INTERNI magazine, aprile 2018. Cioè adesso.
House in motion è il tema di questo Fuorisalone 2018.
Il soggetto è sì l’abitare, ma anche la mobilità.
Quindi il movimento, il cambiamento, il divenire.
Pensandoci, la mobilità non è solo una relazione geografica, di luoghi insomma.
Ma anche di tempo… la nostra relazione col tempo.
Che ha una dinamica immediatamente percepibile e il suo andamento, il suo scorrere, ci viaggia addosso.
E cambiamo.
Come?
Questo è il percorso di questo redazionale.
Da ventisette a ottant’anni.
Ed è anche un po’ ironico, mica da prendere alla lettera cronometro in mano: una donna, una sola, Alessia di ventisette anni.
E poi Alessia di quaranta.
Di sessanta e di ottanta.
Al tempo ci ha pensato il makeup di Nancy Gallardo.
Come essere sempre sullo stesso palcoscenico. Il proprio.
Davanti a uno specchio che muta.
Così prendi la fotocamera e usi il suo tempo: un duecentocinquantesimo di secondo per fermare il tuo, e tutto il palcoscenico.
© Efrem Raimondi – All Rights Reserved
Okome sofa by Nendo per Alias,
Clizia Bttery by Adriano Rachele per Slamp.
AIKU soft by Jean Marie Massaud per MDF Italia,
Next23 by Deanna Comellini per G.T.Design.
Era Settee by David Lopez Quincoces per Living Divani,
Klip by Michela e Paolo Baldessari per Modoluce.
Hangar by Gino Carollo per Calligaris,
Kiki by Alvar Aalto (1960) per Artek.
Astrum by Antonio Citterio per Maxalto,
Taiky by Chiara Andreatti per Lema.
Nesting by Roman & Erwan Bouroullec per Glas Italia,
èS ideato e prodotto da Design R&D Twils.
Brioni by LucidiPevere per Kristalia,
Ribot by Marc Sadler per Ethimo.
Toro by Michael Geldmacher per B-Line,
Emi by Arter&Citton per Scab Design,
Domino by Marco Acerbis per Talenti.
Modella: Alessia Falcini.
Prestatasi per la circostanza.
In realtà una giovane architetto.
Chi preferisce, architetta.
Stylist: Nadia Lionello.
MUA: Nancy Gallardo.
Assistente fotografia: Nicole Marnati.
Studio: M8STUDIOS.
Backstage Video: © Tommaso Gorani.
All Rights Reserved
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molto interessante sia il video che l articolo
ottimi spunti e ottimo lavoro come sempre
per il video tommaso gorani.
per il resto grazie gian maria.
Il tempo che scorre sul viso della modella e sulla storia del design italiano…. Lema, Calligaris, Living, Citterio, Acerbis….. miti, icone, compagni di un viaggio che non macina chilometri, ma ricordi, emozioni e molta nostalgia.
Fermate il tempo, voglio scendere.
vilma sì… più o meno è così.
Buongiorno Efrem.
A proposito del tempo e della mobilità: In passato mi arrabbiavo spesso guardando vecchie fotografie e pensavo che la fotografia è un’ingiuria, ti mostra ciò che è stato e non potrà più essere. Oggi invece penso che il tempo è proprio qualcosa che non esiste, ecco perchè non sono mai stata tanto convinta del fatto che la fotografia avesse il compito di fermare il tempo. Le cose non sono ma accadono continuamente, questo è il mio pensiero sul tempo, perchè tutto si muove…la terra etc.. Esiste solo un tempo presente che tutto contiene (non è il “qui e ora”) così come nelle persone coesistono il bambino, l’adulto e poi il vecchio.
E quello che è bello delle persone e le rende creature adorabili, è ciò che le muove da dentro e le fa venir fuori da se stessi.
Guardando le tue immagini per questa rivista, mi hai ricordato una serie tv americana che seguivo e mi piaceva molto per le ambientazioni: Mad men, magari non c’entra nulla.
Grazie ancora una volta, un importante riflessione la tua. A presto,
Giusi.
sì la ricordo mad men, GIUSI. forse sono i toni pastello di alcunni fondali.
anche vero quello che che dici sul tempo. ma in fotografia diventa un altro tempo. relativissimo. e legato al presente, vero. ma quello lì che stai vivendo.
non c’è alcuna contraddizione in questo. né tantomeno una verità. in fondo, su questo piano, la fotografia è un’illusione alla quale mi aggrappo.
conscio del bluff. ciao.
Gran bel lavoro come sempre. Mi impressiona la tua capacità di trovare sempre gli elementi e di ricomporre tutto con forza e una eleganza che poche volte avverto in giro. Ma come fai? Ciao, Antonio.
intanto grazie Antonio. supposto che sia veramente come dici, che com’è noto è tutto relativo, onestamente non ne ho la più pallida idea. o forse è che sono distratto :)
La presenza umana che attraversa il tempo, diverge verso la sua fine, cercando di continuare a fermare il tempo in uno scatto. Ma che rimane del tempo per noi se non coriandoli di momenti, di immagini, che confermano le teorie quantistiche sulla inutilità e aleatorietà del tempo?
sarà Maurizio, ma sai che a me sembra di essere rimasto fermo. sempre allo stesso posto. di avere ancora tre anni…
invece no. però se riuscissi a pasare a matrix…
Ciao Efrem,
trovo che l’idea sia unica ed estremamente intima. Dal punto di vista dell’osservatore, il punctum, come viene definito ciò che viene stimolato dall’immagine, in questo caso dalla sequenza, è per me geniale, o meglio, importante.
Mi fa riflettere, forse trasportato dallo stato d’animo in cui mi trovo, sul bisogno o meno di relazionarsi con altri.
Una persona ricerca o subisce tali relazioni durante il mutamento della sua vita. Questo si riflette nell’ambiente in cui essa vive, forse l’unico a cui questa può apporre modifiche per soddisfare tale bisogno.
A presto.
Gio
la questione del rapporto tra se stessi e l’ambiente è indubbiamente centrale. solo che a volte rischia, l’ambiente, di essere un surrogato.
come il relazionarsi con gli altri, talvolta. solo che una relazione c’è sempre. e non solo è ineludibile, ma è proprio auspicabile.
credo che il grado di permeabilità, di non essere indifferenti al circostante, tutto, sia l’unico appiglio. forse il vero aggrapparsi a una illusione di eternità.
insomma quello che fa la fotografia, Gio. Ciao.
Wonderful work. An international vision for photography that makes me love Interni magazine. Most sincere congratulations. Ciao ciao.
many thanks Anneliese
Che bello vedere un lavoro così… Mi piacerebbe molto essere presente perché sono sicura che imparerei molto: grazie Efem.
p.s. non è una candidatura la mia ma solo un desiderio. Ciao.
in effetti Ginevra è un tempo utile. non tanto passarlo con me, ma stare su un set è istruttivo. chissà!
Un lavoro bellissimo! Qualcuno può spiegarmi come mai su questa rivista si vedono lavori così, mai scontati, creativi, veramente arricchenti per la vista e per lo spirito? Deve essere molto difficile se quello che circonda è un panorama editoriale deludente! Qual’è l’alchimia? Perché sul design e l’architettura riesce e altrove no? Grazie Efrem.
non saprei dirti Claudia. ma non c’è alcuna alchimia. solo l’intento di produrre fotografia. se questo è il soggetto a volte si riesce. sul panorama, perdonami, non mi pronuncio. lo frequento ormai molto poco e un poì l’ho perso di vista.
sorry. quanto al design, architettura e forse ambiente più in generale, credo ci sia, da sempre, una grande attenzione al linguaggio.
grazie!
Belle!
grazie Daniele
Che meraviglia. (Ricordo la conversazione al telefono per questo servizio, nel giorno in cui mi han portato via la macchina )
Stupendo, davvero Efrem.
Tutto.
grazie Tiziana. ricordo quel parcheggio ai margini di perugia… e lì al telefono. fermo. forse l’andirivieni delle auto mi ha stimolato. sei stata testimone di una conversazione degna di un workshop. tuo malgrado :)
Esattamente! La stessa cosa che mi hai detto al momento :) ❤️