Double Snapshot

© Efrem Raimondi. All rights reserved.

Era il 2000.
Ero a Los Angeles.
E le distanze non si colmavano mai.
E poi non riuscivo a fare entrare nella mia Polaroid SX-70 quella sensazione di dilatazione dello spazio che percepivo anche guardando un tombino.
La usavo molto l’SX-70, unitamente alla 690 SLR… per sfuocare, per muovere.
Per allucinarmi. Per dei redazionali veri, che oggi mi sparerebbero.
Ma per quanto drogata fosse l’aria di L.A. non riuscivo a farci stare un bel niente nella polaroid: percepivo, ma non realizzavo.

La finestra della mia camera dava su uno squarcio molto Ellroy, James Ellroy, che si rifletteva nello specchio, enorme, sulla parete opposta al letto.
Che a sua volta si rifletteva su un altro specchio a 45°.
Vivevo una condizione di perenne dilatazione e rimbalzo dello spazio.
E non potevo farci niente. Volevo solo fotografare quello scorcio e porre fine a quell’ossessione.
Poi un giorno feci la cosa più ovvia: scattai due volte.
Prima su, poi giù. Direttamente sull’Ellroy. Senza pensare.
Queste due polaroid sono la matrice della serie Double snapshot.
Che ho cominciato alla fine del 2001… inizio 2002 con dei redazionali, per Amica, Gentleman, Stern, Arte, Vogue Pelle.
Oltre che per fatti miei.
Così ho ritratto persone, musei, luoghi.
Il ritratto a Inna Zobova è l’unico che non aveva destinazione, l’ho fatto in una pausa make-up durante un servizio che aveva altre finalità… allora era la testimonial di Wonderbra.
Tutte le immagini della serie, mica solo queste, sono realizzate con delle normalissime compatte autofocus, pellicola soprattutto, e funziona così: inquadro alto, scatto… inquadro basso, scatto. Camera orizzontale.
Idem per le orizzontali: prima a sinistra poi a destra. Camera verticale.
Non penso: tutto dura pochi secondi. Sono davvero delle snap.

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Nell’ordine:
Francesco Bonami
Marta Dell’Angelo
Antonio Marras
Inna Zobova
Thyssen-Bomemsiza Museum, Madrid
Artium Museum, Vitoria – Bilbao
Kartell – Fuorisalone 2005
Belvedere Museum, Wien
PS1 MUSEUM, New York
Vogue Pelle – Studio Pollini
Vogue Pelle, 30° Anniversary Issue

Nota: l’unica eccezione alla compact camera è costituita dal lavoro per Vogue Pelle.
Realizzato con una Pentax 645N.

© Efrem Raimondi. All rights reserved.

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25 thoughts on “Double Snapshot

  1. Geniale…! Il disagio ha avuto i suoi frutti e il risultato è notevole. Sei riuscito a dare quell’idea di spazio dilatato e con una Polaroid è quanto dire…Poi a quel tempo,bravo Efrem!

  2. Mi affascinano questi scatti in cui lo spazio e soprattutto il tempo sembra dilatarsi. Assumere una diversa dimensione. Un guardarsi intorno in modo diverso. Ho l’impressione, ma forse sbaglio, che lo sguardo, la relazione creata nell’immagine sia guidata, in una attrazione fatale dagli stessi soggetti.
    Le guardo. Mi guardano. Sembrano ammiccare ma conservano gelosamente il loro segreto.

    • l’alterazione diventa parte integrante. struttura. lo sguardo, il nostro, non è impassibile. un po’ forse non se lo spiega. è come fratturare un percorso lineare

  3. Scatti a parte.. Quando scrivi, quando leggo quello che scrivi, il modo in cui lo fai penso che nn potevi nascere in un giorno diverso..
    Ecco! Un pensiero fuori luogo ma ci tenevo a dirtelo..
    È un piacere vero ,)

  4. Nulla accade per caso, se ti avessero assegnato una stanza diversa? Dove non ci fosse stato quello squarcio molto Ellroy? Ma tu eri lì in quella stanza con quello squarcio molto Elroy, era lì, ti aspettava…insieme allo specchio, per non pensare, solo scattare, due volte.
    Non penso, scorro la serie Double snapshot, frutto di un non pensiero di pochi secondi.
    Grande Efrem!

    • magari un’altro affaccio mi avrebbe dato un’altra ossessione… chissà!
      il NON pensiero… interessante, perché non equivale a non pensare…

      • si, avresti trovato un’altra via in un altro affaccio. E concordo, il non pensare equivale a qualcos’altro, per me istinto, impulso che la ragione non riesce a trattenere

    • be’, mi è sempre piaciuto segare via :) come quando da bambino manipolavo soldatini, i miei, e le bambole delle sorelle dei miei amici… forse è il me sadico :)

      • “avevo questa immagine di un uomo tagliato in due ed ho pensato che questo tema dell’uomo tagliato in due, dell’uomo dimezzato fosse un tema significativo, avesse un significato contemporaneo: tutti ci sentiamo in qualche modo incompleti, tutti realizziamo una parte di noi stessi e non l’altra” (Italo Calvino, “Il Visconte dimezzato”, 1952).

        • non escludo affatto, vilma, che calvino, la sua lettura, si sia in me sedimentata… del resto lo amo.
          nel mio specifico fotografico credo però che la voglia sia stata quella di “spaccare” l’insieme. però non so dire…

  5. Mi piacciono.
    Quello che mi piace di te e’ il tuo non essere immobile.
    usare un qualsiasi mezzo in una maniera così semplicemente creativa che fa pensare sia alla portata di tutti….ma non è così.
    Fatta questa sviolinata :)…..
    Tempo fai feci anch’io una cosa del genere:
    guardi in alto-scatti
    guardi in basso-scatti
    ….il tutto sovrapposto.
    Dovevo continuamente spiegare quale fosse lo scopo o il mio intento (domande che ti fanno abbandonare la sperimentazione e il divertimento).

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