Una cosa che posso dirti è che non sono andata a vedere chi sono le persone che tengono o han tenuto questo genere di ws. Questo perché nei pochi link letti non ho trovato alcuna matrice personale dell’individuo. E quindi non mi interessa.
Sono presentazioni asettiche. Canti da sirena per capirci.
Una sirena da ambulanza però.
per esperienza personale (da curiosa e studiosa – sempre e per sempre) ho notato che chi ha ben chiaro quale sia la propria matrice e cosa vuol dare e quindi proporre, non ha proprio bisogno di farcire i propri ws di parole ammaliatrici.
Ma lo si impara con l’esperienza, appunto. Chi ci cade, ha tutta la mia solidarietà.
E il mio dispiacere anche.
Io sceglierò sempre le persone piene di se a quelle piene di sé (cit.)
ecco perché ti seguo e consiglio sempre di seguirti.
la cornice dell’istantanea che racchiude i pensieri e i ricordi che si sono accumulati nella nostra memoria e che si sviluppano casualmente sul fondo dell’immagine, è una “fotografia” che ognuno riempie senza un suo preciso volere
non so roberto dove sia finita la mia risposta…
dunque sì, capito cosa intendi. e ci sta, ognuno riempie, o coglie, secondo il proprio.
ma questo sempre, qualsiasi fotografia credo
Caspita! mi sto perdendo…piacevolmente mi sto perdendo tra le pieghe, tra le linee, tra il segno lasciato e l’immaginazione.
effetto orgasmo! grazie Efrem
Per curiosità ho cercato in rete “ritratto creativo significato”.
non ho trovato spiegazioni,
ma,
ho intravisto una marea di WS (sul ritratto creativo appunto).
la mia curiosità, a questo punto, ha chiesto il permesso di andare a comprare le sigarette.
in effetti iara è proprio dei ws che ho intercettato. il che non fa che peggiorare la situazione. a meno che qualcuno mi spieghi di cosa stiamo parlando.
ma come se fossi un bambino. se di ritorno hai news che ritieni illuminanti… mandamele p.f.
Ciao Efrem.Non so perchè di tutta questa sintesi, mi soffermo sulla parola “soggetto”.Probabilmente vado fuori pista ,la normalità per me, ma il soggetto di una foto non è sempre l’autore?Quindi,l’autore è il pretesto?
Marco non generalizzerei… la questione del soggetto che rilevi è la sottolineatura che uso quando parlo di ritratto. dove tra cliché e equivoci assortiti si approda a una roba che ho da poco intercettato: il ritratto creativo. ma che cazzo è il ritratto creativo?
suona come il nudo artistico… e fantasia impoverita che non ha più linguaggio alcuno.
occhio alle equazioni ;)
Ho già notato la nostra divergenza sul concetto di concettuale (perdona il bisticcio).
Una definizione divertente: arte concettuale è quella che può fare a meno dell’opera d’arte.
Grande assente nella tua foto è la protagonista, l’opera, ma l’opera è la foto dell’opera assente.
Il concettuale, secondo me (e mi autocito), propone un nuovo modo di lettura sia della realtà che di ciò che correntemente viene definito arte, con una rinominazione dell’oggetto liberato dalle sue normali relazioni con il contesto in cui si colloca e analizzato ex-novo, al di fuori del suo significato storico-sociale.
Pop e Punk sono concettuali perché sconvolgono le regole senza darne di nuove.
già vilma, su questo divergiamo. ma non credo sia solo una questione di segni e parole…
non saprei dire altro. o forse non voglio :)
ma è davvero la mia matrice. o meglio la sintesi iconica
Questa foto per me è una boccata d’aria. Se ne vedono di foto, di immagini, dove sembra che ci sia lo sforzo di volerci comunicare qualcosa, ma non fanno altro che soffocarmi. Questa invece è ossiggeno, sto a scrivere ma allo stesso tempo voglio andare a rivederla perchè mi trasmette libertà, libertà d’interpretazione. In questa epoca dove tutto sembra sia fatto per strumentalizzare ben venga la fotografia che liberi le nostre menti.
Frank grazie… mi fa davvero piacere. questa è un’immagine che non ha alcuna pretesa. come tutta la fotografia che mi riguarda del resto. è ciò che vedi. basta. tutto qui…
Robert Rauschenberg espone una enorme tela tutta bianca mentre John Cage presenta ad una sconcertata platea radunata per assistere alla prima di un recital di pianoforte una composizione in tre movimenti dal titolo “Quattro minuti, trentatré secondi”, consistente in 4’33” di assoluto silenzio.
E’ il 1952, a Woodstock, l’esecutore è David Tudor, che con perfetto tempismo apre e chiude il coperchio della tastiera senza battere una nota.
Nasce la cultura pop, nasce il concettualismo, nulla sarà più come prima.
A parte la dissonanza temporale, mi sa che c’eri anche tu, su quel palco.
grazie per l’annullamento spazio temporale e le implicazioni allegate vilma!
però non la vedo così concettuale questa fotografia… proprio no.
è più figlia di una cultura punk, anche iconografica. certo modulata, però…
ma è solo l’opinione dell’autore, che come noto conta zero
Mi piace – ma perchè so che sarà roba tua – l’accostamento fitto fitto + sintesi.
Quindi resto con le antenne alzate! :)
Quel che fai con la fotografia è splendido.
Perchè coincidere con quel che ci riguarda secondo me è prezioso e gigantesco.
Non comune, non scontato.
Quindi, splendido.
ma che poi iara, è sempre quello che faccio, o che tento di fare, con l’unica cosa che mi riguarda davvero. cioè la fotografia.
più in là farò un pezzo fitto fitto, zero immagine, proprio sulla sintesi e la sua lettura iconografica
Buonasera Efrem, ma se io volessi acquistare questa fotografia, quanto mi costerebbe? E quanto grande? Può rispondermi privatamente, per favore?
Grazie
Questo sito web utilizza cookies tecnici per migliorare la tua navigazione. Cliccando "accetta", scorrendo questa pagina, cliccando su un link o continuando la navigazione in qualsiasi altro modo, acconsenti all'uso dei cookies.AcceptRead More
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
Vorrei congratularmi con te Efrem per questa intensa e splendida immagine che induce al silenzio: grazie!
grazie a te Dana
Un messaggio forte e diretto, senza fonzoli e panegirici, e questa immagine poi apparentemente scarna si apre in storie vissute…
una dichiarazione di intenti direi Stefano. poi per fortuna c’è la fotografia. che conferma o smentisce
Ha senso.
Una cosa che posso dirti è che non sono andata a vedere chi sono le persone che tengono o han tenuto questo genere di ws. Questo perché nei pochi link letti non ho trovato alcuna matrice personale dell’individuo. E quindi non mi interessa.
Sono presentazioni asettiche. Canti da sirena per capirci.
Una sirena da ambulanza però.
per esperienza personale (da curiosa e studiosa – sempre e per sempre) ho notato che chi ha ben chiaro quale sia la propria matrice e cosa vuol dare e quindi proporre, non ha proprio bisogno di farcire i propri ws di parole ammaliatrici.
Ma lo si impara con l’esperienza, appunto. Chi ci cade, ha tutta la mia solidarietà.
E il mio dispiacere anche.
Io sceglierò sempre le persone piene di se a quelle piene di sé (cit.)
ecco perché ti seguo e consiglio sempre di seguirti.
I miei dù cents :)
cara iara… un sorriso
Evoca un passato. Anni ’60. Qualcosa che non è più nel presente. Ma e’tra i ricordi
a ognuno evoca il proprio eligio. ma potrebbe anche non evocare nulla e essere uno specchio totalmente opaco. non c’è obbligo
la cornice dell’istantanea che racchiude i pensieri e i ricordi che si sono accumulati nella nostra memoria e che si sviluppano casualmente sul fondo dell’immagine, è una “fotografia” che ognuno riempie senza un suo preciso volere
non so roberto dove sia finita la mia risposta…
dunque sì, capito cosa intendi. e ci sta, ognuno riempie, o coglie, secondo il proprio.
ma questo sempre, qualsiasi fotografia credo
Guarda,
ho aperto un paio di link a caso,
ma di spiegazioni valide io non ne trovo.
Ho provato anche a ragionare in retromarcia – come potrebbe essere un ritratto non-creativo?
Ma niente…
Sono affranta.
:))))))
in effetti iara c’è di che essere affranti. e il percorso in retro ha una risposta: potrebbe anche essere un ritratto. non certo una fotografia
Caspita! mi sto perdendo…piacevolmente mi sto perdendo tra le pieghe, tra le linee, tra il segno lasciato e l’immaginazione.
effetto orgasmo! grazie Efrem
fa solo bene perdersi Biba. tanto ci si ritrova. sempre.
quasi sempre… grazie a te!
Per curiosità ho cercato in rete “ritratto creativo significato”.
non ho trovato spiegazioni,
ma,
ho intravisto una marea di WS (sul ritratto creativo appunto).
la mia curiosità, a questo punto, ha chiesto il permesso di andare a comprare le sigarette.
non è ancora tornata.
in effetti iara è proprio dei ws che ho intercettato. il che non fa che peggiorare la situazione. a meno che qualcuno mi spieghi di cosa stiamo parlando.
ma come se fossi un bambino. se di ritorno hai news che ritieni illuminanti… mandamele p.f.
Ciao Efrem: inizio a seguirti in silenzio. :)
ciao Riccardo! non ho nulla contro il silenzio :)
benvenuto!
Ed io ci aggiungo i voli che il pensiero mi suggerisce girovagando tra le pieghe di questo effimero sostegno della memoria
Roberto potrei anche condividire… ma qual’è l’effimero sostegno della memoria? sono lento, perdonami
Il ritratto creativo mi mancava XD XD XD Li fanno i fotografi creativi, giusto? :)
anche a me mancava Marco…
abbiamo parlato di sottrazione, ma fino al vuoto non ricordo
forse di assenza Giancarlo. che in qualche modo è parente
wow Efrem: questa foto mi colpisce molto, la trovo molto potente. E poi l’idea di fotografare il vuoto è una delle mie ossessioni.
sbaglio Giancarlo o ne avevamo già parlato? non ricordo a proposito di cosa…
Ciao Efrem.Non so perchè di tutta questa sintesi, mi soffermo sulla parola “soggetto”.Probabilmente vado fuori pista ,la normalità per me, ma il soggetto di una foto non è sempre l’autore?Quindi,l’autore è il pretesto?
Marco non generalizzerei… la questione del soggetto che rilevi è la sottolineatura che uso quando parlo di ritratto. dove tra cliché e equivoci assortiti si approda a una roba che ho da poco intercettato: il ritratto creativo. ma che cazzo è il ritratto creativo?
suona come il nudo artistico… e fantasia impoverita che non ha più linguaggio alcuno.
occhio alle equazioni ;)
Ho già notato la nostra divergenza sul concetto di concettuale (perdona il bisticcio).
Una definizione divertente: arte concettuale è quella che può fare a meno dell’opera d’arte.
Grande assente nella tua foto è la protagonista, l’opera, ma l’opera è la foto dell’opera assente.
Il concettuale, secondo me (e mi autocito), propone un nuovo modo di lettura sia della realtà che di ciò che correntemente viene definito arte, con una rinominazione dell’oggetto liberato dalle sue normali relazioni con il contesto in cui si colloca e analizzato ex-novo, al di fuori del suo significato storico-sociale.
Pop e Punk sono concettuali perché sconvolgono le regole senza darne di nuove.
già vilma, su questo divergiamo. ma non credo sia solo una questione di segni e parole…
non saprei dire altro. o forse non voglio :)
ma è davvero la mia matrice. o meglio la sintesi iconica
Questa foto per me è una boccata d’aria. Se ne vedono di foto, di immagini, dove sembra che ci sia lo sforzo di volerci comunicare qualcosa, ma non fanno altro che soffocarmi. Questa invece è ossiggeno, sto a scrivere ma allo stesso tempo voglio andare a rivederla perchè mi trasmette libertà, libertà d’interpretazione. In questa epoca dove tutto sembra sia fatto per strumentalizzare ben venga la fotografia che liberi le nostre menti.
Frank grazie… mi fa davvero piacere. questa è un’immagine che non ha alcuna pretesa. come tutta la fotografia che mi riguarda del resto. è ciò che vedi. basta. tutto qui…
Robert Rauschenberg espone una enorme tela tutta bianca mentre John Cage presenta ad una sconcertata platea radunata per assistere alla prima di un recital di pianoforte una composizione in tre movimenti dal titolo “Quattro minuti, trentatré secondi”, consistente in 4’33” di assoluto silenzio.
E’ il 1952, a Woodstock, l’esecutore è David Tudor, che con perfetto tempismo apre e chiude il coperchio della tastiera senza battere una nota.
Nasce la cultura pop, nasce il concettualismo, nulla sarà più come prima.
A parte la dissonanza temporale, mi sa che c’eri anche tu, su quel palco.
grazie per l’annullamento spazio temporale e le implicazioni allegate vilma!
però non la vedo così concettuale questa fotografia… proprio no.
è più figlia di una cultura punk, anche iconografica. certo modulata, però…
ma è solo l’opinione dell’autore, che come noto conta zero
si
La matrice è la cifra espressiva?
Se non lo é, la seconda può dipendere dal soggetto?
in un certo senso anche di più valeriot… proprio l’impianto che la determina.
in che senso dipendere dal soggetto?
Mi piace – ma perchè so che sarà roba tua – l’accostamento fitto fitto + sintesi.
Quindi resto con le antenne alzate! :)
Quel che fai con la fotografia è splendido.
Perchè coincidere con quel che ci riguarda secondo me è prezioso e gigantesco.
Non comune, non scontato.
Quindi, splendido.
iara – basta avere la matrice :)
Una sintesi estrema si, a parer mio, splendida.
In tutto il suo insieme – immagine & parole.
ma che poi iara, è sempre quello che faccio, o che tento di fare, con l’unica cosa che mi riguarda davvero. cioè la fotografia.
più in là farò un pezzo fitto fitto, zero immagine, proprio sulla sintesi e la sua lettura iconografica
La Matrice. Altro che Matrix. Benone, come sempre.
grazie Alessandro
Buonasera Efrem, ma se io volessi acquistare questa fotografia, quanto mi costerebbe? E quanto grande? Può rispondermi privatamente, per favore?
Grazie
certo Daniela
Meraviglia di immagine!
Anche se questo è uno dei post più duri che hai fatto: sei d’accordo?
Diletta… direi che è chiaro nella sintesi estrema
sottoscrivo … :-)
il soggetto è sempre un pretesto ed io vedo un sacco di cose ma proprio tante. mi rimane negli occhi.