L’Uno – Ué son qui
Milano che giro in tram…
Mi metto in fondo, proprio all’altezza della salita posteriore e resto lì a guardare.
In piedi, spalle a tutti, faccia al finestrino centrale e mi riempio gli occhi di dettagli di vita che diversamente non coglierei.
È un po’ come spiare…
Tu guardi ma nessuno ti presta attenzione, nessuno si accorge di te.
Il tram passa e mi protegge.
Sferraglia, accelera e curva, frena e scuote la statica.
Sa che sono lì. Sa tutto e mi culla.
Un solo pensiero, leggero. Che rimane sul tram.
E che ritrovo quando risalgo.
Se non sei mai salito sull’1, non sai nulla di Milano.
Se non hai mai ascoltato Jannacci, non puoi capire Milano.
© Efrem Raimondi. All rights reserved.
http://www.youtube.com/watch?v=Fd9-VfAecxU
L’Uno – Marzo 2013.
iPhonephotography.
Stampa inkjet su carta Fuji Satin 270 g/mq.
40×40 cm, libera e firmata sul retro.
Prima Visione, collettiva – Galleria Bel Vedere, Milano.
Questa la nona edizione.
La prima alla quale partecipo… invitato da Chiara Spat, photo editor della rivista Grazia e membro del GRIN.
COMUNICATO STAMPA.pdf
Aggiornamento 15 gennaio
É qui che mi metto…
© Efrem Raimondi. All rights reserved.
bellissima! evocativa come poche…
p.s. non ho capito se sarà in vendita (spero di si)
confermo: è in vendita, marco
una visione per chi sa osservare
anche io mi metto lì, nel tragitto da cadorna agli studi conde!
Una poesia di Paola Pennecchi dedicata all’ 1:
Mio caro 1
mia dimora errante,
hai il nome del
“divino principio”
e le ferraglie
dell’imperfetto.
Sui tuoi binari
ho percorso
chilometri
a migliaia,
senza quella fatica:
dover
badare
alla rotta.
E sono invecchiata
e poi tornata
ragazza
ricongiungendo
le parti
disperse di me.
Grazie 1.
Quel tuo lento
avanzare è stato come
un balsamo di culla
nelle ore del buio.
Ad ogni fermata
una storia, un viandante
da allacciare al mio destino.
E alla salvezza.
Una fotografia strana: tra neorealismo, avanguardia sovietica, cinema
mi picciono tutti e tre, francesca… sarà questo
Quanti numero 1 nella mia vita (abitavo in Sempione)!
Capolinea Greco, se ricordo bene, terra misteriosa dove non sono mai arrivata…..
Un vecchio tram e Jannacci, tutti e due rassicuranti e sgangherati in una città che ho imparato subito ad amare.
Anche se Genova per noi………
ma in effetti prendersi la licenza di arrivare al capolinea! così per vedere… per uscire dal segmento conosciuto. che poi sul tram il panorama cambia
è assolutamente vero, il capolinea ha un suo fascino incomprensibile, la fine, oltre non si va, e quando ci arrivi scopri che l’oltre non è poi così misterioso, c’è un pezzo di città normalissima. Al Politecnico di città studi c’era il capolinea di un altro numero che non ricordo (forse il 33), tutti giù, c’era lezione……..
Odio la metropolitana, ha cambiato radicalmente quello che si potrebbe chiamare il ‘senso del viaggio’.
Perché là sotto il viaggio non si svolge più nello spazio, ma nel tempo, ormai si parla di progetto urbano ‘time oriented’, Il panorama urbano non conta più, là sotto il percorso è un alternarsi di buio e lampi che non forniscono alcuna informazione sulla direzione, il tracciato, i luoghi, un viaggio cieco che termina con l’emersione alla luce in uno spazio urbano raggiunto senza sapere come.
Vuoi mettere il tram……..
ah be’! tram, numero uno. ma la metro la metto al secondo posto. perché è davvero come dici: binomio spazio-tempo.gli autobus, quelli urbani intendo, non mi piacciono. e se penso ai filobus mi rimbalza a quando ero bambino, a un’immagine sbiadita dalla nebbia in zona corvetto. e zona sempione, parte opposta… belli fermi sul ciglio. che ci passavo ogni tanto di lì. tutti e due i di lì. il tram ha conservato un fascino… che descrivere non saprei ;)
È inequivocabilmente un grande affresco milanese questa immagine: è proprio l’uno che arriva Per curiosità, dove?
largo cairoli… 29 marzo 2013 – 19,50
C’è tutto il tram in questa fotografia!
C’è tutto un mondo nelle tue parole!
C’è tutta Milano in Jannacci.