Pleine mer: l’inferno.

2001 © Jean Gaumy/Éditions de La Martinière

Quando sono stanziale mi iscrivo alla biblioteca locale.
Adesso è un vezzo dato che non leggo più.
Nel 2002, non ricordo il periodo, nella piccola biblioteca di St. Jean-Cap Ferrat, nella Francia che se la tira, a ragione (ma io sono dotato di uno snobismo che mi preserva), incappo in questo straordinario libro di Jean Gaumy, fotografo Magnum.
Rimango folgorato: un viaggio dentro l’inferno di un mare senza ombrelloni… un reportage esattamente per come lo intendo. Di una potenza che lascia senza fiato.
Con qualche parola balbettata al cospetto di questo bianco e nero vero. Anzi verissimo.
Ma è meglio il mutismo di fronte a questa fotografia.
Per cui mi limito a segnalarlo ai pochi che non lo conoscono.
È di pesca in mare aperto, apertissimo, che si racconta.
Su pescherecci aperti anche loro. In balia di tutto, mica quei supermarket di adesso, che neanche per sbaglio ti centra uno schizzo di mare.
Quattordici anni di lavoro: dal 1984 al 1998. Dentro un girone dantesco.
La mia passione per questo lavoro di Jean Gaumy è mutuata dalla grande, difficilissima, semplicità. Che ce l’hai o no.
E non c’è effetto, sbattimento o accanimento digitale che te la dia.
Questa è l’edizione francese, Éditions de La Martinière, dato che mi sono catapultato lo stesso giorno in una libreria di Nizza… non potevo aspettare.
L’edizione italiana c’è, Contrasto Editore, acquistabile anche on line:
http://www.contrastobooks.com/Catalogo/Mare-Aperto.html
Non può mancare. Secondo me.

276 pagine per 120 immagini più diari di bordo, mappe e appunti. Formato 24 x 29,5 cm.

© Efrem Raimondi. All rights reserved.

© Jean Gaumy/Éditions de La Martinière

© Jean Gaumy/Éditions de La Martinière

© Jean Gaumy/Éditions de La Martinière

© Jean Gaumy/Éditions de La Martinière

© Jean Gaumy/Éditions de La Martinière

© Jean Gaumy/Éditions de La Martinière

© Jean Gaumy/Éditions de La Martinière

© Jean Gaumy/Éditions de La Martinière

© Jean Gaumy/Éditions de La Martinière

© Jean Gaumy/Éditions de La Martinière

© Jean Gaumy/Éditions de La Martinière

© Jean Gaumy/Éditions de La Martinière

23 thoughts on “Pleine mer: l’inferno.

  1. “dato che non leggo più” questa è la cosa più sconvolgente del post, a mio avviso. Per il libro, invece, il vecchio e il mare mi vien voglia di andarlo a rileggere. curioso che delle fotografie possono rievocare il piacere delle immagini create con la lettura nel proprio cranio, bello grazie.

    • il potere evocativo della fotografia, di certa fotografia, è tra i suoi presupposti. esattamente come certa narrativa e certa musica. quale? a ognuno il suo…
      sul non leggere più concordo: è sconvolgente. ma questa sorta di analfabetismo di ritorno credo sia il frutto di un forzato alfabetismo d’andata. un po’ come per alcuni andare a messa la domenica. che poi quando decidi tu, smetti.

  2. e anch’io ti ringrazio perché non lo conoscevo. Una forza narrativa potente. Può sembrare uno strano complimento per delle foto ma mi fanno pensare a tavole di una graphic novel.

    • vero laura! un po’ ci sta il rimbalzo alla graphic novel. non so perché allora certe tavole (pagine… foto) mi hanno sempre fatto pensare a doré. forse più nel racconto… non so.

  3. Foto che definirei eroiche, sarebbero piaciute a Hemingway, a Faulkner, a Steinbeck.
    Foto di protagonisti ordinari di una tragedia straordinaria ed annunciata (“col sudore del tuo volto mangerai il pane”, genesi, 3,19).
    Commoventi.
    Commento off topic, tu sai perché.

    • commoventi… vero vilma. ma a me inpressionano anche i pesci a dire il vero.
      off topic………………………………………………………….

      • “questo bianco e nero vero. Anzi verissimo.”
        Provocatorio.
        In realtà il bianco e nero (nonché innumerevoli sfumature di grigio) è la prima, grande mistificazione della fotografia. Eppure siamo tutti pronti a censurare l’inganno se fatto con photoshop e ad apprezzare quasi sempre il bianco e nero senza pregiudiziali.
        ‘Dal vero’ il mare sarebbe blu, il cielo azzurro, il polpo e le triglie (credo) rosati, gli impermeabili del pescatori gialli o rossi o verdi ecc.
        Il ‘vero’ è apparentemente a colori!
        Ma forse il nostro cervello ancestrale sa che “nel mondo esterno i colori non esistono; il colore è di fatto una un’invenzione sensoriale del cervello….. ognuno realizza una propria personalissima percezione delle sfumature di colore”(Paolo Manzelli) in base alla costruzione di una soggettiva e diversa capacità creativa.
        Forse “per decifrare un universo che di per se stesso non e’ colorato ed inoltre è silente, inodoro ed insipido” entrano in atto meccanismi inconsci che in qualche modo già lo sanno……
        E sai che i nostro amato gatto, avendo cervello ed occhi diversi dai nostri, non distingue i colori come noi non li distinguiamo durante la visione notturna a bassa intensita’ luminosa?  Pensa come dobbiamo apparigli scialbi ed insignificanti!
        Naturalmente, commento off topic.

        • ci sono arti e/o mestieri che nascono in un modo. e non ce n’è, resta attaccato malgrado gli sforzi. una matrice genetica direi vilma… così la fotografia. per fortuna aggiungo.
          che a differenza della tv ha saputo conservare la sua impronta primordiale. e anzi espanderla, il b/n appunto. non sempre, vero, con risultati soddisfacenti.
          ma che te lo dico a fare? lo sai meglio di me! forse in fotografia, che è statica… che ti dà tempo, tutto quello che ritieni per osservarla. il b/n è oggi, quello finto bypassato da ps, il modo per alcuni di riconciliarsi.
          almeno ci provano.

  4. Io sono tra quei/quelle pochi che non lo conoscevano: veramente emozionante! Sembra davvero un inferno dantesco. Lo compro. Grazie Efrem.

  5. Una meraviglia! Che gran bel bianco e nero e poi é proprio potente. Ma cosa significa “quei supermarket di adesso”? Cioè, come sarebbero i pescherecci adesso?

    • sono delle imbarcazioni praticamente stagne. e tutto il lavoro si svolge all’interno. tempo fa vidi un lungo servizio a riguardo. non ricordo su che rete.
      ma era piuttosto impressionante. se non ricordo male il pesce (i cadaveri) viene trattato più o meno completamente già in mare.

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