Fiorucci me lo voglio ricordare così…
Un’istantanea in banco ottico durante un lavoro nel mio studio.
1990… un redazionale per un magazine che, giuro, non mi ricordo.
Mi sembra che fosse quello o quell’altro… o quell’altro ancora.
Non mi ricordo neanche perché Elio Fiorucci fosse da me.
So che a un certo punto mentre si stava chiacchierando gli ho chiesto un semplice souvenir. Non un ritratto. Un ricordo di quella giornata.
E questo è.
C’era stato un singolare precedente…
1988, Alessandro Mendini crea OLLO rivista senza messaggio e pubblica Alessandra, uno dei ritratti che feci per un lavoro sul narcisismo… tutti nudi di transessuali.
Passo casualmente dal negozio FIORUCCI attaccato a San Babila, e vedo in vetrina, proprio in bella vista, il magazine.
Esattamente per come lo pubblico qui
Io son lì esterefatto che la guardo e riguardo. Le giro attorno… entro in negozio… esco e riguardo.
”Buongiorno! Cosa ne pensa?”
Era Elio Fiorucci… imbarazzato mi esce un interessante e cerco qualcosa di più decente.
Zero… e lui d’emblée ”Lei è l’autore?”
”Sssiii…”
”Venga, entri un attimo per favore”.
E ne abbiamo chiacchierato un po’. Di Alessandra e di OLLO.
Questo era Elio Fiorucci: meravigliosamente gentile e diretto.
Un grande designer nel vero senso del termine.
Trasversale e sorprendente.
L’ho rincontrato altre volte. E ritratto in due circostanze.
L’ultima volta nell’aprile del 2014.
Ma non intendo pubblicare altro che quella sul divano che fa ciao.
Una gran bella persona.
A margine: mi scappa una risata pensando all’imbarazzante censura modello social 2015.
1988, Milano Piazza San Babila, nudo di trans in vetrina.
Fiorucci.
© Efrem Raimondi. All rights reserved
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