Un pomeriggio di giugno, quello scorso… arriva al Magnolia, noto locale milanese in zona Idroscalo, accompagnata da Micro (ufficio stampa), la giornalista Veronica Raimo, e una sua amica americana. O inglese…
Giulia e io eravamo lì da un po’ prima, giusto per capire dove ritrarla. E guardando lo spazio appena dietro al locale mi viene in mente un po’ Blow Up, effettivamente come dice la giornalista nell’intervista.
A questo proposito devo solo rettificare: “il fotografo” non cerca di recuperare un bel niente e anzi garbatamente insiste per una sequenza. Che puntualmente si fa.
Con la consapevolezza che difficilmente sarebbe stata editabile da Rolling Stone per i noti problemi di impaginazione che la sequenza si trascina, soprattutto se lunga. E questo vale per tutti i magazine.
Ma intanto si fa. Semmai poi si estrapola. Come infatti è accaduto.
E non c’è nulla di orrendo in questo… la sequenza te la metti in tasca, conscio che è un’altra cosa… conscio che lo spazio dev’essere altro e ampio. Ma non c’è il minimo fastidio ad assecondare le esigenze redazionali… basta che ogni singolo frame abbia una coerenza propria. Per questo vanno pensate e la raffica serve a niente. Se non a sovraccarsi di repliche inutili.
Diversa invece la sessione dei primi piani: ogni immagine è singola. E Blow Up non c’entra più un cazzo.
Mi ha fatto un gran piacere ritrarre questa donna, questa grande cantautrice americana, alias Charlyn “Chan” Marshall… mica interloquivo con lei chiamandola Cat Power!
Ma il piacere sta nello shooting e per come lei si è data… una vera performer che non si è lesinata. Non capita spessissimo.
Qualcuno che non sia stitico ogni tanto ci vuole.
© Efrem Raimondi. All rights reserved.
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Assistente fotografia: Giulia Diegoli.
Fotocamera Hasselblad H3D II-39, con ottica 50 mm.
Luce ambiente.