Fotografia a due tempi – Tipografia

Fotografia stampata vuol dire matericità della carta e odore, forte, dell’inchiostro.
E quel profumo che ne sancisce la relazione: non smetterò mai di desiderarla.
In tutte le sue forme: direttamente fotografica come l’analogicica baritata… zero inchiostro tanto chimico, altro odore ma affine alla mia memoria olfattiva. O la digitale fine art a pigmenti, un filo meno coinvolgente – soprattutto nei neri – ma in qualche modo parente.
Quando però metto piede in una tipografia allargo al massimo le narici.
E le palpitazioni aumentano: l’atto conclusivo di un percorso ampio e complesso fregiato dall’inchiostro.
Un altro luogo.
E la cucina di un libro un altro percorso.

© Efrem Raimondi - All Rights ReservedTre giorni fa ero appena fuori Padova alla Peruzzo Industrie Grafiche a seguire l’avviamento di FOTOGRAFIA A DUE TEMPI, edito da Silvana Editoriale.
Il libro che raccoglie il percorso fatto con la prima edizione di ISOZERO Lab, il mio laboratorio.

Una giornata piena: nove ore e passa filate, no stop, in tipografia…
Una libidine. Perché si impara sempre.
Perché ti relazioni con persone usando un linguaggio che riconosco, non limitato a qui c’è da schiarire – lì da scaldare.
Ma una visione ampia, colta, del lavoro.
E quando si interviene la correzione è sostanzialmente il prodotto di una dialettica tra i quattro colori primari.
Questa dialettica è l’ambiente di lavoro.
Assistere, partecipare, vuol dire imparare molto.
E avere conferme.
Per esempio che è attraverso la sottrazione che si raggiunge l’obiettivo.

Un tempo, quello in tipografia, segnato dal ritmo della stampamte, una Heidelberg Speedmaster a 10 colori. Bel suono.
Prima la copertina.
Piccola correzione. Altra stampata. OK. Firma sul foglio di stampa.
Si prosegue.

© Efrem Raimondi - All Rights Reserved FOTOGRAFIA A DUE TEMPI – Copertina e IVª di copertina

Una riflessione più lunga su un lavoro particolarmente “nero”.
E lì assisti davvero a cosa produce il binomio conoscenza-visione: uno dei due tipografi pensa al giallo. Proprio lo vedi che pensa al giallo.
Estrae la relative lastra, sorride, chiacchiera col collega, la rimette.
Smanettano sulla “consolle“ di stampa e avviano: ottimo. Firmo.
Poi mi spiega cos’ha fatto. Una intuizione legata proprio alla lettura di quel preciso impaginato. Ecco cos’è una visione.
E anche questo è un piano lettura di una fotografia.
Per questo ringrazio
Maurizio Ziglio e Fabio Cusinato, i tipografi.

Si tenga conto che FOTOGRAFIA A DUE TEMPI è un libro di 120 pagine per 28 sguardi tra loro diversi. Insomma una bella sfida. Anche di stampa.
Appena l’avrò tra le mani e sarà in distribuzione ne scriverò. Qui.

E comunque un tour in tipografia fa sempre bene, conforta.

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