Editoria periodica…
Punto 8: Sei quello che leggi.
E che fai, mi viene da aggiungere.
Dedico questo articolo di Christian Rocca pubblicato su Il Sole 24 ORE e questo post lampo che l’accompagna, all’ottimismo e al talento.
Io punto su questi:
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Ho letto l’articolo, è la dimostrazione che se la stampa è cosa buona non muore.
Bisogna capire a chi rivolgersi, puntare sulla qualità, buttarsi nel web senza avere paura e investire anche in questo. E affidarsi a gente competente… non a stagisti pagati poco. (sì l’ho detto)
@Sara Emma – il problema, quello attualissimo, credo sia però proprio la gente competente…
@Vilma – le strategie del marketing riflettono sui media, sui contenuti che li riguardano, sulla tipologia di fruitore che REALMENTE acquista il magazine. infischiandone della quantità. viceversa il markerting strategico in voga presso molti editori soprattutto nostrani… che sembra un groviglio incomprensibile a loro stessi probabilmente
in passato sono stata fedele abbonata ad alcune riviste dell’editore franco maria ricci, forse qualcuno ne ricorda l’elegante veste grafica.
non conosco brûlé che, lo prendo per buono, è sicuramente un genio, oltre che un re mida che trasforma in oro tutto ciò che tocca ed anche, a giudicare da ciò che si vede, un grande figo.
sono impressionata dalle cifre, evidentemente è un mago anche nel vendere la sua strategia di marketing: la rivista come un accessorio griffato alla pari di “occhiali, valigie, borse e calzature”!
per produrre vendite, oltre che, si spera, cultura.
la tua postilla assolutamente si!
Interessante articolo. Sugli edicolanti, non saprei come funziona all’estero, ma in Italia- almeno dalle mie parti . sono ostaggio dei distributori. La rivista buona che rende ne danno poche copie e solo se prendi contestualmente tanta spazzatura che genera contante che gira..Grazie comunque. Pensate a questo punto ad una rivista di fotografia “seria”. Mi abbonerei
@Antonio – riviste di fotografia serie stanno nascendo. e rinascendo. ma il punto vero della produzione fotografica riguarda un’altra editoria. o cambia, o muore.
è un fatto evidente che le persone, dentro e fuori dai colophon, hanno responsabilità precise
letto l’articolo, tutto.
speriamo!!! abbiamo bisogno di ottimismo e di talento e sono d’accordo sui consigli soprattutto agli edicolanti, sono loro l’anello che congiunge editore e consumatore.
il punto otto, si…
gli edicolanti e i resi… che non ne possono più neanche loro. ma anche noi. che dei resi non ce ne frega niente.
certo lubi, il punto 8. e con davvero la mia modesta postilla: quello che fai. che si vedono robe!