Più vado avanti più mi è chiaro di non aver capito niente.
Ma il punto è: in fotografia, cosa c’è da capire?!
Quando guardiamo, la vediamo o no ‘sta foto che ci sta davanti?
Ci piace? Sì/No.
Ci riguarda? Sì/No.
Intercettiamo uno sguardo autentico? Sì/No.
Lo riconosciamo? Sì/No.
Sì/No e basta.
Mica c’è da convincersi.
O convincere.
Si poteva fare così piuttosto che cosà… scusa: ma cosa stai guardando?
Piuttosto fermati un attimo. Soprattutto se ciò che vedi ti appare semplice.
O abbiamo sempre bisogno di strass tutti sbarluccicanti e un titolone che li incornicia?
Condiamo via con un filo di rancore, che ormai non guasta neanche più, tale è il livello di competizione quotidiano su ogni immagine prodotta, fosse anche una scorreggia.
Fosse in rete o appesa al MOMA, lo stesso.
Stoppare un attimo. Guardare oltre l’immediatezza trendy.
Questa sì una scorreggia. Quasi sempre.
La fotografia NON è competitiva.
Consapevole, produce fotografie ignare che sono libere di girovagare.
Alcune per sempre. Altre neanche partono.
Proprio non la riguarda la competizione… mica è una gara a chi ce l’ha più lungo.
Anche se a volte sembrerebbe.
C’è una fotografia che aiuta e conforta. Quella che parla al nostro posto.
Che prima di vederla non conoscevamo.
Così funziona. E non c’è niente da capire.
Nulla da aggiungere o sottrarre: ciò che si vede è.
Perché?
E chi se ne frega del perché!
Il perché è prima di farla. Una volta che ce l’abbiamo davanti, quella è. Punto.
Sì/No.
E adesso riparto. Che ho un workshop tosto.
Una sfida direi.
E poi ho questi ritratti da ultimare…
Quasi quasi mi bevo un chinotto.
© Efrem Raimondi. All rights reserved
Condividi/Share
Lucido, illuminante e coerente. E’ un piacere leggerti. Buona giornata Efrem :)
piero – buona giornata anche a te :)
Nella semplicità dici sempre tutto ed è un “tutto” con un peso enorme .
grazie per questi articoli
Io TI ADORO
annalisa – grazie! però non saprei come altro fare… la semplicità è tutto per come intendo il linguaggio. quello che mi riguarda almeno
La sottrazione come “privilegio di poter assistere alla propria assenza”, quando non c’è più niente di nascosto e quindi non c’è più nulla da svelare, solo lasciare che il mondo esista.
Dopotutto, anche Michelangelo non faceva che sottrarre, quando liberava dal blocco di marmo la pietà rondanini, o il david, o il mosè e a nessuno interessa sapere come fosse quel blocco…..
@vilma – temo che certa critica diffusa e democratica, oggi, si preoccuperebbe più del blocco originale… che verrebbe chiamato “la madre”.
e temo che esattamente questo potrebbe coincidere con una certa apparente oggettività dello sguardo. temo. bah… boh.
bella…..e profonda la riflessione sulla “sottrazione”
@pier – una storia lunga quella della sottrazione… già. grazie!
Una boccata d’aria fresca nelle nebbie del cinismo e della supponenza. Bello. Bello, bello, bello!
si si si !!!
Una riflessione chiara, semplice, pulita e soprattutto diretta. Una boccata d’ossigeno nel caos fastidioso delle urla costanti di chi si lamenta o chi critica tutto e tutti senza mai guardare a se stesso o a cosa realmente ha davanti. Bravo!
@Monica – ma in effetti, in primis sé stessi e come si produce. da qui il confronto. diretto perché è come la fotografia che faccio. almeno credo… il linguaggio è quello. io pure. quindi tutto molto semplice :-)
In effetti, per certe frange di fotografi (nell’accezione più ampia del termine), il confronto è intriso di un malcelato spirito freudiano di competizione inteso come affermazione di virilità.
mi piace molto quello che pensi buon lavoro
@egidio – grazie!
Ho letto con interesse il ragionamento sulla fruizione della fotografia, mi sembra che il taglio significante ruoti tutto, o in parte, al fotografia pubblicata sul web. E’ un bel argomento sul quale mi chiedo se la fotografia debba essere in qualche modo riconsiderata.
@Irzio – il web la fa da padrone, non v’è dubbio. però è questione vecchia e ben precedente. ed è trasversale… cioè non si creda che ci siano ambienti immuni. solo le proporzioni sono diverse.
forse più che riconsiderarla, la fotografia, è il momento ideale per tornare a considerarla. poi chiaro, la riflessione, seria aiuta.
troppe parole e poca fotografia. questo mi sembra
La fotografia non è competitiva…hai detto tutto!..Meraviglia.
“Piuttosto fermati un attimo. Soprattutto se ciò che vedi ti appare semplice.”
Ecco, io mi fermo un attimo e ti aspetto a giugno a Venezia (non vedo l’ora!) per parlare anche di questo.
Grazie Efrem.
@Danilo – la parola d’ordine della mia fotografia è “sottrazione”… vale anche per i WS.
quindi bene! ci vediamo a venezia. grazie a te danilo
Un invito alla sana convivenza nel e del fotografico, il fatto è che la rete ha portato tutti a emettere giudizi su tutto, un gran (bel) bar dello sport!
..quasi quasi, dai..
..ma davvero grazie per la tua preziosità didattica, ecco..
@paolo – ti ringrazio. anche se bah… non la chiamerei didattica. è solo il rispetto per il lavoro. più uno spicchio di riflessione.
mi piace proprio questo tuo articolo e anche come scrivi
@loris – grazie!
Quasi quasi ti amo…
@paolo – esagerato :)