Una storia d’amore. Prima eccezione.

 

Per una volta non parlo di fotografia. Ma è come se lo facessi.
Perché la questione non cambia. E il fotografo blindato in sé mi è sempre parso una figura idiota.
Poi comunque c’è, più o meno all’inizio di Una storia d’amore, una pagina dedicata a un bianco e nero di famiglia. Una riflessione.
Questo libro, illustrato, è dell’ottobre 2012.
Non del 1928. O del ’58, del ’68, del ’77, del ’99 o di qualsiasi altra data si ritenga sufficientemente lontana dalla débâcle editoriale attuale.
A testimonianza del fatto che non è vero che non si produce più niente di bello.
Basta saperlo fare.
Questo libro è meraviglioso: testo forte e delicato, ironico… esilarante a tratti.
Denso e leggero. La storia di una coppia, Rose e Hyacinthe, sposati da quarantacinque anni e insieme da sempre.
Discordanti su tutto. Solo una roba, pare, li lega: l’amore per i fiori.
Questo libro è da divorare con gli occhi: 40 tavole belle grandi, pagina piena 30 x 37 cm. Allucinate, oniriche, sapienti e stravolte… un’esplosione di gusto.
Elegante. Quindi semplice.
Godimento puro.
Quando vedo un libro così penso che chi non lo fa, è perché non lo sa fare.
Target, mercato, contingenza economica ecc. sono alibi, paravento della propria mediocrità.
Stop.

© Efrem Raimondi. All rights reserved

Una storia d’amore. Due vite legate dai fiori
François Morel – Martin Jarrie.
Traduzione di Laura De Tomasi.
Ottobre 2012, Adriano Salani Editore.
76 pagine, 40 tavole, rilegato, 30,2 x 37,7 cm.
€ 25,00

17 thoughts on “Una storia d’amore. Prima eccezione.

  1. mi piace, adoro leggere e divoro i libri, poi questi con tavole così…e la storia che narra…grazie per la tua recensione, consiglio di lettura e la traduzione di Laura. Con Tabularasa e questo libro sarà come avervi a casa mia.

  2. curiosamente questo volume viene collocato dagli editori nella sezione libri per bambini-narrativa per bambini e ragazzi (dagli 8 anni), è invece un bel libro per adulti, come ‘il piccolo principe’ o ‘alice nel paese delle meraviglie’.
    credo infatti che difficilmente un nipote di oggi si identificherà nel protagonista, il quale racconta al passato una storia che solo un adulto può recepire con la sua stessa sottile malinconia e dolcezza.
    senza nulla togliere all’autore del testo (né alla sua traduttrice!) direi che la parte del leone la fanno le splendide tavole ad olio del visionario jarrie in versione iperrealista, una poetica rivisitazione dell’antica tradizione delle tavole botaniche ottocentesche (storiche quelle di müeller e schmidt) resa più accattivante da un delizioso racconto parallelo, di cui ho letto faticosamente gli stralci, che pare uscito dalla penna di wodehouse o jerome.
    un libro che ha a che fare anche con lo fotografia intesa come visione, anacronistico ed inattuale, per questo affascinante.

  3. Ti ho seguito anche in altre occasioni senza pentimento, figurarsi di fronte a un illustrato cosí! Grazie per la condivisione.

  4. Ho sempre amato e professato l interdisciplinarità , a costo di essere un mediocre in tutto,fotografia,scrittura,filmati ma se ci credi devi essere coerente quindi la tua premessa e l’ardore con cui ne parli mi sta tentando alla lettura,grazie della indicazione e della condivisione

  5. Bellissimo! Mi ha fatto sussultare: un godimento per gli occhi e per l’anima. Bello sapere che libri così si facciano ancora. Grazie per la dritta! Domani lo conpro.

  6. sembra molto bello e stranamente non costa un’esagerazione. Tra l’altro, conosco la traduttrice, salutemela, se la incontri :)))

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