UNPACKING – INTERNI magazine

INTERNI magazine N 708 - Cover by Fernando CobeloUNPACKING il tema di questo redazionale per INTERNI magazine, numero doppio gennaio-febbraio.

Con gli imballaggi ormai più o meno tutti abbiamo una frequenza implementata dal Covid: le spedizioni in alcuni settori merceologici registrano anche un + 183% e siamo fermi ai dati di giugno.
Ricordo durante il lockdown, quello serio, le automibili in coda fuori dalle discariche in attesa di buttare cartone – liscio, ondulato, sagomato – polistirolo, truciolo in paglia, pluriball, polietilene espanso eccetera. Tanto eccetera.

Ecco appunto, tutto arriva in forma composta, poi però c’è da sballare – in tutti i sensi – e ognuno lo affronta a modo suo.
A volte perdo la pazienza e su alcuni imballaggi mi accanisco con rinnovato furore infantile più o meno simile a quando aprivo i regali sotto l’albero di Natale…

Qui, in questo percorso, zero furore. Anche perché il mio interesse è stato in parte concentrato sull’atto di disimballare creando una sorta di sequenza utile al dopo, a quando tutto doveva essere rispedito al mittente.
Comunque non si riesce mai a ri-imballare come nella versione originale, anche se ti impegni, anche se fai un documentario dettagliato da due terabyte.

E questa è la vera sostanza dell’imballaggio: l’originale non è riproducibile.
Se sei davvero abile, è riciclabile.
Insomma un’opera contemporanea con inclusa performance di chi l’acquista.
A volte.

Efrem Raimondi for INTERNI magazine © All Rights ReservedJean-Marie Massaud per Poliform – Mario Cucinella per Artemide, Calvi Brambilla per Pianca

Efrem Raimondi for INTERNI magazine © All Rights ReservedBobo Piccoli per FontanaArte – Odo Fioravanti per Pedrali, Giulio Cappellini e Antonio Facco per Cappellini

Efrem Raimondi for INTERNI magazine © All Rights ReservedJacopo Foggini per Edra – Fabrice Berrux per Bonaldo, Matteo Thun e Antonio Rodriguez per Désiréè

Efrem Raimondi for INTERNI magazine © All Rights ReservedDraga & Aurel per Baxter – Jona Vasconcelos per Roche Bobois, Yannis Ghikas per Miniforms

Ho fotografato nello studio di Laura Majolino, uno spazio ospitale che conosco, sfruttando gli scorci.
Una volta tanto non usando luce flash ma continua a 3.200° Kelvin.

Stylist Nadia Lionello
Cover by Fernando Cobelo

Efrem Raimondi for INTERNI magazine © All Rights Reserved© Efrem Raimondi. All rights reserved.

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FC • FOTOGRAFIA E[È] CULTURA – magazine

FC FOTOGRAFIA eccetera – prima o poi riuscirò a scriverlo per intero – terzo numero DICEMBRE 2020.
Certo che doveva uscire prima, più o meno un anno fa, ma come sappiamo eravamo nel bel mezzo di questa pandemia.
E tutto bloccato.

Un numero ricco di contributi, come sempre, come prima.
Quello che ha questo magazine è che è un luogo di riflessione sulla e intorno alla fotografia. E di questo ce n’è un grande bisogno.
Soprattutto oggi, che si fa in fretta a dire fotografia.
E si fa ancora più in fretta a farla. O meglio, si fa in fretta a produrre fotografie, quanto a fare fotografia la questione, oggi, è molto più complessa.
Insomma, personalmente sentivo il bisogno di un cartaceo che si confrontasse con questa realtà mutata, mutante e appunto complessa.
Un cartaceo col suo profumo di stampa.

Ci collaboro. Da subito. Non so bene perché, per quale merito, ma evidentemente il Direttore Pio Tarantini e il Comitato Editoriale – Giovanni Gastel, Isabel Guardans Cambò, Pietro Privitera e lo stesso Pio Tarantini – hanno i loro motivi. Che non indago, mi fa piacere e basta.

A proposito del ritratto il mio contributo. Un po’ anomalo forse.
Una sintesi estrema di ciò che del ritratto penso.
Della relazione con la fotografia in primis e col soggetto poi: una dialettica che non può essere ridotta a uno scambio di battute lanciate a ventaglio sul set, qualsiasi set sia.
E c’è il ritratto a Anastasiia. Una maternità.
Così come la vedo.
FC FOTOGRAFIA E[È] CULTURA N.03 - Efrem Raimondi 's articleLa fotografia, quella che produciamo, è la matrice della nostra riflessione, quella immediatamente visibile.
Si può divergere. Si può andare per qualsiasi strada. Ma per farlo devi esporti.
E mettere a nudo la tua visione del mondo.
La fotografia alla quale penso è questa.

© Efrem Raimondi. All rights reserved.

Per ovvi motivi l’immagine condivisa sui social, tutti quanti, è sfuocata.
Censura a parte – che non discuto – vorrei evitare gli insulti, anche violenti, che ricevetti quando incautamente la pubblicai qualche anno fa.
Perché non si tratta semplicemente di un nudo, ma della “sacralità” della maternità e delle sue appendici stereotipate.
Soprattutto in fotografia.

Non conosco nel dettaglio la distribuzione. Io l’ho trovata qui, Hoepli website

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Alex Zanardi – Del ritratto

Alessandro Zanardi. E la relazioe ritratto-fotografia.
Una condizione semplice: non facile, semplice.
Dove il grado di complessità sta nell’eludere tutti i cliché che accompagnano la tormentata relazione.
Questo lavoro credo si presti per una breve riflessione.

Non c’è anima che tenga: non me ne occupo, non ne ho il tempo, non sono un predicatore e sono già abbastanza trafelato con la mia.
Non si può continuare a collocare con nonchalance certe parole, anche quelle consolidate: se c’è un’anima, nel ritratto soprattutto, è quella dell’autore. Ed è l’unica che cogliamo.
Prima di questo shooting ho incontrato Alessandro Zanardi una sola volta in compagnia di Michele Dalai, per l’anima semmai ci vuole un tempo che non è il nostro.

Nell’occasione scattai una double snapshot, con una compatta analogica flash on.

Alex Zanardi by © Efrem Raimondi - All Rights ReservedAnno 2003. Cinque anni prima del redazionale per Men’s Health diretto da Luigi Grella – una direzione intelligente e molto coraggiosa.
In qualche modo proprio questa snap cruda è la matrice del ritratto di apertura.
E ancora, l’anima non c’entra niente.
Conta molto di più la spinta che il grandangolo medio, l’equivalente di un 35 mm. full frame, dà a tutto l’isieme. Spazio incluso.
E così sfatiamo l’avversione al grandangolo nel ritratto: lo uso nel 90% delle situazioni.
È solo una questione di modulazione e dialettica con lo spazio, a partire da quel rettangolino che è il mirino della fotocamera: succede tutto lì dentro.

Non è la verità assoluta. Ognuno faccia come crede ma la profondità che restituisce, il dinamismo, non hanno eguali.

Alex Zanardi by © Efrem Raimondi - All Rights ReservedFatta questa, abbiamo affrontato lo studio a campo aperto: un limbo bianco molto generoso.
Prima con la sedia a rotelle. E qui gli ho chiesto se gli andava di scorrazzare.
Ha scorrazzato. Prendendo possesso di tutto il bianco che c’era.

Alex Zanardi by © Efrem Raimondi - All Rights ReservedAlex Zanardi by © Efrem Raimondi - All Rights ReservedA seguire un fronte e un back, a campo più stretto e nessun dinamismo: la handbike con la quale ha fatto la Maratona di New York.

Alex Zanardi by © Efrem Raimondi - All Rights Reserved L’urgenza di un primo piano. Stretto.
Cambio ottica e monto l’equivalente di un 50 full freme. Di solito aggiungo un tubo di prolunga. Qui no, trattandosi di un piano sequenza piuttosto rapido: PAM – PAM – PAM. Stop

Alex Zanardi by © Efrem Raimondi - All Rights ReservedAlex Zanardi by © Efrem Raimondi - All Rights ReservedAlex Zanardi by © Efrem Raimondi - All Rights ReservedE invece no stop. Perché mentre Alessandro si cambia, gli assistenti stanno mettendo a posto lo studio ecetere eccetera, io son lì fermo che guardo il pavimento del limbo.
E tutti quei segni, le tracce dello scorrazzamento, assumono un’altra valenza.
Di nuovo grandangolo. Si piazza un flash; parabola quella che c’è va bene; frostata.
Diretto e scatto.

Alex Zanardi by © Efrem Raimondi - All Rights ReservedStop. Adesso sì, shooting finito.
Un’immagine non preventivabile. Che non sapevo neanche se il magazine l’avrebbe usata. Ma per me non poteva mancare.
Una volta che le cose le vedi ti risultano nitide e procedi.
Non penso, non ce n’è bisogno, procedo. È un flusso…
Se questa immagine non l’avessi fatta mi sarebbe mancata.
Anche al magazine, visto che è stata pubblicata.

Funziona così: non pensare al ritratto. Fallo come fosse una qualsiasi fotografia.

Fashion consultant, Paolo Lapicca
Stylist, Monia Ripamonti
MUA, Guja
Assistente fotografia, Emanuela Balbini

Come tutti, spero di rivedere presto ristabilito Alex.

© Efrem Raimondi. All rights reserved.

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OUTDOOR – INTERNI magazine

Più outdoor della notte non c’è nulla: il luogo più esterno che esista.
Che un po’ rompe le consuetudini care alla logica.

Divergenza, contraddizione a volte, che definiscono un altro equilibrio, quello caro
a ogni processo creativo.

Quando accade è di una evidenza non celabile.

Basta una piccola luce per squarciare il buio e fare della divergenza un’urgenza espressiva.
Creando una connessione tra i luoghi che ci riguardano direttamente,
proprio in quel momento, in quella porzione di spazio.

Che poi è il soggetto di questo percorso per INTERNI magazine.

                                                              Illustrazione di Sarah Mazzetti

E che ha avuto tutte le traversie Covid…
Compresa una poltrona, assente cause collaterali virus… s’è persa.
Perchè questo redazionale era previsto per il numero di aprile.
Ma salta il Salone, salta il Fuorisalone, siamo a giugno.

A fine dicembre scatto una fotografia in notturna sul mio terrazzo…

© Efrem Raimondi - All Rights ReservedE penso che non mi dispiacerebbe affatto affrontare il tema per INTERNI magazine.
Non pulisco e tengo mucchi di foglie, così, come gesto propiziatorio.
A febbraio Carolina Trabattoni mi chiama dalla redazione e mi dice: outdoor.
Ecco, appunto.

Così abbiamo lavorato sul mio terrazzo – tranne per Flexform date le dimensioni del divano e la difficoltà del trasloco.

Di notte, con una lucetta da niente, fotocamera su cavalletto, Nicole e io, le foglie e un freddo tosto.
Si iniziava più o meno alle 21. Con quella luce continua cercavo quel buio, lo sezionavo.
Pausa cena veloce verso mezzanotte. Vino in misura generosa e si riprendeva.
Non potendo lavorare direttamente al computer ogni sessione la rivedevamo a monitor in casa. Fuori/dentro si finiva tra le tre e le quattro AM.
Tre notti di seguito.

Ci siamo divertiti molto: sono ritmi a me congeniali.
Anche per Strip, il mio gatto. Che faceva una dettagliata perlustrazione ogni volta che rientravamo. Chissà che film s’è fatto…

Non una volta al mese, ma ogni due rifarei.

Efrem Raimondi for INTERNI mag Grandemare Outdoor, Antonio Citterio per Flexform – Nuta, Favaretto & Partners per Gaber

Efrem Raimondi for INTERNI magDoron Hotel Outdoor, Charlotte Perriand per Cassina – Folio, Raffaello Galiotto per Nardi

Redattrice, Carolina Trabattoni.
Assistente fotografia, Nicole Marnati.

© Efrem Raimondi. All rights reserved.

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My last Vasco Rossi…

Questa immagine, questo ritratto, fa parte dell’ultimo lavoro realizzato con Vasco Rossi.
Settembre 2014. Eravamo in Puglia.

Vasco Rossi by © Efrem Raimondi - All Rights ReservedUn lavoro piuttosto articolato. E io avevo in mente il colonnello Kurtz, proprio quello di Apocalypse Now. Quel Marlon Brando lì, che appariva dalle tenebre.
Che con le tenebre dialogava.
Non c’è un motivo, non una relazione che abbia una logica.

O almeno io non la trovo. Né la cerco.
E questo è assolutamente coerente: la fotografia alla quale penso non trova nella logica la sua risposta.
E comunque non fotografo risposte.

Un lavoro per l’ufficio stampa di Vasco Rossi, per Tania Sachs.
Che purtroppo non se ne fece niente perché non ci fu un solo magazine – che io ricordi – che ne usò una, anche una sola di questo percorso.
Come prendere una campagna stampa e ficcarla, magari con cura, nello sgabuzzino.

Solo Il Fotografo diretto da Denis Curti usò questa per la copertina: febbraio 2015.

Il Fotografo 2015 - cover Efrem RaimondiBasta, nessun altro magazine.
E non c’è alcuna colpa in questo, da parte di nessuno.
Una semplice questione di scelte editoriali.
Però però… Mi è stata immediatamente chiara la divergenza che si era creata tra me
e i magazine. Così d’emblée… Non do risposte.

© Efrem Raimondi. All rights reserved.

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Beppe Sala – ICON DESIGN

Beppe Sala sindaco di Milano, per ICON DESIGN.
Palazzo Marino, 18 novembre 2019, sera.
Una di quelle rare volte che a priori so con assoluta precisione cosa farò: la faccia.
La faccia e basta.

Salone limitrofo all’ufficio del Sindaco…
Maria Cristina Didero editor at large del magazine, Marco Sammicheli che farà l’intervista, Nicole Marnati la mia assistente.
Si chiacchiera un po’ del più e del meno.
Anzi, del più. Perché io continuo a pensare alla faccia e lo dico.

Maria Cristina e Marco dal sindaco mentre Nicole e io allestiamo un set minimalissimo, povero c’è chi direbbe. Ma io continuo a pensare alla faccia e non mi serve altro.
Il radiocomando non funziona. Non si capisce perché. Va be’, uso il cavo sincro come ai vecchi tempi, nella cirsostanza non è così di impiccio.

Arriva Beppe Sala. Due chiacchiere e gli dico cosa mi farebbe piacere fare: la sua faccia. Stop.
Si accomoda sul grande divano e io comincio.
La fotografia di backstage di Marco Sammicheli – che ringrazio per la cortesia – rende bene l’idea.
Efrem Raimondi shooting by© Marco Sammicheli - All Rights Reserved

Sette minuti tra la prima e l’ultima flashata. Non mi serve altro, non saprei cosa fare. Compresa una variante di inquadratura che magari potrebbe essere utile.
Non ci credo molto ma in termini di impaginato, che ne so, è comunque un magazine ICON DESIGN, non la parete della mia cameretta.

Sento il bisogno di una faccia così.
In edicola adesso.

Beppe Sala by Efrem Raimondi for ICON DESIGN

© Efrem Raimondi. All rights reserved.

UPDATE 12 gennaio
Poi succede che pubblico sul mio profilo INSTAGRAM.
E Beppe Sala commenta.
Non succede così spesso. E niente, mi ha fatto piacere.

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STATEMENT – FC FOTOGRAFIA mag

FC-FOTOGRAFIA MAGAZINE N.2

STATEMENT è il mio contributo al secondo numero di FC FOTOGRAFIA eccetera, il magazine di AFIP International.

Troppe maiuscole, scendiamo di tono.
Mi piace molto vedere confermata la densità del primo numero. Ma francamente non mi stupisco: è la rivista che cercavo. O che, almeno a me, mancava.
Un luogo di riflessione ampia. Non una galleria di portfolii.
Una rivista dichiaratamente non claustrofobica che mantiene su carta tutte le motivazioni per cui è nata.

Sì sì, tutto bello online. Ma la carta…

Semestrale a tema: questo numero L’ARCHIVIO, con diversi contributi.
E poi altro e altro ancora. Ma tutto col timone a dritta.
Avendo cura di guardarsi attorno.
Pensando che solo esponendosi si arricchisce il linguaggio. Proprio e collettivo.
La fotografia nella sua essenza è questo: esposizione.

E ancora altro, come delle incursioni. Tipo le mie due pagine:

Efrem Raimondi per FC FOTOGRAFIA mag N 2Una provocazione: Statement, cioè la dichiarazione di intento.
Il punto è: proviamo a sostituire la traslazione letteraria di una fotografia con la fotografia stessa.
Sono intercambiabili?
Quale la relazione?
Quali grammatiche, qualsiasi?

Cosa vediamo quando guardiamo una fotografia?
E la fotografia, proprio lei, come si esprime?
Cos’è l’analfabetismo iconografico?
Cos’è il neo-analfabetismo?
Di quale universalità andiamo parlando quando ci riferiamo alla fotografia?

Il ritratto a don Andrea Gallo ho pensato fosse perfetto per questo.
Chissà cosa si coglie.

Chissà se il direttore Pio Tarantini e tutto il Comitato Editoriale.
Chissà. Comunque è pubblicato. E ringrazio.

Ma che bello potersi esprimere…

© Efrem Raimondi. All rights reserved.

Acquisto online – anche il primo numero fino a  esaurimento
HOEPLI
OBERON MEDIA
e diretto:
– Andreella Photo – Busto Arsizio
– Libreria Internazionale Ulrico Hoepli – Milano
– Red Lab Gallery – Milano
– Armani Libri – Milano
– Libreria Luxemburg – Torino
– Libreria Ubik di Senigallia – Senigallia
– FAI – Villa Litta Panza – Varese
– FAI – Villa Necchi Campiglio – Milano
– Gallerie d’Italia – Milano
– Centro Biblioteche Lovat – Villorba (TV)

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Angela Vettese, per esempio

Angela Vettese by me © Efrem Raimondi - All Rights Reserved

 

Angela Vettese, per esempio…
Ritratto del 1998. Per la rivista Class. O per Ladies, non ricordo.
Non ricordo neanche di chi sia il makeup… mi spiace.
So che il direttore era Paolo Pietroni. Dal quale ho imparato molto.
Perché i magazine, non solo italiani, erano luoghi di crescita.
E se avevi la fortuna di collaborare con un magazine alla cui testa c’era un direttore così, se avevi talento, lo educavi e crescevi.
Non è un amarcord questo. Solo una constatazione.

L’attualità è un’altra. Non so neanche bene quale.

Ma è un’altra. Con la quale bisogna fare i conti.
E decidere cosa fare.
Questo ritratto è perfetto per parlarne.

E il tema è uno solo: la pelle.
Del rapporto tra posato e non, ne parlerò prossimamente.

Quindi la pelle.
Che qui c’è. E si vede.
Non che non ci sia della postproduzione, ma è leggera: desiderosa di rispettare qualsiasi elemento partecipi alla definizione del mio intento. Che è sempre lo stesso: fare una fotografia che coincida con l’idea che ho di fotografia.
Che sia un ritratto o una landscape per me non fa alcuna differenza.


Se però è della figura che parliamo, una specifica esiste: la pelle.

E non è un dettaglio marginale.
Non si tratta di mera informazione, ma di un punto estetico non sottraibile.

Perché dà volume. E la stessa luce ha una relazione diversa a seconda.
Questa immagine di Angela Vettese è pellicola.
La fotocamera un banco ottico.
Cosa cambia rispetto a una produzione digitale?
Poco se si ha idea di cosa si sta facendo.
Tutto se si è subordinati al mezzo e non si ha la minima idea degli strumenti, tutti quanti, coi quali ci stiamo misurando.
Già il digitale è naturalmente piatto – nasce così, non è colpa sua, semmai nostra – e se insistiamo con la pialla…

Questa immagine ha anche un’altra storia: mi ero dimenticato di averla fatta – proprio fatta, la fotografia non si preleva, si produce, e prima di te ciò che mostri non c’era.
Da nessuna parte, sappiti regolare.
Solo che stavo lavorando al nuovo sito – vedi articolo precedente se ne hai voglia – e quindi ero ficcato nel mio archivio.
In realtà alla ricerca di un’altra immagine. Un ritratto anche quella.
E improvvisamente da una cartella salta fuori lei, Angela Vettese, questa Angela Vettese. Che sì ricordavo di aver ritratto – impossibile dimenticarsene, grande personalità – ma il contorno era sfumato.
Insomma l’ho scansita e adesso, in questo momento, è sia nella portrait gallery sia nella zona archivio.

Me lo son chiesto: ma come diavolo ho fatto a dimenticarmene?

A breve parte il mio master sul ritratto. Che non ho sostanzialmente neanche comunicato…
E questo sarà un tema.
Angela Vettese, per esempio.

Angela Vettese by me © Efrem Raimondi - All Rights Reserved© Efrem Raimondi. All rights reserved.

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FC FOTOGRAFIA – RIVISTA

FC FOTOGRAFIA E [È] CULTURA il nome per esteso.
Per semplificare la chiamo FC.
Rivista fatta da noi, quelli di AFIP International.

FC FOTOGRAFIA - Efrem Raimondi BlogL’idea originaria è di Pio Tarantini, accolta immediatamente da Giovanni Gastel che di AFIP è il presidente.
Ma non si tratta dell’ideona sospesa nello spazio, prossima a Orione e ai suoi bastioni…
Una necessità. Di più, un’urgenza.
Alla quale il Direttivo AFIP più alcuni soci hanno aderito. Istantaneamente.

Poi farla è un altro paio di maniche. Perché occorre trasformare l’entusiasmo in sensibilità tangibile.
Serve impegno e mira.
Di questo se ne è occupato in prima persona Pio Tarantini, che di FC è il direttore.

Ce n’era bisogno?
Lo dico in modo decisamente interessato: assolutamente sì!
Una rivista trasversale che ha al centro la fotografia.

E la visione di cosa è per noi farla, produrla.
Delle relazioni e della necessità di essere ossidabili, esposti… cosa ce ne facciamo dell’inossidabilità?
La fotografia è un luogo complesso, aperto, di vasi comunicanti.

Oggi – ma sempre – ha bisogno di riflettere su se stessa e sul resto del mondo.

Le parole hanno un peso specifico.
Le immagini hanno un peso specifico.
Entrambe una grammatica e una forma.

E affinché siano davvero espressione, un grado di manipolazione.
Il tuo. E questa la differenza.
Ma senza dialettica, senza una incondizionata e a volte irragionevole esposizione non c’è differenza.

Senza microbi la fotografia non esiste.
Senza microbi non esisterebbe un bel niente.

Se sei inossidabile, FC non è la tua rivista.
Se invece sei esposto a un decente numero di intemperie…

Semestrale, il primo numero questo:

FC FOTOGRAFIA - Efrem Raimondi BlogFC FOTOGRAFIA - Efrem Raimondi Blog

 

Pubblico solo i due editoriali: quelli di Giovanni Gastel e di Pio Tarantini:

FC FOTOGRAFIA - Efrem Raimondi Blog FC FOTOGRAFIA - Efrem Raimondi Blog FC FOTOGRAFIA - Efrem Raimondi BlogFC FOTOGRAFIA - Efrem Raimondi Blog FC FOTOGRAFIA - Efrem Raimondi Blog
Gli altri contributi, compreso il mio, li rimbalzo al cartaceo, il migliore dei luoghi possibili.

Progetto grafico di Christoph Radl.
Editore Angelo Careddu – Oberon Media.

La distribuzione è in progress. Qui tutte le informazioni, compreso l’acquisto on-line.

Ciao! Ci vediamo.

© Efrem Raimondi. All rights reserved.

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Vasco Rossi e questa fotografia

Vasco Rossi e io ci conosciamo bene.
Anche se sono tre/quattro anni che non ci vediamo resta che ci conosciamo bene.
E non potrebbe essere diversamente visto come ci siamo dati fotograficamente per quattordici anni.
Sempre fotograficamente, la sintesi di questo percorso è condensato in TABULARASA, il libro fatto con Toni Thorimbert nel 2012: insieme abbiamo percorso ventisette anni con Vasco.

Che non è poco. E soprattutto è raro che ci sia un epilogo editoriale di questo genere.

A coloro che quando il libro è uscito mi scrivevano che non l’avrebbero preso perché non amavano Vasco Rossi rispondo adesso: e chi se ne frega!
Che il punto, l’equivoco, è sempre lo stesso: il soggetto è la fotografia prodotta, non la soggettività di chi o cosa è presente.
Ma è così difficile da capire?

E veniamo al dunque, questa fotografia:

Vasco Rossi by © Efrem Raimondi - All Rights ReservedCerto che è un ritratto. Ma indipendentemente se bella o brutta, è una fotografia – dell’utilità o meno non me ne occupo, mi fa sempre pensare al tizio che regala un minipimer al compleanno della moglie.
Una fotografia quindi. Cioè qualcosa che prima non c’era, non esisteva.
Lascia stare se è anche un ritratto, non è il punto.
Se è alle specifiche di genere che ti attacchi, questa fotografia non solo non la farai mai, ma neanche la immagini. Perché è tutta sbagliata.
E invece è di visioni che ci nutriamo. Come le traduciamo il differenziale.

Quasi due ore sotto la doccia. Un’enorme cabina: io da una parte con tanto di accappatoio e cappuccio a coprirmi dagli schizzi più asciugamano sulla fotocamera; Vasco di fronte perfettamente vestito e docciato. Stivali inclusi.
Grande collaborazione e pazienza – lui; grande tenacia il sottoscritto – mi si conceda il personalismo.
Di questo percorso ci sono altre immagini ovviamente, ma questa maschera è per me un’altra cosa proprio perché coincide con la visione originaria. Quella che avevo avuto due mesi prima.
Sai che mi frega del ritratto…

© Efrem Raimondi. All rights reserved.

Roma, Hotel Hilton Cavalieri – Gennaio 2004.
Assistenti fotografia: Fabio Zaccaro e Letizia Ragno.

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