Munari Politecnico

Museo del 900 by Efrem Raimondi

 

Quando qualcuno dice: questo lo so fare anch’io, vuol dire che lo sa rifare altrimenti lo avrebbe già fatto prima.
Ecco, questo è Bruno Munari in sintesi estrema.
E lui le cose le faceva prima.

C’è questa piccola grande mostra al Museo del 900, a Milano: Munari Politecnico, che ha un soggetto preciso a mio avviso, la trasversalità del linguaggio, il suo.
Quasi tutte le opere provengono dalla collezione Danese – Vodoz.
È l’antitesi della contemporaneità monoespressiva e monotona che trova nella reiterazione del gesto, sempre lo stesso, la sponda della critica, sia pop che glam… sempre più coincidenti malgrado sottolineature e distinguo, degli uni e degli altri.

È piccolina, ma potente in questo suo focus. Tanto che è immediato accorgersene.
E forse per assaporarla bene bisogna usare due tempi distinti: il primo, un giro veloce, moderatamente veloce, e poi ricominciare daccapo con lentezza.
C’è anche un Focus fotografico, con le opere di Ada Ardessi e di Atto, che hanno molto seguito Munari.
E si vede un uomo in giacca, camicia e cravatta che si diverte come un pazzo. Come un artista vero senza etichetta appiccicata.
Chi s’è visto s’è visto.
Fino al 7 settembre.

© Efrem Raimondi. All rights reserved.

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© Efrem Raimondi. All rights reserved.

L I N K

Museo del 900, info:
http://www.museodelnovecento.org/le-mostre/presente-menu/51-mostre/mostre-nel-tempo/481-munari-politecnico-e-focus-chi-s-e-visto-s-e-visto

A proposito delle forchette, video RAI Edu:
http://www.arte.rai.it/articoli/le-forchette-parlanti-di-bruno-munari/16168/default.aspx

Munart:
http://www.munart.org/

Associazione Bruno Munari:
http://www.brunomunari.it/

Nota: tutte le immagini in iPhone 4s.

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12 thoughts on “Munari Politecnico

  1. ai miei tempi si andava in piazza san fedele come se si andasse nel paese dei balocchi, davanti alle vetrine di danese o dentro il negozio-laboratorio si respirava l’aria del genio e della cretività, i giochi per bambini che divertivano soprattutto gli adulti, raffinati oggetti d’arredo, le macchine inutili di un distinto signore con i capelli bianchi………..
    bei tempi, i miei tempi!

    • mi sembri decisamente attiva, reattiva, acuta e tosta vilma… troppo acuta per pensare che il tempo della critica e della dialettica si sia esaurito. quello della formazione è sempre un altro, hai ragione. e certamente questo è più faticoso. soprattutto per chi si deve formare però. generazioni che hanno certamente avuto più fortuna di questa. ma sono sicuro che una cifra la troveranno. e se in qualche modo noialtri anagraficamente sparsi, si può contribuire, è meglio per tutti. o no?

    • Come ai tuoi tempi Vilma? E adesso? Ti leggo qui e su Artoneb: da Vilma Torselli non mi aspetto “ai miei tempi”. Un caro saluto :-)

      • ma siete veramente carini, e avete ragione, mai rimpiangere!
        E poi, “ai miei tempi – dice Enrico Vaime – è un modo di dire orrendo e impreciso: i tempi non sono mai stati miei. Li ho condivisi, come tutti, con un numero quasi incalcolabile di teste di cazzo. Forse quei tempi erano più loro che miei. Ma comunque ….”
        (da “Quando la rucola non c’era”, 2007)

  2. Hai anticipato le mie intenzioni Efrem! Bruno Munari è forte e leggero: per la mente e per gli occhi! Grazie ancora!

  3. Quando ancora muovevo i primi passi nel mondo della comunicazione visiva, ben prima di avvicinarmi alla fotografia, le opere e gli scritti di Munari mi diedero la chiave indispensabile per andare oltre ogni creatività farlocca verso la sperimentazione più appassionata e allo stesso tempo razionale. Un maestro del pensiero, come lo furono, a lui simili per impostazione, Italo Calvino e Gianni Rodari in letteratura, per esempio.

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