Playboy-Piccinini

Francesca Piccinini, Milano, novembre 2011.

Quando sono stato convocato da Marco Basileo, nuovo direttore di Playboy, e dalla photo editor, Sara Emma Cervo, non sapevo davvero cosa aspettarmi. Il Playboy che avevo sbirciato era lontanissimo da ciò che penso debba essere una rivista.
Questo in generale. Nello specifico poi del soggetto, il corpo della donna, era proprio inavvicinabile per me: merce pura…e neanche rara a dire il vero. Le quattro ore di discussione con entrambi sono state la premessa alle immagini pubblicate nel numero 31, dicembre-gennaio 2012: soggetto, Francesca Piccinini.
Si fa in fretta a dire Playboy…si fa in fretta a bollare tutto di maschilismo. Di questi tempi si fa in fretta anche a chiederne la chiusura. Tra l’altro da un palco zeppo di donne biotte.
Quello che invece non si fa in fretta, è cambiare una rivista.
Playboy è un maschile. Che si occupa non di donne, ma dell’idea maschile della donna. Che contrariamente al luogo comune, non è monolitica: per alcuni andrà bene, ma a me non basta la vista di un paio di tette e due chiappe per armare la fotocamera.
C’è differenza tra nudo e biotto…del primo se ne occupano alcuni, del secondo chiunque. Un po’ come un indossato generoso e uno discinto nella fotografia di moda. C’è una grande differenza. Infatti il primo è fotografia, il secondo pornografia confezionata per accedere all’edicola senza veti, sotto l’ombrello di una rivistina trendy. Ne nascono una cifra di riviste intelligenti che usano una fotografia ammiccante incline alla volgarità, alla mercificazione tosta e subdola. Solo che tinteggiate di glamour sembrano essere un’altra roba. Invece è la stessa merda di sempre. Solo contemporanea.
Ne nascono di troppo intelligenti…ma ce ne fosse una, fatta da donne, che racconta il maschio sul proprio fronte. Invece siamo zeppi di maschili fatti per il maschio, dove la declinazione è semplicemente lo status.
La fotografia che intendo fare per Playboy non ha l’urgenza della figa. Con la complicità della redazione spero di poter raccontare la fascinazione. Quella almeno che sento io nei confronti dell’universo femminile, e che ha declinazioni incommensurabilmente più sfumate del solito ombelico maschile.
Per questo intendo chiedere a Marco Basileo di ritrarre per Playboy Geppi Cucciari

Credit: foto ass. Giulia Diegoli, stylist Michela Sachespi, stylist ass. Alice Pasquale,
hair e make up Giulia Lancia.

© Efrem Raimondi. All rights reserved.

Fotocamera: HASSELBLAD H3D II-39, 50 e 80 mm
Flash: Broncolor

© Efrem Raimondi. All rights reserved.

NON pubblicato…
© Efrem Raimondi. All rights reserved.

31 thoughts on “Playboy-Piccinini

  1. secondo certe teorie a noi donne vedere uomini nudi non farebbe nessun effetto (sic!) perché saremmo più sensibili alle stimolazioni tattiche che a quelle visive, e così spiegherebbero anche lo scarso interesse delle donne per i film porno. Salvo che di solito in quei film gli attori maschi non sono affatto scelti per piacere alle donne, per esempio (si dà il caso di un’eccezione, un pornostar giovane e carino che sta facendo avvicinare molte signore al genere, leggevo sul Guardian).
    Diciamo che la funzione sviluppa l’organo (l’occhio!), e l’allenamento non è mai stato socialmente incoraggiato…

    • l’angelo del focolare non ha cattivi pensieri. neanche quando è al tombolo.
      interessante il tuo blog. anni ’70… viva mag non la conoscevo. alcune immagini attualissime. e comunque un’altra struttura.

  2. arrivo qui seguendo le tracce di Dana che ringrazio, finalmente qualcuno che si chiede perché non esiste una rivista dove le donne esprimano il loro sguardo sull’uomo….negli anni ’70 foto erotiche “per signora” le mostrava Viva, era fatto da uomini ma ci scrivevano e fotografavano donne eccellenti.
    http://unaltradonna.wordpress.com/2012/02/23/are-you-ready/

    si è detto che la rivista non è durata perché l’erotismo delle donne non è visivo – beh io non ci credo affatto, conosco molte artiste donne che ritraggono l’uomo con quel tipo di sguardo. E’ un problema culturale, piuttosto.

    Per il resto visti i temi che tratto sul blog mi fa molto piacere quello che vedo e leggo qui, la “plastica” purtroppo è funzionale al potere e al mercato, ma non è detto che periodicamente non si possa strappar via.

    • condivido ciò che dici.
      in che senso l’erotismo delle donne non è visivo?? cioè siete prive del senso della vista?
      piatto piatto: il culo maschile suscita ribrezzo ed è sconveniente parlarne?
      certo che è un problema culturale…
      faccio un giro sul tuo blog. grazie per averlo linkato.

  3. credo dana, che sia una scelta obbligata. non tanto quella di youporn (ognuno faccia come gli pare), quanto quella di provare a cambiare registro. e si può anche senza girare troppo al largo…forse.
    la vera sfida è questa.

  4. la pornocrazia trionfa ormai da anni in ogni dove. complimenti per la tua sfida estetica che vuoi portare in Playboy, mi auguro vivamente che ti lascino libertà creativa …e a quelli che hanno urgenza per la figa che vadano a sfogarsi in youporn!!!

  5. Complimenti Efrem, si percepisce la forza e la determinazione della tua idea di fotografia, è giusto che trovi spazio anche qui, non esistono stanze chiuse, esiste un mondo, sempre da scoprire e da mostrare…

    • lo spazio mediatico è cambiato. non è più esclusivo. l’attenzione sta nel non sbronzarsi e capire cosa farne.
      qui io tento di dire delle cose che altrove sono evidentemente negate.
      ci provo. grazie claudio.

  6. Ho paura che la Geppi non sarebbe disponibile a indossare le orecchie da coniglia…. neanche per spiegare perchè vorrebbe far chiudere un giornale come Playboy…

  7. Per tette e culi c’è già internet e buona parte della televisione, sulla carta è giusto che rimangano i contenuti e i sentimenti. Quelli veri.
    Mi associo, sarebbe bello se la tua proposta venisse accettata.

    Ciao

    Claudio

  8. Ti tirngrazio Efrem,
    per l’apprezzamento sul mio lavoro. Fanno bene anche i complimenti.
    Sono troll, lo so, quelle del calcio in Angola le avevo proposte a Verdelli, quando era ancora a Vanity… :P
    La depressività del sistema mediatico è ben calibrata, lo dissi qualche anno fa in una conferenza e poi andai a farne reportage, da bravo bambino:

    http://www.fotoinfo.net/articoli/detail.php?ID=219

    Un sistema preciso che produce 121 milioni di depressi e 950 mila morti dirette.

    http://www.who.int/mental_health/management/depression/definition/en/

    Per fortuna qualcuno si sta svegliando.

    http://www.repubblica.it/persone/2012/02/10/news/top_model_sorriso-29543899/

    Non che sia direttamente collegato ma la plastica è tenuta per mantenere il controllo. Quale resa ha la depressione per le industrie farmaceutiche? La depressione produce reddito, la magia del marketing del nuovo millennio è l’autoacquisto. In tutto il mondo sanno sorridere, e anche noi non l’abbiamo dimenticato: è ora di farle vivere queste belle statuine.
    La gnocca è gnocca, se poi è viva: evviva!
    Evviva anche il lupo!
    Avanti così!

    • quelle del calcio in angola le avevo viste: stupende! davvero forti. e tenere.
      tra l’altro se trovo un link me le rivedo con piacere.
      io non sono un reporter (ma non ho dei sensi di colpa), però ho la presunzione di riconoscere la buona fotografia.
      anche quella furbetta a dire il vero

      • Se vuoi quelle foto son qui. I Lamb a suo tempo mi diedero i diritti pro-bono per quella musica, ci sta troppo bene:

        http://dl.dropbox.com/u/47262222/PORTFOLIO/angola_ENG.swf

        Sai, poi, ci vuole pelo sullo stomaco a fare foto “furbette” in certe condizioni e la mia indole troll (sangue verde) mi carbonizzerebbe all’istante.
        Comunque vero: ci sono una marea di foto furbette, fatte da sciacalli e usate e abusate da furbi per falsa cultura.
        Millantare è il verbo della nuova repubblica, se è verosimile è vero. Per la proprietà transitiva. Ma sono incline al turpiloquio, quindi taccio.
        W il lupo.

  9. Complimenti Efrem,
    per il blog e per l’idea di staccare la pellicola di plastica dal corpo delle donne. Il soggetto che proponi rischia però di essere distante (e lo sai) dalle esigenze dell’uomo contemporaneo, dall’ego fragile che vive la donna come materia e non come sostanza. Ho sempre cercato qualcuno che condividesse una visione altra della bellezza femminile, quella reale basata sulla cultura da cui veniamo:

    http://www.london-photographic-association.com/site/pages.php?fid=0,9,182,395

    Ma anche questo è una questione di target. E allora la cultura latita.
    Ho anche proposto a qualche rivista di moda un reportage sulla lebbra, a continuare la ricerca dell’umanità sotto la plastica (e sai quanto una malattia che decostruisce l’uomo possa essere “impegnativo” come soggetto per chi fotografa modelle):

    http://www.k-note.it/Face
    http://www.succoacido.net/showagenda.asp?id=1744

    E le risposte sono state composte e contrite ma comunque negative. Ovvio: non si filosofa col martello. Forse il tuo invece è l’atteggiamento di sfida migliore, comprensibile solo da chi ha l’intelligenza per andare oltre il breve termine.
    Chissà…In bocca al lupo!

    Fabiano

    • guardato bene i link, e letto: concordo su tutto (mi piace il tuo lavoro, complimenti).
      in questo senso è incredibile come la gente, anche quella che soffre, trovi sempre il sorriso. a differenza dello stereotipo patinato che vuole tutti incazzati. soprattutto ‘ste modelle, malgrado loro probabilmente.
      la pellicola di plastica, come dici tu, è necessaria per stabilire la direzione mediatica di concetti prepotentemente in sella.
      io non ho nulla, assolutamente nulla contro la bellezza, compresa quella formale da bella figa…è una parte del vedere.
      come rappresentarla è tutta un’altra faccenda. e intendiamoci, non sono distaccato nei confronti della materia: è il modello mediatico che mi ripugna. e questo sì, trovo che la bellezza si condensi nello sguardo, quella roba che è la proiezione vera dell’io di ognuno. e a volte non c’è. a volte puri soprammobili…e che mi frega del soprammobile.
      certo che anche tu! proporre un lavoro sulla lebbra!! a delle riviste di moda!!!!
      apprezzo sempre l’atteggiamento punk, ma il suicidio?!
      vero! rischio di essere distante. ma il fatto è che lo sono da tutta ‘sta messinscena quotidiana.

      lunga vita al lupo! basta farlo crepare..

  10. Caro Efrem… Geppi Cucciari così come Teresa Mannino ( per parlare dello stesso background comico in quel di Zelig ) sono donne assai piacenti… purtroppo “l’urgenza della figa” è la malattia del nostro secolo. Per il resto avanti con i carri, sono con te! ;)

  11. Una Sarda testarda ritratta da un Lombardo. I casi sono due, o partorite un capolavoro o vi prendete a testate. E in quel caso, caro Efrem, preparati per la sconfitta…La testa di un Sardo è fatta di un materiale segreto portato sulla terra da una strana civiltà aliena.

    • da un lombardo testardo…specifico.
      ritratta l’ho già ritratta…per il suo libro mondadori “meglio un uomo oggi”. per cui so di cosa stai parlando. quanto a ritrarla per playboy è solo un auspicio. ma la vedo dura. molto dura.

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