AFIP: Associazione Fotografi Italiani Professionisti…
Artisti inclusi, così chiudo subito l’eventuale parentesi.
Perché produrre Fotografia ha, da sempre, diverse facce.
Tutte, ma proprio tutte, rivolte a un solo obiettivo: usarla per non essere usati.
Questo l’intento.
Per restituire qualcosa che prima del tuo intervento, non c’era.
Esponendosi allo sguardo di tutti.
Con coerenza, rigore e quella consapevolezza che solo la padronanza di un linguaggio è in grado di dare.
E la padronanza è inscindibile dalla conoscenza.
Chi sostiene il contrario o è ignorante o un demagogo.
Tutto ciò indipendentemente da fama e successo.
Che è un’altra partita. Non una conseguenza logica.
Ho una tessera ad honorem dell’AFIP, ricevuta nel 2015.
Non l’ho mai detto… questa è l’occasione: ne vado fiero.
Perché fuori dalle convenzioni bon ton, credo di meritarla.
Non la sventolo, ma ce l’ho.
E ha un peso. Etico.
Poi sei mesi fa mi è stato chiesto di entrare nel Direttivo AFIP.
Ci ho pensato… non ero sicuro di accettare.
Forse non ne avevo voglia pensando all’impegno.
In fondo – tessera docet – sono nato il 16 agosto: una fatica…
Ma appunto c’era questo rettangolo ad honorem…
Così ho detto sì.
E ho fatto benissimo.
Non lo sapevo… perché non c’è come toccare con mano: una gran mole di lavoro.
Tra lectio magistralis e incontri mirati, oltre un centinaio di appuntamenti…
Dal 2012 o giù di lì.
Aperti e gratuiti. Ma giuro che non avvengono come per magia…
Manifestazioni come Archivi Aperti, con tanto di visite guidate ad archivi generalmente chiusi, non visibili al pubblico e che invece si rendono disponibili a chi davvero ne sente il bisogno, fosse anche solo emotivo: dall’Ottocento a oggi.
E anche questa non è una magia. Ma il frutto di un lavoro, di una rete di conoscenze fondate sulla stima e sulla voglia REALE di condividere un percorso iconografico che è patrimonio culturale.
Di immagini che magari fanno parte della nostra memoria ma boh, chissà dove stanno?
Qui stanno! All’indirizzo che è stato indicato da AFIP.
Si sta iniziando un serio lavoro sulle tematiche e le problematiche didattiche proprie della fotografia. Sull’analisi delle carenze, anche strutturali, per individuare percorsi che non siano ipotesi.
In collaborazione con altre realtà, incluse quelle scolastiche.
Ed è un lavoro tosto.
E delicato.
Si stanno vagliando un sacco di cose… tra cui l’apertura di nuove sedi AFIP sul territorio italiano.
Parlo a titolo personale, con l’ingenuità e l’entusiasmo del neofita… per cui spero di essere perdonato dai miei amici del direttivo.
E giusto per peggiorare la mia situazione, dico che tutto ciò ha bisogno del contributo di tutti coloro che REALMENTE credono che la Fotografia, bella maiuscola, sia un patrimonio collettivo.
Anche iscrivendosi. Che sarebbe una presa di posizione concreta.
Ed è facile, con due soluzioni diverse, queste:
Da qui poi si può girovagare per il sito e vedere l’effetto che fa…
Quello che mi ha mosso, così d’emblée, è stata la visione casuale di questa fotografia dei primi soci AFIP, 1960 – direttamente dal sito.
E non so neanch’io il perché. Ma a guardare queste facce…
Comprese quelle di Marirosa Toscani Ballo e di Alfredo Pratelli, proprio davanti a me ad ogni riunione…
La memoria collettiva è un fatto personale.
E la fotografia ha una relazione stretta con la memoria.
Anche quando è un gesto.
Anche quando si assalta il cielo.
© Efrem Raimondi. All rights reserved.
U P D A T E 21 luglio
Ieri sera in Triennale – Milano – c’è stata la lectio magistralis di Italo Zannier.
Che più lectio di questa…
C’era un sacco di gente. E tutti ne abbiamo goduto.
Ecco, a fine corsa avrei voluto fare due domande due a tutti i presenti.
Avrei voluto… ma non l’ho fatto.
E le domande restano sospese. Fino alla prossima iniziativa.
Un vero peccato per chi non c’era: un ottantacinquenne con la verve di un ragazzino.
E la conzapevolezza di un vero Maestro.
© Efrem Raimondi. All rights reserved.
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