SE…
SE chiudo gli occhi io vedo questo e aprirli è accessorio…
Un dettaglio inevitabile SE in qualche modo intendo riprodurre la mia falsità.
Mica puoi pensare che ci sia qualcosa di vero in ciò che mostro?
Mica puoi sperare che tutto sia sempre in ordine e che goda solo della tua goffa presunzione intellettuale che tutto spiega?
Però è reale. Esiste tuo malgrado la voglia di andar via…
SE tiro dritto lo sguardo, oltre l’ombra oltre la luce e oltre il cielo, io vedo questo.
Che è solo il margine millimetrico per scoprire che non esiste alcun centro: siamo tutto ciò che vediamo.
E per questo lo restituiamo.
Ciò che è incluso, esiste. Fuori di lì, non c’è nulla.
Nulla che ne valga la pena.
Nulla che ci riguardi.
Nulla da ricordare.
SE azzero l’idiozia e la fauna di questa domenica qualunque, io vedo questo.
Di ciò che è stato o che sarà, me ne frego.
E di chi prima e di chi dopo di me, qui dove sono ma anche un po’ altrove a dire il vero, me ne frego.
Esercito il mio arbitrio adesso.
E nei miei confini, faccio fotografia. Anche così.
Non pensare cazzo! Scatta.
Entrambe dalla serie InstaRanda, entrambe iPhone 4s:
Insta 55, Lago di Varese, 2015
Insta 52, Lago di Varese, 2015
© Efrem Raimondi. All rights reserved.
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Ancora una magia fotografica…
robert
@robert – ma grazie!
Lo zen e l’arte del tiro con l’arco, pardon: l’arte di scattare foto
marco – bah… tutto sommato, o sottratto, ci può stare
“Questo stato, in cui non si pensa, non ci si propone, non si persegue, non si desidera né si attende più nulla di definito, che non tende verso nessuna particolare direzione ma che per la sua forza indivisa sa di essere capace del possibile come dell’impossibile – questo stato interamente libero da intenzioni …… E’ perciò con questa presenza e piena potenza del suo spirito non turbato da intenzioni, e fossero le più nascoste, che l’uomo che si è svincolato da tutti i legami deve esercitare qualsiasi arte”.(‘Lo zen e il tiro con l’arco’, Eugen Herrigel)
Anche la fotografia, perché sostanzialmente l’arciere mira a se stesso.
efrem – sì, credo che sia lo stesso concetto…. detto con altre parole.
molto interessante l’idea di giungere ad uno scopo attraverso il non-pensiero, quasi una pratica zen, “vivi momento per momento, muori al passato, non proiettare alcun futuro… godi il silenzio, la gioia, la bellezza di questo momento.”
vilma – più che altro non pensare durante… lì sei alla sintesi. all’essenza della faccenda che ti riguarda
leggendoti, mi è venuta in mente una frase di Umberto Eco: “Ero troppo occupato a fotografare e non ho guardato”.
non ho ben chiaro cosa c’entri con il tuo post, ma se mi è venuta in mente un motivo ci deve essere.
vilma – non ne ho idea. però è molto divertente!
però però… pensandoci bene nel caso di questo post il fatto fotografico è un dettaglio. uno strumento di registrazione di ciò che vedo. cioè esattamente le due fotografie in questione. o no?
che sia forse “non pensare cazzo! scatta”?
Quanto sono diverse e quanto però incantevolmente uguali queste due immagini: e quanto tutto. Non ho parole. Mi bastano queste due immgini… come un soffio sul cuore
Diletta – mi piace come un soffio sul cuore…
Se fosse vero tutte le immagini avrebbero un’armonia, ma non è così.
Se fosse vero non esisterebbe il messaggio, ma non è così.
Se fosse vero la fotografia sarebbe copia del reale, ma non è così.
Se fosse tardi? Ciao. (Cit.)
Donato – a ognuno i sui SE. l’unica cosa che mi sento di escludere per quel che mi riguarda, che davvero non ho messaggio. non lo cerco.
quanto a guzzanti, be’… che si può dire? nulla. si gode e basta
hai il cognome di mia figlia che non è il mio ma non ha importanza suo padre sono io perchè l’ha chiesto – i confini non delimitano mai la realtà cercano solo di chiuderla dentro definizioni che regolarmente sfumano nel nulla – le tue foto mi incantano e ringrazio sempre Elisa Biagi per averti conosciuto
carmelo – il cognome non è un confine rigido. ed è valicabile come nel tuo caso. qui invece se non uso i miei, son fritto. dico davvero.
elisa biagi… e allora ringraziamola entrambi!