A giorni (mercoledì 5 dicembre) sarà in libreria T A B U L A R A S A, 27 anni di percorso con Vasco Rossi.
Efrem Raimondi – Toni Thorimbert.
Questa è giusto un’anticipazione dell’articolo che a breve pubblicherò.
E questa la pagina FB:
https://www.facebook.com/TabulaRasaLibro?fref=ts
Circa 200 immagini, dall’85 a oggi.
Pagine 252.
Brossura con alette, formato 25,4 x 18 cm.
Arnoldo Mondadori Editore. € 25,00
seguo il lavoro di Giacomo Callo da quando rivoluzionò gli Oscar Mondadori con l’uso di fotografie in BN in copertina….era un mio “mito” tanto da azzardare un tentativo (riuscito) di parlarci senza appuntamento una volta che ero in Mondadori per altri motivi…premessa a parte, con questa copertina ha riconfermato per quanto mi riguarda l’aura mitologica.
Ho sfogliato il libro, per ora una volta sola. Un bel concentrato di energia.
vabbè, comincio io.
un libro di immagini fatto da due fotografi e una veste degna di un saggio di cacciari (tanto per fare un nome): colore, grafica, formato…….. l’idea della tabula rasa c’è tutta, ma il marketing?…….
venerdì, o forse giovedì, pubblico un intero articolo a riguardo. del libro intendo…
in che senso il marketing vilma?
nel senso che la cover di un libro è spesso il primo motivo attrattivo che ci spinge ad allungare un braccio verso una pila di volumi e a prenderne uno in mano, c’è anche tutta una serie di raccomandazioni sulla grafica della ‘copertina ideale’, dai colori al formato delle lettere ecc., il libro va ‘venduto’ (ecco perché parlo di marketing) e quindi confezionato in modo tale da essere ‘comprato’. Nella tua scelta grafica non c’è alcun tentativo, quindi nessuna intenzione, di allettare il passante casuale, è una copertina simile a un link, la sostanza sta oltre, destinata a chi sa cosa cercare. Personalmente sono assolutamente d’accordo, mi piacciono le scelte radicali, anche se a volte (ed era il senso della mia osservazione) posso risultare penalizzanti.
l’art direction della cover è di giacomo callo, mondadori. sia a toni che a me è piaciuta subito molto.
perché coerente col racconto iconografico, con l’impaginazione, con tutto insomma.
ed è vero che è sobria… niente strass… però è anche vero che c’è un nome e cognome che comunque sia attira lo sguardo.
sull’acquistarlo poi la differenza la fanno diverse cose. noi confidiamo, senza presunzione ti giuro, nel racconto. che non ha precedenti riguardo vasco. ma credo anche riguardo l’editoria italiana quando mira un musicista. editoria italiana, ribadisco.
la ricerca della sobrietà grafica è una tendenza abbastanza generalizzata nell’editoria moderna (quella linea del ‘semplice e basta’ che è anche la tua), non ho dubbi che sia coerente col racconto iconografico (ci mancherebbe altro) e certamente anche col personaggio, o per lo meno con la sua immagine pubblica, scomodo, ruvido, non semplice.
è vero che nome e cognome dicono già tutto il dicibile, ma io, come forse s’è capito, privilegio sempre il potere comunicatore dell’immagine, del segno, di ciò che non ha bisogno di parole, nei modi in cui, appunto, può parlare la fotografia.
paradossalmente, avrei capito di più la faccia di vasco senza nome e cognome…..
c’era anche questo partito… solo che dulcis in fundo ci è sembrato un plus privilegiare anche graficamente la coerenza narrativa.
magari è come dici tu un azzardo. le foto sono in quarta. due.
fondamentale potere del lato b, perché prima di comprare un libro ce lo rigiriamo tra le mani …….
la quarta di copertina è decisiva, io mi ricordo ancora quella di un romanzo complicatissimo di un geniale scrittore morto suicida, uno sconvolgente minimalismo, ‘mi manca chiunque’.
la copertina non me la ricordo.
mi rincuora il fatto di non essere un geniale scrittore :)