La notte è un luogo.
Non un tempo…
Uno spazio nero céliniano che spazza via tutta ‘sta massa di orpelli e fastidi diurni: ‘st’accozzaglia accumulata nei secoli e che ogni mattina si ripresenta puntuale… il fatto che qualcuno riesca a sublimarla, finendo anche per essere appeso in un museo, non lenisce lo strazio di chi appeso non ci finisce.
Après.
La notte costringe a una scala visiva diversa. Ed è una manna se fai fotografia.
Perché pulisce, sottrae.
E il suo buio avvolge anche te.
Ma per quanto possa essere pesto il buio nel quale ti trovi, c’è sempre una luce da qualche parte. E la vedi distintamente.
Così un cerino diventa Sole.
Ci si misura con un altro ordine, quello dettato dalla sproporzione tra ciò che vedi e ciò che vorresti vedere. Ma la notte ti nega.
E ne devi prendere atto: è inutile andare a rovistare nei cespugli o dietro gli angoli dei marciapiedi nel tentativo ultimo di strappare alla notte una vista che non vuole darti.
Ciò che non vedi è soggetto al pari di ciò che vedi!
Perciò ficca entrambi nel tuo rettangolo.
Alla pellicola è subito chiaro. Perché è un supporto tendenzialmente neutro che non ha alcun mandato se non quello di coaudiuvare le intenzioni di chi la maneggia.
Entro il limite chimico, e fisico, della condizione che deve registrare.
Non ha alcuno scopo messianico e non intende salvarti dalle tenebre nelle quali ti trovi.
Anzi ti implora di assecondarle. Se no dà un immediato forfait.
E tu, rimani muto.
Il digitale invece no. E ha un ego che, diciamolo, ci guarda – proprio noi – con profondo disprezzo.
Il suo mandato è congenito: dimostrarci che ci vede meglio.
E non perde occasione per sottolinearlo.
Dobbiamo rimetterlo al suo posto! Cioè quello di mero supporto.
Altrimenti, se è nella notte che pirliamo, lui tenderà a pirlare per fatti propri. A rovistare tra cespugli e angoli di marciapiedi al solo scopo di dimostrarci per l’ennesima volta che lui può arrivare ovunque.
Perché è inutile: di cosa sia la percezione, se ne fotte.
Non è una colpa, è la sua natura. Mentre la colpa, e grave, è nostra se lo lasciamo fare.
Ma noi abbiamo una percezione? O ci appiattiamo al dettato del registratore di turno?
Più la notte è avvolgente, più la luce che trovi è squarciante.
Se non la trovi, portacela tu.
Fossero anche i fari della tua auto.
Che la trovi o che la porti, la luce è soggetto più che in qualsiasi altra condizione.
Più miri la luce che c’è, più è notte.
Io me ne occupo fin dove arriva. Non un millimetro oltre.
E da lì espongo senza tentennamenti dritto in faccia.
Qualsiasi faccia la luce abbia, è solo attraverso la sua esposizione che puoi restituire la notte che stai attraversando.
E non c’è alcuna delega, alcun automatismo che possa restituire la tua percezione.
Una questione di simbiosi…
La notte ha i tuoi occhi. Chiudili.
© Efrem Raimondi. All rights reserved
From the series Appunti per un viaggio che non ricordo, Polaroid 1998. Available light.
From the series Appunti per un viaggio che non ricordo, Polaroid 1998. Available light
From the series Landscape, 2014. Full frame digital camera. Flash light
From the series Landscape, 2013. Full frame digital camera. Flash light
Vasco Rossi, 2009. V-ide Eyewear adv. Medium format digital camera. Flash light
From the book TABULARASA, Mondadori 2012
Rossella Rasulo, 2014. INTERNI magazine. Full frame digital camera. Flash light
Baustelle, 2010. Gioia magazine. Compact digital camera. Flash + available light
Laura Maggi, 2012. Playboy magazine. Medium format digital camera. Flash + available light
From the series InstaRanda, 2015. iPhone 4s. Available light
From the series InstaRanda, 2014. iPhone 4s. Available light
From the series InstaRanda, 2013. iPhone 4s. Available light
From the series InstaRanda, 2015. iPhone 4s. Car lights
From the series Landscape, 2015. Full frame digital camera. Available light
From the series InstaRanda, 2015. iPhone 4s. Available light
From the series InstaRanda, 2014. iPhone 4s. Available light
From the series Landscape, 2015. Full frame digital camera. Available light
From the series Gattini, 2002. 35 mm color negative film. Flash light
© Efrem Raimondi. All rights reserved
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Condivido tutto ciò che hai scritto, anche se le mie istanze personali diurne sono poco minimal …
Complimenti scatti vellutati sempre con questa luce che sembra senza fonte diretta .
in alcuni casi, Eliana, è quella che trovo. in altri quella che porto. insomma non divergo dalla riflessione che ho fatto :)
grazie per i complimenti, sono sempre graditi.
in che senso le tue istanze diurne…
….il buio esalta la luce e viceversa, l’uno non esiste senza l’altra. Si, credo che ogni notte abbia la sua luce, io spesso e forse erroneamente, chiamo buio la notte, non faccio distinzione se non quando ne parlo in accezione molto negativa, allora la notte è quello spazio in cui vivo il mio buio.
Fotograficamente parlando credo che oltre la tecnica si debba conoscere a fondo l’arte e sapere ciò che si vuole ottenere scattando, “chiudere gli occhi” senza conoscere è come esser cechi e senza il cane guida.
Sempre bello il confronto con te. Notte
“La notte è un luogo.
Non un tempo.
Basta questo per iniziare a perdersi nella notte, ho sempre pensato non sia tempo ma spazio, uno spazio che avvolge e rapisce portandomi in luoghi in cui di giorno non ho il coraggio di andare e catturare in qualche modo la notturna luce è sublime estasi, è entrare in me stessa.
Il “non vedere” ci obbliga a scrutare, osservare, capire dove stiamo andando, il “non vedere” ci aliena dal quotidiano giorno, dilata lo spazio ….perchè la mente va oltre la lieve luce che possiamo portarci appresso.
Per questo luogo emozionante preferisco la luce naturale della luna, ho la fortuna di vivere in un luogo in cui mi è facile camminare sull’argine del fiume quando il mondo dorme e il mio mondo si sveglia. Non saprei catturare con una foto quegli spazi, non è il mio mezzo espressivo anche se m’incuriosisce e ogni tanto sperimento, forse farei un semplice scatto completamente buio in cui ogni osservatore può mettere le sue “stanze” i suoi “luoghi”. Forse per questo la seconda polaroid che hai pubblicato è ciò che si avvicina di più ai miei luoghi notturni: una luce, una macchia bianca che spacca il buio ma al contempo può esser vista come luce divorata dallo spazio buio che vuole restare integro nella mente di osservatori distratti ad “occhi chiusi”
Grazie Efrem per le belle riflessioni e per le foto.
Manuela
Manuela – Moyenne Corniche… Costa Azzurra. la polaroid che dici.
credo che ogni notte abbia la sua luce. che non prescinde dal buio. ed è solo nell’accettazione del buio che vediamo, la luce. soprattutto fotograficamente. grazie a te!
efrem – assolve dal peccato perché nasconde col pietoso velo del buio orpelli e fastidi, autorizza ad ignorarli, ciò che non si vede non esiste, specie ciò che non vorresti vedere.
e così facendo assolve l’impegno del patto che da sempre ha sottoscritto con l’uomo, esentarlo dall’esplorare quel “millimetro oltre” e chiudere gli occhi.
sulla soglia dell’abisso.
vilma – ecco… perfetto. una scelta che in fotografia prevede che tu ne abbia idea e sappia cosa fare quando il supporto che usi continua a sostenere che sei un idiota cieco, e ti restituisce cieli, sottocespugli e angoli nascosti di marciapiedi come fosse mezzogiorno. e alla fine ti convince pure. il primo che mi viene a dire che mai come oggi la fotografia sia florida… direi che è cieca
la notte per sua natura nega ma non annulla, porta in scena un soggetto che esiste nascosto e che diventa reale proprio per il fatto di essere celato, non si potrebbe nascondere il nulla, un fotografo lo sa bene!
Borges dice che “la notte ci piace perché, come il ricordo, sopprime i particolari oziosi”, a me, non so perché, piacerebbe dire che la notte assolve.
vilma – assolve dal peccato o assolve un impegno?
Un tizio di nome Jovanotti scrisse: “la notte fa il suo gioco e serve anche a quello
a far sembrare tutto, tutto un po’ più bello.” Coincide!
Paolo – a volte sì :)
Efrem! Credi alle voci fuori dal coro? Ascolta questa: quello che scrivi è banale e la tua FOTOGRAFIA (tutto maiuscolo come piace a te) fa ribrezzo. Ti è piaciuta? Stammi bene e sorridi
Zeno – zeno e poi? comunque sì, e sorridi anche tu però, perché mi è molto piaciuto quello che hai scritto. dico davvero
La notte è mille volte più riflessiva del giorno, è capace di espandere il tempo.
Ciao
Eugenio – è moooolto mreno rumorosa. sì.
ciao!
Sto osservando, proprio adesso, la gente muoversi sotto il picco del sole. Già stanchi alle 9.41. Incazzati. Viandanti frettolosi. Risate roboanti o parole urlate. Caffè con i piedi.
Rosario – caffè con i piedi?
La notte e’ la vita della città, della natura, E’ supremazia pura del cemento et della natura sull’uomo dopo che durante il giorno l’uomo con il suo fare le costringe ai suoi modi et voleri. Dolce et magica e’ la notte.
Michele – ma sa essere anche davvero nera. e di fuoco
Grazie…
Vanessa – … grazie anch’io
Ben detto/fatto.
L’ultima immagine è proprio quella giusta per chiudere la serie.
marco – assolutamente… un gatto nero nella notte è un incontro meraviglioso
Queste immagini sono davvero céliniane: stupende. Emozione pura. La notte ha i tuoi occhi Efrem… buonanotte. Ciao!
Valeria – céline grande amore. grazie valeria. di cuore
Che bel racconto e poi le parole! Pulisce e Sottrae, le trovo bellissime..Ciao Efrem
Max – ma in realtà è un po’ anche un’indicazione di percorso. anche tecnico a ben vedere. la notte che ricordo ha bisogno di una maggiore decisione adesso, per esprimersi appieno… ciao!
La notte è pulita. Ogni forma è spontanea. E tu sei grandissimo, come sempre!
Rosario – non so quanto spontanea… forse stanca di sostenere la parte diurna. noi però possiamo barare.
grazie davvero per la stima