Portandomi dietro due fotocamere

Sono giornate così, sostanzialmente in rete.
E non c’è nulla di virtuale.

Due interventi due. Diversi.
Per Maledetti Fotografi, magazine fondato da Enrico Ratto.
Solo audio, due minuti: Quella volta che tutto è cambiato.
Che per me sono state due. Più una terza, forse, che ci riguarda tutti.

Per AFIP International nella rubrica ESERCIZI PER FOTOGRAFI IN PANTOFOLE.
Io no pantofole. Non fosse altro che per un fatto estetico.
Una chiacchierata con Giuseppe Biancofiore, una diretta sul canale Instagram di AFIP, un’ora e un quarto.
Non avevo mai fatto una diretta. Mi ha fatto molto piacere.
Per la prossima a chissà quando. Non vedo l’urgenza: le cose che avevo da dire nella circostanza, le ho dette qui.

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Maledetti Fotografi – Intervista

Maledetti Fotografi, alias Enrico Ratto, mi intervista il 4 settembre scorso.
Un’intervista pubblica, nello splendido giardino de LaBottega di Serena del Soldato, a Marina di Pietrasanta.

Per poco più di due ore credo.
E forse si poteva allungare un filo, giusto per mettere più precisamente a fuoco alcuni elementi.
Sarei andato avanti altre due ore… perché Enrico era un interlocutore perfetto: mi è piaciuto proprio.
Ma poi va a finire che non si finisce più.
E invece una fine dev’esserci.
Nostro malgrado, è così.

Questa l’intervista

Efrem Raimondi - Maledetti Fotografi

Colgo anche l’occasione per ringraziare le persone che sono intervenute: le facce conosciute, quelle riconosciute, e quelle incrociate per la prima volta.
Soprattutto il meraviglioso gatto grigio che a un certo punto è salito sul palchetto, si è guardato attorno, e l’ha attraversato con calma.

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la biografia non è un animale intelligente

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La biografia non è un animale intelligente.
Non è roba seria…
Finché sei in vita almeno, che il più delle volte sei tu a fartela.
Quindi cominciamo col chiamarla autobiografia.
Inizia forse ad avere un minimo senso quando te ne vai, che se proprio se ne sente la necessità, sono altri a occuparsene.
Accada o meno non lo saprai mai.
E questo è il vero vantaggio: non avere notizie di sé…

La prima cosa che faccio quando intercetto un autore che non conosco è vederne l’opera.
La biografia dopo. Decisamente dopo. 
Quasi un fatto marginale.
Ed è più una curiosità legata alla notorietà o alla sua assenza.
Che magari non mi spiego in entrambi i casi.
Se invece me la spiego rapidamente, e basta davvero poco, non mi affanno e la mollo lì.
Perché poi di una biografia m’interesserebbero più le ombre.
Gli inciampi… le cadute secche: a muso duro sull’asfalto.
M’interesserebbero i salti nel vuoto senza paracadute.
Invece ‘sta pappa autoprodotta nella sala dei trofei – tinelli spesso – somiglia a un qualsiasi profilo Linkedin.
E mi intristisco… mi annoio: misuro l’interesse per le persone per ciò che fanno!
E per come lo fanno, che magari è un gradino sotto ma ha comunque il suo peso specifico.

Così mi si chiede una biografia. Una qualsiasi…
E non so mai cosa dire.
Una qualsiasi…
Perché non sono mai stato lineare e ho passato un sacco di tempo nei miei corridoi a perdere tempo. Che richiede impegno.
Ogni luogo è stato il pretesto per essere altrove…
Non sono mai stato dov’ero. E non ricordo niente.
E ogni persona è sempre una questione personale, non ho un altro modo di relazionarmi. Anche se ci siamo frequentati per due minuti. 
Due minuti possono essere dilatati all’infinito: che ne sai di cos’è il tempo per me?
E mi chiedi una biografia… una qualsiasi.
Ma allora la faccio completa e ti racconto tutto!
E visto che sono un fotografo metto anche le fotografie.
Che sono l’unica cosa con la quale coincido.
Cosa vuoi che dica nella decina di righe massimo che mi chiedi!
Quale valore certificherebbero?

Così mi rendo perfettamente conto che fin tanto che mi viene chiesta, è evidente che di me non si sa nulla.
Ma la vera questione è che non me ne frega un cazzo.
Perché non si tratta di partecipare a un concorso pubblico.
E la Fotografia, farla, non è una gara: zero competizione!
Se invece lo è, non partecipo: fotografo solo per me.
Anche quando ciò che produco non mi soddisfa. Non coincide.
Tutto e niente. E anche in mezzo a volte. Questo è un fotografo.
E ci mette la faccia che ha. La sua. Questo davvero sempre.
Con gli assignment e con le opere. Uguale.

Sei un tutt’uno sempre.
Se no non sei niente per me: anche se ti sorrido, somigli a una scorreggia.

Se no falla tu la mia biografia!
Qualcosa in giro si raccatta. Decisamente più delle quattro righe imbarazzanti che ho visto recentemente.
E che sono l’origine di questa tiritera.
Quattro righe talmente inaccettabili che alla fine le ho trovate convincenti.
Si chiama Paradosso d’Artista. Ed è una sindrome.

La mia biografia al momento non è data.
Di data c’è solo la nascita: 16 agosto 1958. A Legnano.
E due link: il mio sito che trascuro, e questo blog.
Nulla di esaustivo però magari aiuta chi mi interessa.
Sono ancora qui e ho altro da fare. Spero.
Alla mia biografia inesistente ci penserà poi qualcuno se lo riterrà opportuno.
Ma io non ho proprio voglia di occuparmene.
Maledetti fotografi…
Mi vengono in mente le parole di don Gallo quando andai a Genova a ritrarlo… si chiacchierava:
Dio esiste… Ma non sei tu! Perciò rilassati.

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