Gabriele Basilico, Quaderni.

I quaderni dello Studio Gabriele Basilico, questo il nome per esteso della collana.
Non so di quanti quaderni si comporrà: ABITARE LA METROPOLI è il primo. In edizione riservata agli amici di Gabriele Basilico. E di Giovanna Calvenzi, che ha curato il volume.
Splendido e commovente.
La commozione è sempre uno stato spiegabile. Perché ti riguarda proprio personalmente.
E come un vento che ti investe, la senti ma non la vedi. E più spalanchi gli occhi, meno la puoi vedere. Devi chiuderli.
La visione prescinde dal visibile. Questo è ciò che fa un fotografo.
L’opera di Gabriele Basilico è nota a tutti. Mentre questo suo testo dovrebbe uscire dal confine dell’amicizia e avere quanta più divulgazione possibile: semplice e ricco, è davvero una grande lezione.
Pulita… trasparente: una lezione senza fanfara. Che anzi pone il silenzio e l’assenza come elemento percettivo.
E io adoro la sottrazione.

Io fotografo il vuoto come protagonista di se stesso (…) perché solamente nel vuoto e nel silenzio si può arrivare a sentire e a vedere ciò che normalmente non si vede e non si sente.
E ancora…
Sono state la percezione del vuoto e dell’assenza, l’esperienza spalmante della luce, a confronto con le ombre nette e profonde, a farmi entrare in vibrazione con la realtà e a farmi scoprire una percezione nuova e diversa dei luoghi industriali.

Una lezione trasversale: mica crederete essere esclusiva di fabbriche e marciapiedi?
Mica si può assolvere chi fa baccano con people e bella gente… la questione è la stessa e ha a che fare con la fotografia come luogo rigenerante e visionario in grado di rivelare il visibile non riconosciuto.
Ma ad alcuni riconoscibile. E in questo caso, nel caso di questo quaderno, è un dono che ci viene fatto.

Sei capitoli:
Abitare la metropoli – la Milano bombardata nella memoria dei genitori e l’appena dopo, con una meravigliosa citazione di Alberto Savinio;
Milano ritratti di fabbriche – la meraviglia della rivelazione metafisica, avvenuta nella primavera del 1978, e gli esordi sul finire dei ’60;
Milano nelle altre città – il luogo globale e l’identità dei singoli luoghi, la familiarità percepibile ovunque;
Fotografare la città – l’assenza di luoghi deputati a favore di una integrazione tra architettura ”colta” e ”ordinaria” per costruire un dialogo della convivenza;
Beirut centre ville 1991 – le contraddizioni tra l’estetica della tragedia e il rigore della testimonianza;
Lettera alla mia città – l’amore per Milano e la reciproca appartenenza.

E poi ci sono ventisette fotografie: a parte cinque di Gabriele Basilico, le altre sono ritratti a Basilico, opera di Toni Thorimbert (cover), Maurizio Zanuso, Giovanna Calvenzi, Cristina Omenetto, Gianni Nigro, Nora Raggio, Alessandro Ferrario, Gabriel Vaduva, Paola Chieregato.
Più l’autoritratto della quarta di copertina.
Il progetto grafico, semplice e bello, e l’impaginazione sono di Maurizio Zanuso.
Da Giovanna Calvenzi ho saputo che è prevista, con qualche variante iconografica, un’edizione pubblica.
Speriamo presto.
Questo quaderno è pieno di luce. E assieme a poco altro mi fa dimenticare il buio.
Questo buio.

© Efrem Raimondi. All rights reserved.

ABITARE LA METROPOLI, 68 pagine, formato 14,5 x 19,8 cm.
Realizzazione editoriale Bel Vedere fotografia.
Finito di stampare il 13 luglio 2013 presso Arti Grafiche Meroni.

18 thoughts on “Gabriele Basilico, Quaderni.

  1. Ma che senso ha fare un libro commemorativo, anzi una collana, se non ci sono copie in vendita oltre la cerchia di Giovanna Calvenzi?
    Veramente assurdo. Mi sfugge il senso.

    • commemorativo non suona però benissimo… cioè, tecnicamente ci potrebbe anche forse stare per il vol 1, ma gli altri due mi sembrano avere un percorso altro.
      poi, attenzione, il primo è già stato editato, quindi acquistabile. mi sembra anche il secondo, ma non ne sono certo… ho intercettato qualcosa in rete ma non ricordo. comunque la prospettiva è questa. ma a parte questo specifico, scusa leonardo, ma se uno ha voglia di fare un’edizione privata, o comunque non commerciale, in che misura sarebbe assurdo?

  2. Salve, sarei interessata a poter acquistare i “Quaderni”, ma non avendo trovato i riferimenti per poterlo fare vi scrivo per poter avere informazioni. Occupandomi di estetica urbana, del paesaggio e dell’architettura sto scrivendo un saggio su Basilico e preparando una mia relazione per una Giornata di Studi Internazionale sul paesaggio. Vorrei pertanto poter documentare anche i “Quaderni” in bibliografia, non farlo mi sembrerebbe una grave mancanza.

    In attesa di un vostro riscontro porgo cordiali saluti,

    Federica Pau

    • giusto! sarebbe una grave mancanza :)
      solo che non sono in vendita… giovanna calvenzi s’era resa disponibile per le poche copie che le erano rimaste… dovrebbe rivolgersi direttamente a lei.
      a presto.

  3. Efrem,
    Gabriele Basilico pensava e teorizzava il vuoto; ma io nelle sue fotografie ho sempre visto il pieno, il grande pieno di chi abita, lavora e crea (per abusare di un sostantivo che odio) identità, considerato marginale.
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

    • un vuoto che occupa lo spazio… credo possa essere visivamente la stessa cosa in fondo. come nel rapporto positivo/negativo di una pellicola.
      ciao salvatore!

  4. Grazie Efrem per questa presentazione affettuosa e partecipe. Il Quaderno è nato per condividere con gli amici un testo di Gabriele e anche i suoi ritratti. Con la casa editrice Contrasto per novembre 2013 dovremmo ripubblicare il testo di Gabriele cambiando le fotografie, sostituendo cioè i ritratti che gli hanno fatto gli amici con sue fotografie. Comunque se qualcuno volesse qualche copia del Quaderno fin che ne ho lo dò volentieri.
    Grazie ancora
    Giovanna

    • grazie a te giovanna per avermene fatto dono…
      e quando hai tra le mani un volume così, non puoi che cercare di condividerlo. per questo ben venga l’edizione contrasto.
      ciao!

    • Salve, ho collezionato quasi tutti i libri di Gabriele Basilico. Se fosse possibile e non è troppo disturbo, mi piacerebbe avere il quaderno. grazie

  5. un omaggio commovente generato da un bell’intreccio di cultura, amore e memoria attorno ad un tema condiviso ed un personaggio amato. Ho sempre considerato Basilico un grande architetto, Bruno Zevi ci esorta a “Saper vedere l’architettura” e lui sapeva come fare per coglierne il respiro di grande organismo vivo ed autonomo, ma ciò che più colpisce, nelle sue città, è il vuoto, il silenzio, l’assenza dell’uomo o la sua presenza discreta, misurata, dosata in modo da non affollare la scena, la città basta a sé stessa, è la sua città, in costante contatto fisico e sensuale, una città che, paradossalmente, lo abita.
    E lui sa che abitare ha le radici in habere, e dice “questa città mi appartiene e io le appartengo….”, perché abitare vuol dire possesso, o possessione, per quel tanto di mistico che ci fa amare in eguale misura le bellezze e le bruttezze dell’oggetto d’amore. Ecco, forse lo definirei un mistico della fotografia, l’ultimo asceta della solitudine in un mondo pieno di nulla.

    • essere visionari si aggiravano con l’ingombro di un banco ottico…
      puoi farlo ancora, anche con l’iphone o con altro ti pare. ma la visione, ce l’hai?

      • Wols, grande pittore dell’immaginario, diceva: “Vedere è chiudere gli occhi, alla ricerca del senso di ciò che è latente ed impercettibile, che non si confronta con nulla di già esistente e che è forse la più autentica delle realtà, quella dello spirito”.
        Come dici tu, “La visione prescinde dal visibile”, ed è privilegio di pochi.

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