Questa immagine di don Andrea Gallo è stata realizzata il 5 dicembre 2009.
Finalizzata alla copertina del suo libro Così in terra, come in cielo uscito nel febbraio 2010. L’ultimo libro del ”prete di strada” per Mondadori. Poi basta.
Come lui, su questo fronte, solo Giorgio Bocca.
Altri autori non pervenuti, a proposito di coerenza…
La genesi di questa copertina è interessante. Perché è ciò che assolutamente non doveva essere. Che anzi neanche era immaginabile.
A testimonianza del fatto che l’improvvisazione e la capacità di cambiare in corsa è una prerogativa che si deve avere.
Non dichiarata ma richiesta nelle specifiche di un assignment.
Può anche andar male. Ma a volte se non cambi in corsa va certamente male.
Le situazioni non coincidono sempre con il quadretto che ti sei fatto. O che altri hanno fatto in tua vece.
Sul campo, che è roba più ampia e complessa di una riunione preliminare, ci sei tu e la responsabilità è tua. Sempre.
Anche se fai macro in giardino.
Assumersela significa sostenere ciò che fai mentre lo stai facendo. Mica dopo.
Dopo tu sei muto. Per te parla ciò che si vede. Stop.
Vale per tutto, cosiddetti progetti inclusi.
Quando dico copertina mi riferisco a una singola immagine.
Ma il ventaglio prodotto è ovviamente più ampio.
In questa circostanza sei immagini per due set.
Poche? Non lo so. Son sempre stato moderato nello scattare.
Talvolta decisamente castigato. Sarà stata la scuola banco ottico, non lo so.
E il digitale non mi ha cambiato significativamente.
Non è né giusto né sbagliato: ognuno trova la propria misura.
In redazione se n’era discusso dettagliatamente di questo libro.
Ma io non conoscevo personalmente don Andrea Gallo…
Tutto preciso: l’immagine di un uomo predisposto al sorriso, anzi alla risata… un po’ pretaccio di strada… un barricadero gioviale. Esagero un po’.
Già, e tutt’intorno disagio sociale, prostituzione, alcolismo, tossici. E altro.
Comunità di San Benedetto al Porto, Genova, lì a chiacchierare aspettando che lui arrivasse. Ma non arrivava mai e nessuno sapeva dove fosse.
Non ero esattamente in un salottino dell’800 e non sorseggiavo Sherry.
Ma è stato molto meglio.
Anche per capire che bisognava cambiare rotta al percorso che mi riguardava.
Quando è arrivato era buio pesto e io sotto la doccia a Milano.
Per cui la settimana dopo appuntamento alla Trattoria A’ Lanterna, gestita dalla comunità – adesso la gestione è altra e tutto cambiato mi dicono.
Giusto per fare due chiacchiere tra un boccone e un bicchiere di vino m’ha detto don Gallo al telefono.
Bene. E più bocconi e più chiacchiera, più il telaio redazionale andava a ramengo.
Perché di fronte avevo una persona sottile e complessa. Profondamente arguta.
E cinica nei confronti del potere e della fama. Della ricchezza smargiassa.
Gesuitico nell’eloquio mi stava convincendo che in fondo non era poi così necessario fare questa copertina, cioè qualsiasi copertina lui presente.
Don Gallo a chiacchierare, io ad ascoltare. Ma decorosamente attivo.
Entrambi molto seduti: la rappresentazione dello stallo.
Poi scorgo la mia assistente guardare l’orologio: le tre pm!
Bellissima chiacchierata: andiamo a far queste benedette fotografie don Gallo, dai…
Prima in una zona del Porto Nuovo se non ricordo male.
Scatto. Ma non mi convince.
Ci spostiamo allora dall’altra parte, Porto Antico zona Magazzini del Cotone.
Nel tragitto guardo sul portatile i jpg. E più li guardo più emerge una figura alla Simenon, quasi un Maigret.
Ma che c’entra un commissario? Invece caratterialmente me lo ricorda eccome don Gallo.
Un quarto d’ora dopo insisto. Controluce, bn preimpostato mentalmente, Lastolite a schiarire.
A mano libera. Micromosso che ride mi piace.
Non basta. Non ancora.
Fermo fermissimo; sguardo in macchina come una fucilata; io un po’ più alto…
Questa sì. Questa è esattamente quella che cercavo:
Mi piace davvero, ma so che non sarà mai la copertina.
Intanto sono le quattro e qualcosa.
Praticamente tramonto al 5 di dicembre. Non ho molto tempo.
Monto un ring flash, piccolo, e provo la luce al volo… quasi ci sono. Ma sai che faccio?
Do via libera al flash incorporato, tengo il ring a un quarto di potenza e piazzo l’Hasselblad a f 8, me ne frego e scatto…
Scatto fino alle 16,23. L’ora esatta della cover.
Tutto ciò che di norma non va fatto l’ho fatto.
Incluso il grandangolo – paragonabile a un 35 mm scarso, che però non fa testo perché praticamente lo uso sempre.
In Mondadori all’inizio sono titubanti, scettici: c’entra niente con tutto quello che ci siamo detti. Vero.
Poi qualcuno che evidentemente ha voce in capitolo dice che è perfetta.
E chi se ne frega se non rispetta il brief, evidentemente era sbagliato.
Ha detto proprio così.
Io ci ho creduto durante. Anche se avessi preso una sberla poi.
Di don Andrea Gallo ho un ricordo indelebile.
Rafforzato da una attualità indecente.
©Efrem Raimondi – All Rights Reserved
Assistente fotografia Emanuela Balbini.
N.B. Questo articolo l’ho pubblicato la prima volta nel 2013.
Rivisitato, lo ripubblico adesso. Per diversi motivi.
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Una storia romantica che mi ha commosso, oltre alle immagini tutte di grandissimo valore!
grazie Samantha
Grazie a te Efrem! Ci hai fatto scoprire con passione questa bella storia :)
senza passione zero fotografia – zero confronto – zero vita dulcis in fundo. grazie Samantha
Ancora grazie! :)
di cosa? un piacere per me
che dire caro Efrem, quando leggo i tuoi scritti, mi immergo con il racconto nelle situazioni che hai vissuto, al pari di una fotografia che racconta l’essenza di una persona; sai con le parole trasmettere, seppur con modalità espressive diverse, le stesse sensazioni e stimoli mentali, un doppio dialogo, quello visivo e quello scritto, che diventa lo “scrutabile” del soggetto ritratto e della situazione che vi ha visti coinvolti, la sensibiltà che dimostri merita un grande plauso. Chapeau
grazie Roberto
“Se non riconosci te stesso in chi e anche in ciò che hai davanti, non hai alcuna autorità. Sei nessuno.”
Lo hai scritto tu Efrem in un tuo recente articolo. Citazione che dice molto su chi sia il Raimondi fotografo ma soprattutto la Persona.
Sempre grande stima in te e la tua Fotografia, ciao Efrem.
confermo Salvo, l’ho proprio scritto io. ti ringrazio per la stima: è forse il bene più prezioso. per cui grazie!
Sei uno dei pochi fotografi che è potente anche con le parole oltre che con le immagini.Sono felice di aver cambiato idea ….tu sai di che parlo
ma grazie Marina! soprattutto per aver cambiato idea :)
Anche tu sottile e complesso.
E bravo. Mi sono immaginata tutta la scena, bel racconto. Un piacere, leggerti.
grazie Adrianella
Non capita spesso di vedere un intervento così, grazie.
Non ho invece parole per il commento del signor Nat
grazie a te Alessia
Che bella storia! E bellissime le foto !
grazie Federica
Cosa vuol dire attualità indecente? Sarà bella quella di quel posto pieno di gente così come dici. Prova a viverci a fianco!
Per come parli fossi la Mondadori non ti darei più niente da fare caro il mio fotografo che gira con Hasselblad! Poverino!
solo che non sei la Mondadori
Efrem, hai visto La bocca del lupo di Pietro Marcello? Mi è venuto in mente leggendo “di quel posto pieno di gente così come dici”, perché è un film che non lascia dubbi su cosa possa essere meglio.
no laura, non l’ho visto.
il punto è che è sempre più un pieno
Anonimo, aggressivo, maleducato. Esprime (?) vuoto spinto. Degno protagonista di questa attualita’ indecente. Oscena, direi. Poveraccio.
Ma certo insultate pure tanto è indifferente e certo continuate a sbandierare la vostra Hasselblad: non so neanche come è fatta ma so che costa moltissimo e voi la sbandierate. Ma è finita la pacchia intellettualini dei miei coglioni: finita! Ride bene chi ride ultimo!
questo commento lo pubblico a CHIUSURA dell’intero pacchetto Nat…
La hasselblad è di destra, la polaroid di sinistra.
Mi sembra di essere tornata a quei tempi lì.
“Ma cos’é la destra cos’é la sinistra
……………….
L’ideologia l’ideologia
malgrado tutto credo ancora che ci sia
è il continuare ad affermare un pensiero e il suo perché con la scusa di un contrasto che non c’è
se c’é chissà dov’è se c’é chissà dov’é.”
usando entrambe, che cosa sono?
Volevo dedicare la citazione di Gaber a Nat, si rendesse conto di essere fuori tempo, la tecnologia è democratica, fa sembrare tutto vecchio, anche le ideologie………
Bel racconto per una bella persona.
sì, lui proprio una bella persona. quando fotografo non traccio mai giudizi. ma don Gallo era proprio una bella persona.
Bellissime foto e anche il testo generoso. Quel ritratto in bianco e nero, la fucilata, è stupendo! Non riesco a smettere di guardarlo. Interessante tutto l’iter che ha portato a questo risultato: grazie Efrem!
a te Francesca
Standing ovation. Ciao Efrem.
grazie Frank
Mi piace molto questo racconto di un incontro, anche l’ assimilare Don Gallo al commissario Maigret, lo trovo assolutamente calzante, definisce una personalità straordinaria ed unica, anche nella sua “necessaria durezza”.
Quello sguardo poi, parlo del BN ovviamente, quel sorriso che un po’ contrasta con la ruvidezza delle rughe, smaschera una grande umanità.
Ti leggo sempre con attenzione Efrem, sia nello scritto che nella restituzione Fotografica.
Un caro saluto, Piero.
sì vero? maigret in qualche modo c’entra. un caro saluto anche a te Piero