I gatti se ne fregano.
Della fotografia, della fotogenia, della bellezza, dell’utilità, della riverenza.
Dei media, dei social, delle gallerie e dei musei sulle cui pareti ogni tanto
transitano loro malgrado.
E malgrado ciò che ne pensiamo noi.
Di te, di me, i gatti se ne fregano.
Di me meno.
Della mia fotocamera, qualsiasi forma abbia, meno.
E non è un azzardo, non una presunzione: non pretendo nulla da loro.
Non pretendo nulla da me.
Entrambe le cose i gatti le percepiscono: zero pretese.
Quindi posso beneficiare di una dose di complicità.
Che non riguarda immediatamente la fotografia.
Ma l’accesso a una relazione.
La cui conseguenza dialettica, questa sì, riguarda la fotografia che intendiamo restituire.
E questo vale per tutto.
Qualsiasi soggetto, animato o meno.
Fosse anche un pilastro di cemento in mezzo alla campagna…
Una fanciulla biotta, in piedi davanti a me…
Una superstar qualsiasi, molto attenta ai media o una qualsiasi persona che come il gatto, se ne frega.
Tutto è uguale.
Tu no.
© Efrem Raimondi. All rights reserved.
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