INTERNI mag – Design portraits

INTERNI mag. Settembre 2018. Cioè adesso.
Un dittico. Come fosse una short story. Il cui soggetto sono le due fasi emotive del pezzo davanti a noi, che in fotografia si possono cogliere molto bene: una compiacente, forse dettata da una necessità sociale, e una intima destinata solo ad alcuni.

Gli oggetti li pensiamo sempre relegati alla funzione che hanno: quella che abbiamo loro destinato.

Una relazione sempre subordinata.
E statica.
E se invece avessero un’autonomia da rivendicare? Quando diciamo che hanno un’anima, cosa intendiamo dire?
Se in qualche modo si manifesta, sappiamo coglierla?

Questa è la storia breve, in due atti, di una relazione tra un fotografo… una persona e un oggetto che rivendica la propria soggettività.
E lo fa notare con discrezione. Un breve sussulto.

La voglia di andar via…

Efrem Raimondi for INTERNI magEfrem Raimondi for INTERNI magEfrem Raimondi for INTERNI mag

Stylist: Carolina Trabattoni.
Assistente fotografia: Giulia Gibilaro.
Studio: M8STUDIOS.

Copertina: illustrazione di Beppe Giacobbe

Bellport by Jean Marie Massaud per Poliform.
Barbican by Rodolfo Dordoni per Molteni&C – Sveva by Carlo Colombo per Flexform.
Selene by Hagit Pincovici per Baxter – Ryoba by Piero Lissoni per Porro.

Efrem Raimondi - Poliform for INTERNI mag© Efrem Raimondi. All rights reserved.

Questo è un redazionale, un assignment.
Un giorno chiacchiereremo di assignment, che c’è un po’ di confusione.
E disinformazione diffusa.
Impaginato in modo poco convenzionale, quasi un fraseggio tra i quattro autori.
E sapevo che sarebbe andata così.
Inizialmente ero moderatamente scettico… poi ho sfogliato il numero: funziona!
Un’alternanza che amalgama e sottolinea il senso dell’intero percorso.
Se c’è un magazine con una linea editoriale e una visione d’insieme, c’è ancora speranza.
Dei miei colleghi pubblico una pagina cad in ordine di impaginato.

Nicolò Lanfranchi – Miro Zagnoli – Paolo Riolzi

© Efrem Raimondi. All rights reserved.

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20 thoughts on “INTERNI mag – Design portraits

  1. Davvero figo! Un modo di pensare è poi rappresentare che non è frequente dalle nostre parti o almeno per la mia conoscenza e cultura!
    Molto interessante, grazie per la proposta

  2. Contenta……l’hai già fatto in passato ed ora lo fai nuovamente con soggetti diversi… si ,fotografare design è una bella sfida, per questo penso che un fotografo di talento , come te, debba farlo. Gli oggetti ci raccontano storie, a noi intercettarle.. e se sono di design di livello a volte diventano Lari, oggetti di culto,ancor più difficile raccontarli…. sono contenta Efrem, spero sempre più spesso vederti cimentare con questi “personaggi”!

    • col design in realtà non ho mai smesso. è una relazione iniziata nel 1985, tu pensa. lari… insomma dipende. se pensiamo al cosiddetto vintage, oppure semplicemente oggetti appertenuti a altri, sconosciuti… insomma non saprei. certo che alcuni hanno una personalità che va oltre lo stesso disegno. c’è qualcosa…
      mi fa piacere che tu sia contenta. fosse per me la mia relazione fotografica col design sarebbe più intensa. perché è proprio una bella relazione. ciao Cinzia.

  3. Un oggetto che non sembra un oggetto, perché non è visto come tale ma con una sua anima e un suo carattere ben definito. “A me gli occhi, guardami” anche qui un ritratto.
    Grazie ancora

  4. I tuoi faccia-a-faccia sono dialoghi vagamente surreali tra concretezza e immaginazione in uno spazio vuoto dove gli oggetti sembrano fluttuare, una scelta in controtendenza rispetto ai tuoi colleghi ma assolutamente (ed ovviamente) coerente con te.
    Bello il contrasto quasi metafisico tra l’immagine reale, colorata, e quella ‘ideale’, in b/n sfuocato, l’anima è discreta, bisogna saperla scovare, ama nascondersi…..

  5. Sono di una semplicità disarmante. Ma veramente potenti. Il rapporto fotografia-design è un mondo da scoprire. Grazie per il contributo

  6. Stupendo! Subito in edicola. Alla tua Lectio al MAXXI ho visto il video sul design: mi ha aperto un mondo! Ciao Efrem, Antonia

    • effettivamente è un ambito fotografico quasi di nicchia… peccato. pensare che è un luogo realmente creativo.
      così eri al maxxi… che serata ricca di imprevisti. ciao Antonia.

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