Energy for Creativity

ITALO ROTA by Efrem Raimondi

Energy for Creativity…
Cioè la Mostra-Evento che INTERNI magazine organizza quest’anno… Milan Design Week. A breve.
Intanto io sto seguendo una serie di incontri.
Conferenze direi…
C’è chi le snobba. Sì, le snobba: mi chiedo il perché…
Eppure sono un ambito stimolante per fare fotografia, proprio perché succedono sempre le stesse cose.
C’è un moderatore che in genere anche introduce… ci sono dei relatori, degli ospiti, fotografi, un pubblico, video, slideshow, domande e risposte, applausi, drink e selfie.
Poi tutti a casa.
La confezione è questa.
Indipendentemente dall’argomento e dal grado di interesse.
Indipendentemente dall’acqua minerale.

In vistadel Salone Internazionale del Mobile, che parte il 14 di questo mese, mi è stato chiesto appunto dalla rivista INTERNI di seguire l’intero ciclo. Che si sta svolgendo all’Expo Gate, Milano.
Proprio tra lo statuario Garibaldi e il Castello Sforzesco.
Il mandato è semplice: visto che sono sempre uguali e fatte due fotografie fatte tutte, vediamo di raccontarle diversamente.
Ecco… diversamente. Cioè?
Ma diversamente da cosa… diversamente?
Ho guardato la lista delle conferenze mirando ai relatori, tutti architetti che hanno realizzato alcuni padiglioni Self Built e Corporate di Expo Milano 2015.
Alcuni famosi famosissimi anche extra ambiente, altri ben ambientati.

Così ho pensato di fare un servizio di pubblica utilità. Spero.
E faccio le facce. Di tutti. Identico approccio a creare un percorso.
E i relatori sono sistemati…
Poi c’è il resto da raccontare… perché non fare un backstage?
Proprio col senso del rapporto tra formale e informale.
Non rompendo il ritmo che la confezione prevede, questo non ci riguarda, noi siamo tutti dei fruitori in qualche modo.
Però manipolarlo è possibile.
La confezione è quella, proviamo a entrarci davvero cercando la traccia che riguarda più l’emotività e meno il fatto.
Questo mi son detto.

Il tutto, nell’immediato, è concentrato sulla pagina Instagram Internimagazine. Poi si dipana anche sul resto del social della rivista. Facebook in primis nell’album Fuorisalone 2015, quindi Twitter.
Ci sarà poi un editing per il cartaceo. Questo a giugno.
Leggero: no assistente, un 28 mm s’una Nikon impugnata con la mano destra e un piccolo flash che muovo con la sinistra. Talvolta cambio. Questo per il ritratto.
Impugnato come capita un iPhone 4s per tutto il resto.
Il lavoro non è ancora finito. Anzi è appena iniziato.

© Efrem Raimondi. All rights reserved

MICHELE DE LUCCHI by Efrem Raimondi

Michele De Lucchi

DAVIDE RAMPELLO by Efrem Raimondi

Davide Rampello

MARCO BRANDOLISIO by Efrem Raimondi

Marco Brandolisio

Sergei Tchoban by Efrem Raimondi

Sergei Tchoban

ITALO ROTA by Efrem Raimondi

Italo Rota

Italo Rota by Efrem Raimondi

Energy for Creativity by Efrem Raimondi

Energy for Creativity by Efrem Raimondi

Energy for Creativity by Efrem Raimondi

Energy for Creativity by Efrem Raimondi

Energy for Creativity by Efrem Raimondi

© Efrem Raimondi. All rights reserved

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16 thoughts on “Energy for Creativity

  1. Si ferma la fantasia. Purtroppo.
    Chi è nella nicchia può difendersi ma il gesto ormai autolesionista dell’esporsi, apparire, porta molti, tutti, lontano dal reale. Convinti sia social.
    Il reale è condividere, non per l’alterità, ma entro noi stessi i momenti necessari al ricordo. Non solo spasmi di facce, e dita, ma sorrisi. Momenti.
    Per questo dico sempre, al posto del cheese: teSticoli.
    La foto viene uguale, ma alcuni ridono.
    Tutta salute.

    • @Fabiano – son convinto che non si ferma… siamo momentaneamente in un limbo. ad alcuni spetta la nicchia. io tra questi. e mi andrebbe benissimo.
      il gesto di sottrargli il selfie non è educativo purtroppo… perché è nel gesto che credono. mica nel valore iconografico. almeno credo.
      nobile pensiero e meravigliosamente snob, il che mi piace. però…

  2. Buongiorno Efrem,
    devo ricomprarmi il 28 fisso di Leica. Detto questo, e mi manca da circa 18 anni, con cui fotografafo anche le testine di calcio, mi pare una buona forma/modalità per ri-uscire a “cavar sangue dalle rape”. Con in più il bianco e nero, bianco usato con forza, e le grafìe possibili in un mondo di architetti: verrà un bel lavoro.
    Ho scritto, qualche secolo fa, sul reale problema dell’editoria:

    http://www.fotoinfo.net/articoli/detail.php?ID=233

    Dando la colpa ad un relatore che voleva HCB a fotografare una conferenza.
    Ho capito negli anni che l’errore è in noi, fotografi, utenti di fotografia e professionisti di tutti i settori legati ad essa: siamo stanchi.
    La vèrve necessaria per fotografare oggi è maggiore, siamo chiusi in modelli onanistici, il selfie impèra. Ma noi non facciamo nulla. Siamo stanchi.
    È da qualche mese che ho deciso di intervenire. Quando vedo persone che si fanno di selfie mi avvicino e offro loro di scattare io la foto, così non sembrano degli spastici dell’apparenza. Senza ovviamente dire che faccio il fotografo. Solo facendo loro una bella foto ricordo, tagliandogli le gambe magari: è un mio diritto.
    Propongo quindi, in questa sede, di istituire il gruppo #SELFIESPRO dove tutti i professionisti che vedano qualcuno reiterare in questa pratica: intevengano per spargere un pò di estetica al vento.
    È abbastanza sovversivo?
    Ciao!

    f.

    • @Fabiano – buongiorno! l’avevo già letta quella tua riflessione. dal 2006 ovviamente le cose sono ulteriormente cambiate. mi riferisco al lavoro delle redazioni: complicato e lungo parlarne… vedremo a breve come evolve, credo.
      e mi aveva molto divertito la faccenda di HCB operativo in conferenza. però però… però appunto siamo stanchi di troppe cose. e dovremmo darci una mossa. senza presunzione alcuna. e con garbo affrontare le sfide possibili. così magari evitiamo gli alibi delle impossibili.
      a me l’idea di seguire delle conferenze cercando di restituire qualcosa che mi soddisfacesse, non dispiaceva. e si può fare, almeno credo. non è certamente il mio percorso abituale ma ho trovato che è un ottimo esercizio. e che il cervello acquisisce ossigeno. è che nel corso del tempo ho imparato a essere davvero snob. oltre la superficie delle cose mediatiche. non so se mi spiego…
      quanto ai #SELFISPRO più che sovversivo, mi sembra suicida… davvero intendi procedere?

  3. La fai un po’ facile Efrem. Senza offesa naturalmente… Ma le conferenze alle quali partecipo come fotografo non succede di avere questa libertà di azione. Anzi! Tempi stretti e pedalare! Quale “portrait” riuscirei a fare? E anche l’altra parte “backstage”… se porto delle foto così me le tirano in faccia! Tanto di cappello per le immgini ma la situazione che descrivi è per pochi. Ragion per cui vorrei sapere a chi ti rivolgi. Comunque ti stimo. Ciao!

    • @Filippo – grazie per la stima. capisco bene a cosa ti riferisci. e hai ragione. parzialmente ragione… credo che a volte ci sia un po’ di pigrizia. e non si voglia forzare la mano. vero che se il mandato è diretto, in questo caso di chi organizza il tutto, è più semplice. su questo hai ragione. credo però che il problema vero sia un altro, e cioè che spesso siamo noi stessi a precluderci delle possibilità. nessuno pensa che da una situazione così, conferenze dico, si possa ricavare la foto del secolo… non è questo. però tentare altro magari non solo è auspicabile, ma se ci si prova, può anche essere possibile. ciao!

  4. ……..e poi vogliamo parlare di Michele De Lucchi…con la sua barba ..un aria carismatica (santone\ sfinge)….. macche’ lo hai fatto sorridere….ha gli occhi divertiti, ora sembra simpatico!!!!!!!!! Hai fatto una magia!!!!(Efrem delle meraviglie)

    • @Cinzia – addirittura! ma no dai… de lucchi l’ho fotografato un paio d’altre volte. la prima una ventina d’anni fa. serissimo. la seconda più di recente… serissimo. ho pensato che stavolta si poteva cambiare. tutto qui

  5. nemmeno io capisco gli ” snobboni” cioe’ coloro i quali snobbano le conferenze…. “ma si dicono sempre le stesse cose… e poi non ho tempo…” sbagliato e li dal vivo che puoi interagire… e poi a volte un tic piuttosto che un gesticolare…confermano o smentiscono le parole…come le tue foto!!
    Curiosa di vedere come fai “le facce” e come ci racconti” il resto”….certo che certe “facce”sono piu'” facce” di altre….!!.(vedi Rota)

    • @Cinzia – sì vero… certe facce sono più faccia. anche mentre scattavo lo notavo. ha anche a che fare con la distanza, variabile, che tengo dal soggetto: con un grandangolo anche differenze minime fanno la differenza – vedi rota, appunto

    • @Foto-operaio – foto-operaio mi piace una cifra! rende bene un’idea generale… complimenti!
      quanto al post, necessita di due cose, due disponibilità: quella del fotografo e quella del committente. non sempre purtroppo coincidono, oggi più che mai. e sì, è anche divertente nel senso più vero del termine

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