Photography and industrial design: a big school indeed.
You deal with objects, their material and shaping; space dialoguing with proportions.
Light…
How and why the red of the sofa is not red.
The aim–a difficult one–is breaking the boundaries of specialization.
Knowledge of every element is required.
I like to work with industrial design, where people, research, creativity and manufacturing meet.
I have portrayed many designers, with some of them I have collaborated at every stage of the project.
Still remember with big fondness the great Achille Castiglioni, we two doing back and forth between his atelier and Cassina plants, then at my studio, browsing Polaroids…
Somebody labels this photography as commercial. Yet that is precisely the place where language becomes distinctive. Implemented language.
Dealing with companies, magazines, designers, I have always found everything I need to make the photography I want to make.
Less worry, more knowledge.
Less hysteria, more sobriety and simple elegance.
Fotografia e design. In poche parole.
Ci provo…
È un grande luogo di crescita, una vera scuola.
Ti misuri con delle specificità che hanno la necessità di una vera dialettica per diventare espressione, fotografia: l’oggetto; i materiali e la lavorazione; lo spazio, quello fisico, quello che dialoga con le proporzioni.
La luce…
Quale, come e perché cazzo il rosso del divano rosso non è rosso.
Contrariamente alla norma preferisco la luce flash. Spesso.
Perché quella realmente più duttile.
Quella che mi asseconda nel rapporto con l’insieme.
Perché anche col design è una questione di insieme e il soggetto è l’intera fotografia.
E al di là di alcune fondamentali specifiche ineludibili, trascendere il genere è la mira. Questa la vera, grande difficoltà.
Qui non si scherza, non c’è bluff: qui la conoscenza di tutti gli elementi è la condizione di lavoro.
Amo confrontarmi col design, per me un luogo di sintesi… la convergenza di molteplici elementi: persone, ricerca, creatività, e quel fondamentale collante che è l’industria.
Ho ritratto diversi architetti e designer, con alcuni di loro ho collaborato a tutte le fasi del progetto.
Andando anche in fabbrica, confrontandomi direttamente con chi il pezzo lo produceva.
Un grandissimo, ne cito uno, perché nei suoi confronti provo vero affetto, e per quanto mi ripetesse di dargli del tu proprio non ci riuscivo.
È passato tanto tempo, ero un ragazzo: Achille Castiglioni.
Avanti e indré dal suo studio alla Cassina… nel mio studio a sfogliare Polaroid.
E giù a procedere all’unisono.
Achille Castiglioni nel suo studio. Milano 1992
Non mi spiego un certo disinteresse fotografico, non capisco la superficialità di chi liquida come fotografia commerciale: se c’è un luogo dove il linguaggio è elemento di distinzione è questo.
Un linguaggio applicato.
Un linguaggio iconografico trasversale dove la dialettica area-volume consente dilatazioni e compressioni altrove impensabili.
Il rapporto con lo spazio, con qualsiasi circostante, diventa soggetto.
Persino la negazione diventa segno e il contraddittorio è elemento vitale.
Nella fotografia che si confronta col design riconosco la convergenza naturale di molteplici linguaggi, di visioni, di utopia… la risposta potente alla debolezza del sistema iconografico contemporaneo che svicola nella reiterazione, sempre uguale, e nel monologo, sempre più noioso.
Singolare… nel confronto con le aziende, con le riviste e coi designer ho sempre trovato tutti gli elementi per poter fare la fotografia che voglio.
Meno paura e più conoscenza.
Meno isteria, più sobrietà e un’eleganza leggera.
© Efrem Raimondi. All Rights Reserved
INTERNI mag. 1991- Hannes Wettstein per Baleri Italia. Valeria Magli performance
INTERNI mag. 2014 – Pedrali per Pedrali. Rossella Rasulo irriconoscibile. Ma seduta
ABITARE mag. 1994 – Milano, Città Studi
Flexform, 1992
INTERNI mag. 1993 – Studio DDL per Zerodisegno
Grazia Casa mag. 2014
Talvolta un po’ ironici non guasta…
INTERNI mag. 2008. Roberto Barbieri per Zanotta – Ludovica e Roberto Palomba per Sawaya & Moroni
INTERNI mag. 2015. Milano, Isozaki Tower. Vitra – Nodus – Arper – Panzeri
INTERNI mag. 1989
Flos, 1992
INTERNI mag. 1990. Roberto Pamio per Matteo Grassi – Oscar Tusquets per B.D. Ediciones
ABITARE mag. 2000. Fernando e Humberto Campana per Edra – Ron Arad per Vitra
NOBODY’S PERFECT, Gaetano Pesce per Zerodisegno. 2002
CASSINA, monografia RITRATTI. 1993 – 412 CAB and 413 CAB by Mario Bellini
Giovanni Levanti per Campeggi SRL. 2007
INTERNI mag. 1994/1995. Piero Lissoni per Living
INTERNI mag. Fuorisalone 2013
BALERI Italia, 1994 – Big Calendar 1995
Flexform,1988
Sakura Adachi per Campeggi SRL, 2014
INTERNI mag. 2016. Jean-Marie Massaud per Poltrona Frau
INTERNI mag. 2005. Patricia Urquiola per B&B Italia
Achille Castiglioni per Cassina, 1992
INTERNI mag. 2007, Joe Velluto per Coro – Alessandro Loschiavo per Maoli
Un appunto sull’impaginazione di un lavoro. Con alcuni magazine questo dialogo è ancora
presente. Dovrebbe essere prassi
INTERNI mag. 2013. Zaha Hadid per SLAMP
Poppy, Campeggi SRL, 1993
Se l’errore è il soggetto di un intero percorso…
INTERNI mag. Fuorisalone 2008
…e il backstage.
INTERNI mag. 2013. Backstage. Rodolfo Dordoni per Minotti
INTERNI mag. 2016. Mario Ferrini per Living Divani – Marcello Ziliani per Opinion Ciatti
E poi c’è Ozzy, che mi ha accompagnato durante un reportage proprio dentro il Salone Internazionale del Mobile, tra stand e persone… caldo, rigore e confusione.
Adesso è tranquillamente a casa mia. Che è diventata anche la sua.
INTERNI mag. Salone Internazionale del Mobile 2009. Reportage in Fiera. Con Ozzy
© Efrem Raimondi. All Rights Reserved
La stragrande maggioranza di questo percorso – che è una sintesi estrema – non sarebbe possibile senza la collaborazione di diverse persone. Ciascuna con un ruolo preciso.
Ma è solo attraverso un rapporto dialettico che gli intenti convergono e prendono forma.
E sostanza.
Coi magazine, il rapporto con la redattrice e la stylist è fondamentale.
Sono davvero grato a Luciana Cuomo, Nadia Lionello, Maddalena Padovani, Mia Pizzi, Diana Sung, Carolina Trabattoni.
Senza di loro molte di queste immagini non sarebbero qui.
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