, una volta ci sono passata e l’ho guardata bene, cortile dopo cortile. Ho anche scelto quella che sarà la mia casa nella mia prossima vita. Lì.
Il tuo articolo è poesia, ha il potere della poesia: pare partire da una foto e arriva dovunque. Arriva soprattutto a cose molto intime come i luoghi amati, come le case. Come sempre. Grazie.
in effetti Adrianella parte da una fotografia, questa pubblicata. e mi ha rimandato a un sacco di cose. io funziono così :)
grazie a te per la cortesia
Lo studio è uno spazio indispensabile! Meglio se spazioso.