DA QUI A GIUGNO

Efrem Raimondi - Eglise              Videoclip di Marcello Costa/da72a300 per Église – © All Rights Reserved

Subito dritto al punto: i workshop, le academy e la didattica in senso ampio, così come i gruppi di studio, le conferenze, le lectio magistralis, NON sono tutti uguali.
Il contenitore non è confondibile col contenuto, che può avere – e spesso ha – un peso specifico molto diverso.
Così come diverso è inevitabilmente l’esito.
E gli unici testimoni attendibili sono i presenti.
Gli assenti parlano. Di cose che non conoscono.
E inquinano.
Non è che perché quella volta là hai fatto un percorso deludente – tu dichiari catastrofico – puoi arrogarti il diritto di piallare tutto.

Il lamento spalmato e indifferenziato non ha asilo.
Non ha valore.
Non ha credenziali e non lo giustifico più.
Perché non cambia mai il corso delle cose. E nemmeno il proprio.
Un passo per volta… guardandosi attorno.

C’è un modo per intercettare cosa può davvero esserci utile al di là dei proclami: guardare cosa il fotografo – relatore – docente eccetera fa e ha fatto.
Guardare con chi e COME si è misurato.
E appunto nel caso di un fotografo, qualsiasi fotografo, è semplice: guardare!
Semmai la domanda da porsi è: sappiamo leggere una fotografia o ci accontentiamo di urla a ventaglio con strass al centro? – non ha importanza se saturo o desaturato.

Ci bastano le segnalazioni trendy della rivistina trendy?
Prima di seppellire tutto, facciamo uno sforzo per favore…

Ueh Raimondi! Tu dici questo pro domo tua: non è corretto!
Assolutamente sì! Dico questo ANCHE pro domo mea, e non solo è corretto, ma onesto dirlo. Anzi, urlarlo.

Alzare la voce oltre il lamento e l’omologazione.

Quindi per favore evitiamo di essere superficiali… ci sono persone che sanno esattamente cosa fare, anche didatticamente e lo fanno bene.
Mica mi nascondo: io tra questi.
Se così non fosse starei zitto.
E questo è il mio programma fino a giugno, del workshop La sede del ritratto e di due lectio magistralis. Altro che nascondermi.

Palermo in primis, 6-7 maggio workshop a cura di Église – del cui comitato scientifico faccio parte.
Preceduto il 5 sera da una conversazione pubblica, a ruota libera, tra Enrico Ratto – Maledetti Fotografi – e me.

Perugia 13-14 maggio workshop.
Il 12 sera, Palazzo della Penna, lectio magistralis La fotografia non esiste.
A cura di Istanti Fotografia e Cultura.

Sanremo 20-21 maggio workshop.
A cura di Sanremo Photo Academy.

Gallarate 17-18 giugno workshop.
A cura de Il Sestante.

Roma 9 giugno, MAXXI. Con Benedetta Donato. Presente imperfetto, lectio magistralis.

 

Tutto il calendario dettagliato di info e aggiornamenti si trova qui:
https://drive.google.com/file/d/0B1rLvooNNXUDOFlyc2JGS3ZGRHM/view

Ora, l’anno prossimo sarà tutta un’altra faccenda. E un calendario molto diverso. Inevitabilmente diverso anche nella struttura.
Per il momento però è così.
Se decidi di giocare, giochi e basta. Senza se e senza ma.
E senza lamenti per favore.

© Efrem Raimondi. All rights reserved.

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20 thoughts on “DA QUI A GIUGNO

  1. l’unica cosa ovvia è che attendibili sono tutti i presenti e anche alcuni assenti, basta che ne parlino bene !!!

    • ma tutto ‘sto rancore e ‘sta presunzione da dove ti viene José? ma non sai esprimere altro? mi spiace davvero tanto per te. dico davvero

    • la tua è una domanda retorica.
      quale il motivo per cui dovrei affermare una roba – in questo caso un’ovvietà – e poi negarla?
      ma sai che sei contorto José?

  2. Efrem, quanta ragione hai! Purtroppo viviamo in un’era di superficialità, incentivata dai posts colorati su facebook. E’ una rincorsa al punto esclamativo, in cerca di consensi. Affermare che tutti i workshops siano lo stesso è come affermare che per il fatto che ci sono fotografi mediocri, scarsi e anche meno, TUTTA la fotografia è da buttare. Un discorso piccolo piccolo fatto da gente piccina picciò.
    Oggi, purtroppo, sappiamo che vengono proposti workshops da gente che ha iniziato ieri l’altro, che mostra numerose, gravi lacune espressive, sia visuali che lessicali, che li organizza e questo crea confusione, ma non è mai giustificabile fare di tutta l’erba un fascio. Purtroppo c’è da dire che spesso chi urla attira più attenzione, e molte persone non hanno strumenti per riconoscere chi, come te, sta ad un livello altissimo in ogni progetto che realizza e propone. Ma tanto alla fine tutto rimane rumore di fondo, perchè noi andiamo avanti. Ti auguro tutto il meglio per tutti gli impegni imminenti e quelli più lontani. E spero che un giorno possiamo incontrarci.

  3. Un tempo era il fotografino del circolo di paese ad auto tessersi le lodi e per fortuna il suo raggio di azione era molto limitato. Il professionista aveva ben altro per la testa. Ora siamo in una fase di quasi ribaltamento. La malattia si è spostata più in alto e anche i professionisti sono diventati auto tessitori, sempre rivolti alla platea in basso, quasi sempre a bocca aperta. Chi sui blog, chi su facebook, chi su entrambi i mezzi. Siamo nell’era dell’egocentrismo, il picco si alza ogni giorno. Dietro di voi, loro, i meno professionisti, scendendo fino all’amatore con velleità, tutti occupati a imitare qualcuno più in alto di loro. Il maestro non può insegnare all’allievo a diventare se stesso e quando l’allievo ha poca voglia di rubare con occhi e orecchie rimane poco da fare. Quanto era bello il silenzio.

    • ecco NNNNAAAA, senza faccia e senza nome sei esattamente tra gli assenti. che invocano il silenzio ma parlano. e parlano. e parlano…

  4. “Semmai la domanda da porsi è: sappiamo leggere una fotografia o ci accontentiamo di urla a ventaglio con strass al centro? – non ha importanza se saturo o desaturato.”
    Assolutamente!
    Come lo è GUARDARE. E saper quindi scegliere con cura.
    Da allieva (in generale e nello specifico) e fruitrice (idem) sono assolutamente d’accordo con te.
    Quando ho iniziato ad imparare a leggere la fotografia, scegliere cosa e chi è stato semplice come bere un bicchiere d’acqua.
    Evitare ciò che secondo me, per me, non aveva rilevanza, anche. Bisogna saper cercare. Muovere il lato B del proprio sguardo.
    Le esperienze “infelici”, generalmente per inesperienza e per genuina fiducia, possono acquisire valore anche, quando rendono consolidante la misura e il valore di quello che si cerca e si vuole.
    E si trova.

    È un articolo questo che condivido dalla prima all’ultima parola!

    • certo iara, anche il negativo è utile. generalizzare è invece solo l’alibi alla nostra pigrizia. sulla didattica e sulla fotografia in genere si spendono fiumi di parole vuote

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