Io cerco te.
Io cerco chi non si vede.
Io cerco chi mi sta davanti.
Io cerco te.
Io cerco tra le pieghe del gesto, lungo la smorfia delle tue labbra.
Io cerco te. Io cerco il tuo riflesso e al suo barlume m’aggrappo.
Io cerco te, così come ti giri e mi guardi.
Che cosa vedi? Fin dove arrivi?
Ti ricordi? Anch’io ho avuto vent’anni.
Anche qualcuno in più. Anche un po’ meno.
Adesso è ieri: a cosa credi serva la memoria?
Io cerco te.
Se ti nascondi io ti vedo.
La tua maschera…
Non ti serve alcuna armatura: sei nuda.
Io cerco te.
Non ho bisogno di niente e ’st’aggeggio che pesa, ‘sta roba che scatta è il nostro specchio.
Io cerco te.
E a volte mi trovo.
Miri Elias Rettagliata e Simona Segre. Madre e figlia, 2002 – non ricordo il nome del cane…
© Efrem Raimondi. All rights reserved.
La donna… sì certo, la fotografo. Ed è al centro.
Un altro centro.
U P D A T E febbraio 2018.
Maria Cabrera, 1988 – Dolce&Gabbana
© Efrem Raimondi. All rights reserved.
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A prescindere dal’ età le trovo bellissime, fieramente e consapevolmente donne, nude ma forti nello sguardo e fortissime nel nudo! Un caro abbraccio Efrem.
è che la fotografia è un altro luogo. tutte queste persone ne sono coscienti. un abbraccio anche a te Piero
Dichiairi che quando scatti l’anima “perquisita”è la tua davanti all’oggetto.Ma anche quando noi osserviamo il ritratto ci sentiamo “perquisiti”come da uno scandaglio profondomariaa
ma in realtà è una dichiarazione sollecitata da una evidenza: la maggior parte delle persone che ritraggo non le conosco. quindi alla fine vale per tutti i soggetti che ho davanti: l’anima, se proprio ce n’è una, è la mia. poi chiaro Maria che chi guarda l’immagine stabilisce una relazione. almeno si spera.
cosa significa profondomariaa?
Grazie Efrem per la bella riflessione. E’ un dovere molto complicato quello di rappresentare la donna senza darle una visione maschile. A meno che non lo si voglia fare intenzionalmente allora è un’altra cosa. Un saluto.
le relazioni non sono solo un fatto sociale. ma anche personale. ciao Adolfo
Splendida fotografia. Nulla da aggiungere, solo un sincero grazie
a te Damiana
Difficile commentare quando la bellezza di opera e pensiero ti commuovono…
giusto Cinzia. la commozione è uno stato di grazia da vivere in silenzio :)
Anche se sono convinto di quello che dici Efrem, un ritratto “profondo” e non banale, visto dalla persona soggetto , diventa a mio avviso un momento di “analisi” interiore ed esteriore che aiuta o porta alla perdizione psicologica la persona
può accadere Roberto. questo può anche accadere
c’è da svenire di bellezza! un colpo…in un colpo solo tremilacinquecento emozioni! grazie infinite!
Biba
tremilacinquecento mi sembra un ottimo numero Biba… tutte messe bene in fila o anche sparse come capita va bene uguale. ciao!
splendido, leggere e guardare.
mi fa piacere rosa :)
si è vero
perso a ricercare o cercare qualcosa insito dentro ma indefinito o definito ma inconsapevole?
qui le donne i gesti gli sguardi le movenze…sono così loro…e ci sei tu
perdersi e basta, lubi. e ritrovarsi nel momento in cui sto fotografando. quando cominci a vedere. quando recuperi un senso di appartenenza, fosse anche solo per un istante
che bello trovarsi
e che sensibilità
credo sia il tentativo di chiunque. che in realtà viaggia sempre un po’ perso, lubi :)
Ritratti essenziali e veri questa la mia percezione, riconosco nelle modelle qualche volto noto e questo mi rimanda ad una fatica psicologica che solo chi ha un gran bagaglio culturale e consapevole del mestiere può ben gestire. Perfetto il tuo raccontare non toglierei una virgola e non l’aggiungerei. Tu ci sei qui Efrem. Complimenti.
grazie!
in realtà Esaedra Art, di modelle qui ce ne sono due. solo due. però nella circostanza fotografate in pausa, mi verrebbe da dire. tipo appunto Inna Zobova.
anche se poi, come sappiamo…
Che dire, se fossi disposto a farmi “perquisire ” l’anima, ti chiederei di realizzarmi un ritratto . Unica e vitale come la terra Adriana Zarri, senza fine il filo della ricerca Maria Teresa 99,
Imperscrutabile Laura 86
ti tranquillizzo Roberto: l’anima perquisita è la mia. quella delle persone che ritraggo resta lì indenne. giuro
Lo temo anche io, in generale, Efrem.
Il tuo sguardo però mi rincuora sempre
be’ kara, si può sempre ricominciare. tutti quanti. basta sapere cosa e come esprimersi
Meraviglia! Veramente un altro centro e si vede eccome talmente è lontano da certa raffigurazione della donna: grazie!
già, Diletta. grazie a te
Piena di rispetto, sensibilità e poesia la tua visione della donna, molto intenso l’attimo che ti viene concesso di cogliere e che tu sai cogliere. Grazie per queste condivisioni! : )
grazie a te Roberta :)
l’attimo però ce lo prendiamo reciprocamente. a volte dura una vita
Lo so che fai così da un po’ di tempo. Ma non posso scrivere semplicemente “quanto ti voglio bene” –sono troppo rude ;)
Posso dire che secondo me hai uno sguardo “femminile” sulla donna? Nel senso che si vede che ami raccontare le donne, metterle al centro, appunto.
I tuoi ritratti sono sinceri, queste donne sono rilassate, non si nascondono.
p.s: mi piace tanto la foto di Laura dell’86!
magari non tutte rilassatissime Luna :) però…
però sono al centro. sì.
e Laura ’86 sarà contenta. glielo dico.
uno sguardo femminile? curioso…
Ho apprezzato la tua ricerca non formale , colore, mosso bianco e nero, non ha avuto importanza , ma solo quello che “cercavi” …..
ma sì Salvatore, in fondo è ciò che si cerca che conta. e il bello che è sempre la stessa ricerca. e lo stesso ritrovare
Bello tutto ! Buona e ulteriore ricerca :)
grazie janas
Le guardi tutte in silenzio . Di alcune so un po di storia dello scatto, perlomeno quello che ci hai voluto raccontare, di altre non so nulla , ma percepisci in tutte un racconto, un percorso, un approccio onesto e anche coraggioso . Messe tutte in fila così sono una meraviglia. Tanta stima .
grazie Claudio. e il silenzio è un prerequisito, credo
Il ritratto mi ha sempre affascinato, il ritratto quello in cui cerchi di mettere in fotografia l’essenza di chi fotografi, non ci riesco quasi mai, qualche volta si però! Guardi la foto e vedi in quella foto ciò di che di quella persona ti affascina, ti incuriosisce, ti intriga o semplicemente ti piace, a volte è qualcosa di sottile, preciso, puntuale. A volte la cosa è chiara solo a te che scatti la foto, ma nel mio caso il fatto è assolutamente secondario, mi basta! Guardo queste tue foto e ricostruisco delle storie, mi ritornano degli elementi di quelle persone, non ho riscontri che siano veri, ma è una faccenda comunque forte.
in realtà Eugenio, c’è un trucco – che non è per niente un trucco: non pensare all’essenza di chi fotografi, pensa alla tua. magari non funziona per tutti così. per me sì. provaci…
Centro splendido.
la donna iara… forse non siamo più abituati. boh, non so
Quanto ti voglio bene quando fai così.
Ora capisco “io faccio sempre la stessa foto”. O “io fotografo sempre la stessa donna”.
Mi servi da bussola, Raimondi. Poi magari io andrò a Ovest e non a Nord, ma la bussola. La bussola è fondamentale.
faccio così da un po’ di tempo Alessandro :)
non importa dove indica la bussola, purché sia tarata. e ti riguardi