SPAZIOFF, la mostra – Backstage

SPAZIOFF - PSPF 2018 - Efrem Raimondi BlogElisa Biagi al lavoro fotografata da Tiziana Nanni.

SPAZIOFF: l’allestimento, l’opening, la mostra…
E io zeppo di cortisone e antibiotico. Che giustamente chi se ne frega, però ero uno straccio.
Per fortuna c’è stata una grande condivisione, anche operativa, tra tutti i protagonisti, le autrici in primis.
Così me la sono cavata anch’io.

Lo dico senza alcuna presunzione… però lo dico: una gran bella mostra.
E sino all’8 aprile resta lì dov’è: Perugia, circuito espositivo PSPF, Officine Fratti.

Una mostra che va da un’altra parte. Almeno questo il mio intento curatoriale.
E non essendo un curatore forse mi entusiasmo oltre il lecito.
Del resto, fossi stato nel lecito non sarei mai stato fotografo, ergo…

Lo spazio è splendido. Una ex mensa in pieno centro storico.
Adesso un progetto operativo voluto dal Comune di Perugia: […] promozione di percorsi di rigenerazione urbana del centro storico, attraverso l’imprenditorialità giovanile e le professioni culturali e creative.
Solo due robe: è luogo di lavoro e sotto la tutela della soprintendenza alle belle arti.

Quindi allestire non è stato facilissimo: sì chiodi no trapano; mattoni e pietra non si toccano se non SOLO in quel punto lì; intonaco ok, ma sotto c’è pietra medievale, e sotto sotto un po’ di Etruria che non guasta – non ne ho idea ma il passato a volte emerge con una pernacchia che inchioda te e le tue velleità espositive…
Se non ci fosse stato Luigi Petruzzellis, materialmente risolutivo col suo super trolley pieno di tutto e soprattutto adeguato ai muri, ciao! saremmo ancora lì a deambulare attoniti.
Se non ci fosse stata la disponibilità delle persone che lì ci lavorano, in primis Elisa Pietrelli, altro ciao!

E noi ancora lì alla ricerca di un metro quadro.
Non è stato proprio così drammatico, ma a fronte di tanta vera collaborazione mi piace romanzare un po’.

SPAZIOFF - PSPF 2018 - Efrem Raimondi BlogQuesta la sintesi fotografica realizzata da un po’ tutte e tutti strada facendo.

Più una che è un momento moooolto particolare non spiegabile qui. Diciamo il mio souvenir per questo gruppo compatto che altrimenti non saprei come ringraziare diversamente.

SPAZIOFF - PSPF 2018 - Efrem Raimondi BlogLe autrici: Cinzia Aze, Elisa Biagi, Lisa Ci, Dana de Luca, Iara Di Stefano, Benedetta Falugi, Sophie-Anne Herin, Laura Lomuscio, Irene Maiellaro, Tiziana Nanni, Paola Rossi.
Diverse ma con un comune senso di liberazione che straccia trend e cliché.

Chi vuole può leggere la presentazione in un articolo precedente.
Quello che aggiungo, è che una mostra così non è la sommatoria dei singoli percorsi autoriali.
Ma ha un suo respiro e uno sguardo che la identifica.
Che mi fa dire che non è proprio una collettiva.

Ma un’altra cosa.
E non so darle una collocazione… non trovo l’aggettivo.

Al fine, la curatela ha comportato delle scelte nette in termini espositivi: non mi interessava entrare nel dettaglio di ogni singola opera esposta. Per qualche autrice mi interessava che se ne cogliesse lo sguardo in un lampo.
Quindi anomala lungo qualche parete… come una linea leggera.
Ma indietro tre metri, ne colgo il respiro. Che qui vale più del dettaglio.
Tutto opinabile.
Ma questa è una scelta.
E due cose due le dico in questa brevissima intervista fattami da Gilles Dubroca.
Che sapeva esattamente cosa chiedere:
https://vimeo.com/260244096

SPAZIOFF - PSPF 2018 - Efrem Raimondi Blogby Benedetta Falugi

Ringrazio Antonello Turchetti per la fiducia.
Giulia Ferranti per la collaborazione.
E anche le tantissime persone che sono venute all’inaugurazione.
Ma soprattutto le autrici e ogni millimetro delle loro opere.
Sono davvero molto contento di averla curata questa mostra.
Di amarla.

© Efrem Raimondi. All rights reserved.

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37 thoughts on “SPAZIOFF, la mostra – Backstage

  1. finalmente l’ho vista! e mi è piaciuta. Tutta. Ogni autrice ti apre gli occhi in modo diverso, tutte insieme ti aprono la mente che, anche giorni dopo, respira.
    Nella presentazione del lavoro di Iara Di Stefano si legge una frase di Terry Gilliam, che dice – tipo – non vado matto per la realtà ma la riconosco, se proprio devo andarci a pranzo lo faccio. Ecco, la realtà la sappiamo riconoscere (e l’abbiamo vista nelle mostre principali del Festival), ma “forse, davvero, ci piace /sì ci piace di più/oltrepassare in volo/in volo più in là” (M.K.)
    Grazie a tutte le autrici e al curatore per l’ossigeno.

  2. Sono andato a vedere la mostra e se prima ero dubbioso (non ho grande simpatia per gli OFF) ammetto che invece mi è piaciuta molto: una vera boccata di ossigeno. Come dice lei, Efrem, guarda altrove. Ed è molto bello ritrovarsi in questo “altrove”. La seguo da tempo e certo non la immaginavo nella veste di curatore. Ma anche qui nella sua selezione la riconosco. Complimenti alle autrici e a lei. Cordialmente, Stefano.

    • ti ringrazio Stefano. davvero. forse il fatto che non sia un curatore mi ha aiutato. e comunque ho un debito con le autrici.
      grazie ancora.

    • perché, salina, quell’incapace del curatore ha scelto così.
      anch’io guardando la mostra mi son posto la stessa domanda: cosa c’entra Cinzia Aze? poi mi son dato una risposta. che tragicamente non ricordo…

      la risposta è dentro di te salina, credimi. e son serio.

      • Ho fatto solo due domande e non c’è bisogno di essere ironici. Usare misure così diverse penalizza chi le ha più piccole: è un fatto. E poi visto che il tema è la fotografia non capisco cosa c’entra Cinzia Aze che fa collage: è un fatto. Buona giornata

        • ma com’è noto salina, le misure non contano…

          ma scusa, seriamente poi mi taccio, una mostra di questo genere deve tenere conto di diversi fattori: uno fondamentale a mio avviso è che se ne legga il respiro. le dimensioni sono funzionali a questo.
          questa è la domanda che mi sono posto all’inizio. poi, può benissimo essere che per altri non sia così.
          quanto a Cinzia Aze, il suo lavoro è MATERIALMENTE legato alla fotografia. che usa a suo piacimento e restituisce a tutti gli effetti un manufatto.
          USARE la fotografia è ciò che comunque qualsiasi autrice/autore fa. sempre.
          ricambio l’auspicio sulla giornata.

          • Efrem : è arte contemporanea… il tuo allestimento… Dice Smargiassi che li c’è una nuova area che “salva tutto”, rimani quindi il mio punk preferito! Considerando che ADORO i collage che non sono fotografie, ma fatti con fotografie, che diventano immagini… fotografie di un pensiero, di un sogno, di una visione… trasversalità, contaminazione, orizzontalità, relazione e finalmente incontro… che ci piace da morire❤️ Molto dispiaciuta di non essere stata presente… speranzosa di poter fare un salto prestissimo! Brave e belle tutte!!! Alla Tate a Dicembre una mostra con foto esposte 3×3 cm e 200×100 cm…

            • Si salina, le mostre sono fatte dalle foto appese. E al di là del gusto personale (legittimo e soggettivo, che però è un’altra questione rispetto alla mera “forma” dove tu, ostinatamente, vuoi appenderti) c’è anche bisogno di un’educazione visiva. Per una corretta lettura (che può piacere, interessare, oppure no).
              E più che un punto, ne andrebbero messi due, uno sopra l’altro.

    • Hai ragione salina, Efrem è un pessimo curatore! Come si fa a non stampare tutte le foto della stessa identica dimensione?
      Mai vista una mostra collettiva con foto di mille dimensioni!
      È uno scempio…
      E poi le mie? Non c’entrano proprio nulla
      Vado subito a Perugia a smontarle
      :)
      Più Polonio 210 per tutti

      Aze

        • Grazie cara Vanessa! Non la smonto di sicuro :) sono molto orgogliosa di essere allo SpazioOff e di essere stata scelta da Efrem.
          Un abbraccio
          Ti aspetto in mostra, mi riconosci perché sono quella con le ‘foto’ piccolissime
          Ops! Collage su Polaroid :)

    • Immagino quindi, da questa considerazione, che secondo te andrebbe completamente rivista anche l’intera esposizione del Perugia Social Photo Festival, che comprende una sezione sulle opere di collage, e, lavori stampati tutti in dimensioni diverse.
      Salina, rimango di sale. Per comprendere un respiro, a volte basta allontanarsi. Altre, avvicinarsi.

  3. Che sia il curatore a dire che la mostra sia bellissima proprio non si può sentire. Ma smettila!
    Con affetto, Dario.

    • invece secondo il vangelo di Dario il curatore dovrebbe dire che è tutto uno schifo. e che è solo per spirito masochista che ha agito in questa direzione- piuttosto che quella o quell’altra ancora.
      l’affetto è una cosa importante… non sprecarlo.

          • Efrem il problema invece è che usi dimensioni differenti… Siamo il paese della critica, del “rigore”… della regola, della purezza… un po’ come al governo. Fatevi dei bei viaggi all’estero, oddio basta anche su Instagram, per capire cosa sta succedendo nel mondo Fotografia. Nel 2004 ho collaborato a un progetto in Collettivo di NY, dove già si discuteva di cosa stava accadendo alla fotografia, si riteneva che l’ibridazione, dovuta anche alla presenza di tecnologia sempre più sofisticata, sarebbe stato il futuro.
            Se si considera che le nuove generazioni producono immagini, e fotografie, con snapchat, Instagram stories, Facebook filter ect credo che certe “resistenze” siano un po’ inutili. Ci provó anche Boudelaire quando inventarono la fotografia… ‍ basterebbe (perché poi mi piace sempre “giustificare” e creare connessioni e armonia) che la smettessimo di aver bisogno di schemi e ci approcciassimo alle esposizioni con un criterio di studio, di fruizione, di accoglienza, scegliendo poi successivamente la nostra reazione. Ho scritto “scegliendo” di proposito, perché spesso una mostra suscita tante reazioni.

            • ma veramente Vanessa a me piace il rigore. e non credo che il parametro sia instagram, cioè un contenitore tout court. a me piace mettere al centro il linguaggio, l’espressione. entrambi, qualsiasi siano, qualsiasi medium, qualsiasi strumento, richiedono conoscenza e rigore. non liberi tutti ;)

  4. C’ero alla inaugurazione ma per vedere bene tutto sono tornata.: bellissima! Solamente un lavoro esposto non mi ha emozionata però come dici il respiro generale si sente molto e si vede. Poi finalmente una rassegna tutta al femminile, una scelta coraggiosa: bravo!

  5. Bella intervista e che ci sia condivisione traspare in ogni riga. A fine mese sarò a Perugia e non me la perdo anche perché penso che meriti e poi in veste di curatore non ti ho mai visto. Ciao Efrem!

  6. Desidero ringraziare ancora e ancora e un’altra volta, il Grande Capo e tutte le mie Colleghe e tutto lo Staff del festival per l’aiuto e la cura avuta per il mio lavoro.
    Ringrazio di cuore per le millemila foto, messaggi e telefonate.
    Per avermi reso costantemente partecipe di tutto.
    È stato un grande dispiacere non poter presenziare, ma avete saputo addolcire e di molto l’amarezza.
    GRAZIE!

    • bene iara. personalmente mi fa un grande piacere. e sono certo anche alle tue colleghe. solo una roba: non sono un grande capo :)
      se poi devo dirla tutta, è stato un percorso decisamente istruttivo per me. un abbraccio

    • Iara, tu, come Dana e come Sophie c’eravate comunque nelle vostre foto. È molto bello condividere tutto ciò. Ti mando un abbraccio immenso. ❤️

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