Ah… dkhjoirfv dfjcnjpsam, djojqg. Che poi kchikeepmlladfgheyfff deherioss hdgskoiof! Ah… jfklwkdf djhk1ki 16 fjkwfmk djquiodpcmnb cgietcfddfj dmje, dgwl, djhfllo hgkd stf.
Ah … stgh – urca!- albfdhyuwrk!! Bla Bla PRRRR…
Bla Bla Bla. PRRRRRR.
Beatriz, 1997
From the series Appunti per un viaggio che non ricordo. 1989 – 2001
Polaroid SX-70. Polaroid 600 BW film.
Print 100 x 100 cm.
Laura, 2015
iPhone 4s. Software, Silver Efex Pro 2: only add film grain.
From the series Insta_Randa, 2007 –
Print 50×50 cm
Mariateresa, 1999
Polaroid SX-70. Polaroid 600 BW film.
From the series Appunti per un viaggio che non ricordo, 1989 – 2001
Print 100×100 cm
© Efrem Raimondi. All rights reserved
Dalla Polaroid all’iPhone.
Nessuna alternativa.
Nessun messaggio.
Si continua e ciao.
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La magia della foto “imperfetta” …che belle. sia le polla sia le phone :-)
robert
robert – grazie!
Qualcuno ha scritto che non esistevano le 600 B/N ;)
fm photo – allora non ho equivocato. ed è terribile… prima di scrivere, LEGGERE! e guardare nel senso di VEDERE, visto che le fotografie ci sono. o no?
Prima di scrivere documentarsi.. o no? http://en.polaroid-passion.com/polaroid-600-films.php?id=25
fm photo – prego? se ti spieghi forse evito di equivocare
Ho scritto a Google, Translator non traduce dall’inglese la prima frase, solo PRRRR E BLA BLA.
Ma ho capito, e approvo.
Davide – google essential…
mi piacciono molto “entrembe”: io apprezzo molto gli appunti per un viaggio che non ricordo. e vedendole la prima domanda che mi pongo non è che macchina avrà usato. se avessi scritto che avevi usato una reflex o una diana non sarebbe cambiato granché. ma è anche vero che lo strumento non è indifferente: ognuno ti porta a un atteggiamento diverso e ti restituisce una trama diversa. non ho esperienza dì polaroid, ma l’iphone sto cominciando ad apprezzarlo: mi porta verso un atteggiamento più intimo, personale e restituisce un’immagine meno fredda, mi sembra.
Giancarlo – un fatto affettivo: appunti mi rimbalza a un sospiro… la polaroid. quella chimica. quella vera. quella che ha segnato un periodo che mi riguarda. l’iphone lo ringrazio… ed è come dici: paradossalmente ha intimità. freddezza o calore è un bivio. dipende da noi. ma è l’unico vero rimbalzo a ciò che è stata la pola. con buona pace di chi si ostina a sprecare tempo e denaro altrove. salvo rare eccezioni, rarissime anzi, sembrano esercizi infantili
@carmelo – credo che lo sforzo dell’osservatore per vedere “esattamente quel che vedevi” sia pura illusione, proprio per questa ambiguità l’arte ci affascina: “el arte es una mentira que nos acerca a la verdad“ dice Picasso, ogni verità, diversa per ciascuno di noi.
“Appunti per un viaggio che non ricordo” è meraviglioso / “per fare mosso. un certo mosso” leggendolo ho “sentito” la tua vibrazione nel coordinare corpo e macchina perchè vedessero esattamente quel che vedevi, ho scritto a proposito di un amico fotografo che mi piace conoscere quello che i suoi occhi vedono, anche i tuoi occhi mi piacciono, mi piace quello che vedono, grazie
carmelo – in effetti il coordinamento ha la sua importanza: già ti muovi, che almeno tu e fotocamera siate un tutt’uno! sì, ci sta.
grazie per la stima!
Prego Efrem. Ma il senso di un traffico del genere?
Ricky – in effetti prima ho dimenticato di dire che non c’era il BN per la sx70. quindi…
in un mondo all’esasperata ricerca della perfezione tecnologica misurata in megapixel, queste foto sono una chiara provocazione, destabilizzano, sottraggono i punti di riferimento, obbligano ad attivare l’immaginazione per cercare chi e perché si cela nell’immagine illeggibile…
ma il fotografo, naturalmente!
vilma – però le pola sono un po’ precedenti ai megapixel… perché in realtà tutto questo percorso ha a che fare con l’incertezza della percezione. e il fotografo è l’incerto :)
aaaaaahhha aaaaha grande raimondi!!! come al solito il punto non è il mezzo ma il tipo di utilizzo che se ne fa e il linguaggio che si usa…
@fabio – ehhhhhh già!
Potrsti spiegarmi come potevi usare la 600 pellicola con la SX 70 che era un caricatore diverso e con sensibilità diverse? Non riesco a capire. Grazie
Ricky – è molto semplice in realtà:
1- il cartoncino nero che veniva espulso da una precedente carica, si conservava,
2- si metteva sopra alla carica di 600 da utilizzare. non tutto, giusto i cm che servivano a confondere le guide della sx70,
3- lo trattenevi mentre facevi slittare la carica fino al blocco della fotocamera,
4- lo estraevi e chiudevi… a quel punto avevi un altro cartoncino, quello che veniva espulso dalla sx70, incluso nel prezzo.
quanto alla diversa sensibilità era un vantaggio per fare mosso. un certo mosso, quello in luce precaria diciamo.
infatti la 600 era c.ca 600 asa, mentre la sx70 era tarata per accogliere delle 64 asa. io chiudevo tutto se in luce “normale” o mi regolavo con un test se in luce bassa… dove magari si voleva creare un po’ di contrasto, e aprivo o lasciavo standard il selettore. e poi mi muovevo.
spero di essermi spiegato. grazie a te per la domanda, Ricky
Dimostrazione reale di come superare ogni limite: questo trio è stupendo! Anche se un po’ inquietante. Sto considerando però che non tutto ciò che inquieta sia male perché per esempio queste…
forse non tutto ciò che inquieta è inquietante Valeria. per esempio queste?