Alex Schwazer

Giugno 2011. © Efrem Raimondi. All rights reserved.

Questo è un blog di fotografia, vero.
Ma ci sono anche le persone da me ritratte, che almeno in quella circostanza ho incontrato. E ci ho passato del tempo. In quel tempo un’opinione te la fai.
Non è la verità, che non inseguo ossessivamente. Anzi non mi riguarda. Ma non è neanche un’idea astratta. Né limitata al grado di simpatia. Non millanto niente: i fotografi hanno un’epidermide a vari strati. Tutti piuttosto sensibili e sfumati. E non solo alla luce, spesso anzi al buio. A ciò che non si vede. Anche se non sempre trova forma in una fotografia.
Io non fotografo eroi. Ma uomini e donne. E credo, spero, si veda.
Alex Schwazer l’ho fotografato per un progetto Mondadori un anno fa.
E questa è un’istantanea in una pausa.
Una giornata lunga, dalle sue parti in Sud Tirolo.
Si è riso, scherzato, fatto sul serio. Chiacchierato della sua vittoria olimpica a Pechino, della marcia e dei sacrifici che comporta.
La notizia di questi giorni mi ha davvero sorpreso. Tanto che se non avessi sentito dalla sua viva voce l’ammissione di doping non ci avrei creduto.
Ho poi visto la conferenza stampa da lui indetta: impressionante!
Tutto sembra un suicidio, sportivo e mediatico. La scelta deliberata di tagliare nel modo più traumatico e disonorevole possibile per un atleta… per un campione olimpico! Uno che andava a Londra col titolo in tasca!
Solo che non ce la faceva più. E non sapeva come fare. Questo è ciò che ha detto.
Oltre a una serie di altre cose. Tutte da ascoltare per bene.
Non entro nel merito della vicenda. E certo non giustifico il doping.
Credo però che ci si trovi di fronte a una situazione imprevista e nuova. Molto diversa da tante altre. Almeno mi sembra.
Questo è un blog di fotografia. E ai fotografi non è chiesto di dire la loro. A qualsiasi pirla televisivo o pseudo fighetta dell’ultima ora sì, ma ai fotografi no. Per una volta me lo concedo.
E spero che coloro che hanno la cortesia di frequentare queste pagine me lo perdonino.
È che proprio davanti a ‘sta crocefissione non è possibile tacere.
Io non fotografo eroi, ma uomini. E sono contento di avere ritratto Alex Schwazer.

© Efrem Raimondi. All rights reserved.

Assistente fotografo Giulia Diegoli

Fotocamera Hasselblad H3D II-39, con ottica 50 mm.
Flash Profoto

27 thoughts on “Alex Schwazer

  1. Bellissimo post e bellissima foto, ricordo esattamente quando la vidi arrivare sul monitor!
    Io credo che in certi casi davvero serva solo ascoltare in silenzio e riflettere, personalmente ho provato molta tenerezza per questo ragazzo che piange in conferenza stampa lasciando trasparire tutta la fragilità di un ventenne che non riesce a tenere il peso (anche fisico) di un successo olimpico. Secondo me il problema è che a quei livelli, una volta raggiunti certi traguardi, poi tutti si aspettano che tu sia sempre così prestante, sia sempre un atleta da oro alle olimpiadi, una macchina da guerra come può essere un Bolt per esempio. Ed ecco scoppiare il putiferio quando come dici tu si scopre l’uomo, e non l’eroe. Parole azzeccatissime. Il resto è crocifissione e non è un ambito che ci riguarda.

    • in effetti lo stupore iniziale ha lasciato spazio alla tenerezza. e alla incazzatura subito dopo.
      bello il doppio momento: uno scatta, e zac! compare l’immagine sul monitor. è che a volte verrebbe voglia di chiudere tutto e andare al mare… non è questo il caso. però ci vorrei ragionare un po’ su ‘sto momento, quello della “apparizione” intendo… che non è come con la pola dei bei vecchi tempi andati… ne chiacchiereremo.

        • l’alchimista…
          è che il termine “apparizioni” mi fa pensare a qualcosa di soprannaturale. quando poi basta un cavo firewire.
          mentre è “sparizioni” che mi rimanda a qualcosa di concretamente possibile.
          mi conforta quindi la tua abitudine alle apparizioni… :)

  2. Io non sono un fotografo, quindi posso parlare? La questione del doping io invece la conosco bene e da anni. Chi è, come è, come si fa, quando si fa, dove arriva e dove porta.
    Io ti sono grato per aver aperto questa pagina oltrepassando l’ingoranza che vuole schierarsi pro o contro qualcosa. Il punto che c’è sempre un eroe e c’è sempre un nemico, proprio nella misura in cui viene istituito l’eroe. E un secondo dopo che la notizia è uscita, migliaia di persone a twitterare pietà o insulti. Avevano già un’idea su tutto, sono diventanti esperti di sport, medicina, psicologia, sociologia con un’ANSA.
    E hai perfettamente ragione nel dire che lui sembrava un gigante in quella conferenza stampa. Per tentare di essere libero si è -neanche troppo figurativamente- suicidato. E’ paradossale ed è proprio questo paradosso che illumina il paesaggio retrostante alle quinte.
    Io posso dire solo che mi sono sentito orgoglioso della sua uscita da “Ecce Homo”. Ho sentito che può essere l’inizio di qualcosa, una rotella di un ingranaggio complesso che scatta. E spero che continui con le rivelazioni, perchè quelle cose da sentire bene che ha detto, le ho sentite molto bene. E io so per certo, che quelli che cadono sempre in piedi, non se lo meritano proprio perchè sono la causa di tutto.

    ciao

    • ecce homo! puoi ben dirlo marco.
      ma temo che quelli che cadono in piedi, sempre, non mancheranno neanche questa occasione.

      • Tu sei pragmatico Efrem. E il pragmatismo porta alla sfiducia, che trapela. Non sono in disaccordo con te, ma spero che presto o tardi qualcosa cambi. Se non pensassi così farei molta fatica a trovare un senso nel stare in mezzo alla gente, senza fare di tutta l’erba un fascio.

        ti ho girato una mail!

        • pragmatico io??? è una delle rare volte che me lo sento dire marco!
          poi magari è vero che si cambia…
          capisco la tua ostinazione però, anche se la fatica comincio a sentirla.
          appena riesco leggo la e mail… solo che ho dei problemi di rete nel rispondere. sona in una zona un po’ a singhiozzo.

    • credo laura che ci siano in giro troppe risposte, in genere preconfezionate.
      e trovo che la conferenza stampa sia stata davvero opportuna. in questo affiancato da giulia mancini, sua manager.
      nonché della kostner. e che conosce perfettamente il fatto suo. una collaborazione fondamentale, credo, per schwazer. soprattutto in questo momento.
      l’ammiro… non credo sia facile, ma non l’ha mollato. a differenza di altri.

  3. Efrem, questo è un bellissimo ritratto, intimo, fragile, umano, che visto oggi sembra avere un sapore quasi profetico. ma spieghi benissimo tutto tu quando dici che non fotografi eroi, ma uomini e donne. questa immagine e quello che hai scritto è ciò che avrei voluto vedere e leggere a proposito di questa vicenda, e l’ho trovato qui sul tuo blog, grazie.

    • grazie giancarlo, in effetti é cosí… la fotografia epica non é nelle mie intenzioni.
      ma quanto a fotografare, o meglio, a mostrare, ormai vale tutto. sono le parole, quelle dette e quelle non, che in questa vicenda pesano. in quella conferenza, lí dentro, lui sembrava un gigante!
      io sono un fotografo… non un opinionista, non un giornalista. mi sono concesso questa eccezione per la grande rabbia che ho provato.

      • hai fatto bene a concedertelo, soprattutto perché fra quello che ha detto prima con questa foto e quello che hai scritto dopo c’è perfetta coerenza. non un mito da osannare o denigrare, ma un uomo da comprendere e soprattutto rispettare

  4. La verità è che nonostante tutte le persone che ci girino intorno, siamo tutti maledettamente soli. Più che le parole mi han fatto impressione i silenzi, come quando qualcuno gli ha detto: “ma con tutti quelli che avevi a disposizione, proprio quelli sbagliati dovevi consultare?”, lui ha risposto: “ma chi?”… silenzio! Eppoi va bene tutto, ma che senso ha la 50km di marcia? (io ho fatto anche qualcosina di marcia, ma una specialità più assurda non la trovo). Io ci credo quando uno dice che marciava per lavoro e non per passione.

    • vero… ci sono stati un po’ di silenzi piuttosto rumorosi.
      se ti piace tutto ha un senso. ma appunto, l’impressione é che ormai gli facesse proprio schifo: 50 km o 1 metro era lo stesso.

  5. Questa fotografia la trovo secca e contemporaneamente delicata.
    Strano trovarsi un articolo come questo sul tuo blog Efrem, ma poi si legge e si capisce la tua coerenza. E la tua sensibilità. Uguale alle tue fotografie che non sono mai facili. Direi per palati piuttosto raffinati.
    Quello che è successo in questi giorni a Alex Schwazer è veramente immorale e mi fa piacere che ci sia qualcuno che non si unisce al coro.

    • sempre molto cortese valeria… ringrazio. quanto ad alex schwazer credo che dopo la conferenza che ha tenuto qualcuno in più che diverge ci sarà!
      almeno spero.

      • Ho visto solo qualche frammento della conferenza ma mi è bastato per condividere quello che dici e spero anche io che sia servita, ad aprire gli occhi a qualcuno.

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