Il paesaggio col quale ci relazioniamo è contaminato.
Solo in questo modo lo raggiungiamo…
Due gradi di contaminazione: l’uomo, come genere che occupa e subordina qualsiasi vita altrui, sassi compresi, e tu che arrivi dopo, cioè adesso.
E con quella bella espressione innocente ti guardi attorno alla spasmodica ricerca di stupore, alias, la tua redenzione.
Proprio la tua e degli altri chi se ne frega.
Che razza di paesaggio…
Quindi tu, uomo fotocamerato, che relazione cerchi col paesaggio che ti si para davanti?
E che urla anche quando c’è il cielo azzurro con le nuvolette…
Posso solo parlare per me, del mio senso di colpa e della mia impotenza.
RANDA 253 – La Maddalena, 2018.
INSTA 100 – Lago Maggiore, 2018.
© Efrem Raimondi. All rights reserved.
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Ciao Efrem.
Sia il testo che le foto sembrano offrire una visione riconciliante e condivido molto la riflessione di chiusura.
“..quindi uomo fotocamerato, che relazione cerchi col paesaggio…”, la trovo una bellissima domanda che, forse, ahimè, in pochi si fanno.
Ho sempre pensato che, con l’età, il volto dell’uomo sia un paesaggio che porta fuori di sè ed esprime.
Grazie, davvero una piacevole lettura.
Giusi
grazie a te Giusi.
non so però dire se è proprio riconciliazione. davvero, non so.
Contaminazione fotografica di un paesaggio contaminato. Ottimo come sempre Efrem
è tutto una grande contaminazione Attilio :)
“A Maurilia il viaggiatore è invitato a visitare la città
e nello stesso tempo a osservare certe vecchie cartoline illustrate
che la rappresentano com’era prima
………..per non deludere gli abitanti
occorre che il viaggiatore lodi la città nelle cartoline
e la preferisca a quella presente…..”
(Italo Calvino, “Le città invisibili”)
Il paesaggio è un’idea, un habitat tanto naturale quanto culturale.
citazione chirurgica, vilma.
ed è vero che è un’idea. aggiungerei corrispondente alla visione che si ha del mondo. e da lì attingi.
Sei una persona supponente.
davvero? ma ci conosciamo Fred? non che cambi nulla: resto quello che sono, e tu pure.
Belle le fotografie accompagnate da un gran bel testo.
grazie graziano!
La tua fotografia ha la purezza di un bambino ancora incontaminato. Mi fa sempre entrare in una dimensione di pace necessaria per disintossicarmi dal marciume quotidiano. Grazie!
in realtà Frank è perché sono contaminatissimo. proprio ossidato. ma colgo il senso del tuo commento. e ti ringrazio.
Non sto’a dirti “ meraviglie “ già lo fanno in tanti e sicuramente lo meriti.
Dico che ogni tua fotografia per me è uno spunto di meditazione quando poi aggiungi i tuoi pensieri scrivendo mi dai un traguardo.
Tutto ciò egoisticamente mi è utile e tante volte mi fa sognare.
Grazie Efrem
grazie Elena. il fatto che tia sia utile non ha nulla di egoistico. e ame fa solo piacere. anzi faccio un gran tifo.
Il tuo paesaggio è sempre irrequieto. Aggiungo che è bellissimo e un altro panorama: tanta roba! Per usare una parola che ti è cara, coincide con quello che scrivi. Ciao Efrem, sei un grande.
sempre stato irrequieto Angelica… grazie per la gentilezza.
Il paeseggio, oggi da fotocameradotata, è quello lì davanti -inquadro- di cui non mi sforzo di levare cose o aggiungere -click!-
Eppure c’è stato un tempo in cui era lì come risultà del non pensato dimentimentico e residuo mentale di un invasione umana (e da progettista lo vivevo male quanto da fotografa). E pesco nella libertà che mi permetteva di fotografare da bambina tramonti e nuvole rosa, pesco a piene mani dalla stessa libertà che spostava la mia inquadratura sulle trincee brulle del carso o delle discariche di periferia, uguali, macerie residue. Mantenere quella libertà, col paesaggio, mi è sempre stato più semplice e spontaneo che per altri soggetti. Forse perché appunto ho fatto un percorso di andata e ritorno.
in fondo Ebi non c’è molta differenza con altri soggetti: alla fine sei sempre tu. col paesaggio, forse, è proprio la percezione che muta col grado di consapevolezza. e di visone, proprio quella di insieme: generale, globale… di tutto.
come dici, andata e ritorno. e il punto riguarda entrambi i percorsi.
Mi rendo perfettamente conto che non dipende dal soggetto. Ma ripensando a come ho fotografato negli anni mi rendo conto che per alcuni soggetti sono stata “impenitentemente” soggettiva, su altri ho fatto davvero fatica, e certe cose nei miei limiti non corrispondono ancora a quel “nudo e crudo” che ho in testa e non fermo.
nudo e crudo… interessante. spiega bene se vuoi.
Meraviglia! Sia testo che foto
grazie Federica