INSTAGRAM for me is NOT:
– a place where to search for popularity,
– a competitors’ arena,
– a daily journal,
– a place for pleasantries,
– a Twitter through photographs,
– a socio-economic parameter,
– a creed,
– a potion for occasional snaps.
What is instagram for me?
A wall, with a fixed height and a nondescript length, where to hang my gaze in two formats.
Without any filters.
INSTA- prefix: continuing the Appunti per un viaggio che non ricordo series, interrupted by the end of Polaroid.
Same hallucination, same feeling uncomfortable, same indeterminacy.
A trip through human precariousness.
Blurred. Only by iPhone.
RANDA- prefix: in Milanese, “randa” means “vagabond”.
I mean, you are where you happen to be, and you are happy of happening.
I’m not a tour operator. I’m a photographer and I find pleasure in language. My one and everybody else.
So I don’t care for the place per se: to me, New York and the Seychelles islands are the same as Metanopoli and Lambro river.
Motionless.
And what you see, is.
Any place, any detail can cause an immediately emotional vision.
Basically.
A free entrance gallery.
INSTAGRAM era una roba, e adesso è un’altra.
Ma come tutti i social, chi se ne frega del contenitore: sei tu che gli dai forma.
Talvolta anche contenuto.
In Fotografia le due questioni concorrono all’unisono.
Nei casi migliori coincidono.
Poi c’è stato l’avventarsi di grandi marchi e di aziende particolarmente inclini a una comunicazione iconica…
Risultati deludenti per alcuni di loro.
Che l’equazione TOT follower = TOT prodotti venduti non è direttamente proporzionale.
Certo marketing se n’è accorto. Dopo. Giusto a flop sancito…
Girovagando: si vedono acccount coreani, qualsiasi, con 4-500 mila follower. E 100 mila like a botta.
E allora? E adesso?
Gli facciamo fare un’autobiografia?
Indossare degli zainetti?
Sprayare profumo al vento?
Messi così, i numeri esprimono solo una quantità vuota.
Messa così è solo una bolla.
Il numero ha una sua complessità non riducibile alla sola espressione formale e quantitativa.
Ma non è di questo che intendo parlare.
Non m’interessa né mi riguarda.
La prima pubblicata non è una fotografia.157 settimane fa
Cosa non è INSTAGRAM per me:
– uno spazio alla ricerca di consenso,
– un luogo competitivo,
– un diario quotidiano,
– un luogo di convenevoli,
– un Twitter fotografico,
– un parametro socioeconomico,
– una fede,
– una pozione magica per fotine occasionali.
Cos’è instagram per me?
Un muro dall’altezza rigida e dalla lunghezza indefinibile dove appendere il mio sguardo in duplice formato.
Al netto di qualsiasi filtro.
Prefisso INSTA: la continuazione della serie Appunti per un viaggio che non ricordo. Interrotta col decesso della Polaroid.
Stessa allucinazione, stesso disagio, stessa intangibilità.
Un viaggio sulla precarietà umana.
Mosso e sfuocato uguale. Solo in iPhone.
INSTA 10. 156 settimane fa. le prime nove sono altrove. spero
Dieci INSTA
INSTA 41
INSTA 42
INSTA 48
INSTA 50
INSTA 51
INSTA 53bis
INSTA 55
INSTA 57
INSTA 59 – una delle rarissime non mosse
INSTA 63
Prefisso RANDA: espressione gergale. Milanese della mala… quella delinquenza che non c’è e non si canta più.
Randagio…
Cioè dove capiti e sei proprio lì. Solo lì. Col piacere di starci.
Non sono un operatore turistico. Sono un fotografo e il godimento lo trovo nel linguaggio. Che mi riguarda o che riguarda altri e che riconosco.
Quindi non previsto alcun appeal dovuto alle semplici coordinate geografiche: New York e le Seychelles sono come Metanopoli e il Lambro.
Ovunque fermo.
E ciò che si vede è.
RANDA 1. 154 settimane fa
Qualsiasi luogo, qualsiasi dettaglio, è il pretesto per una visione immediatamente emotiva.
A scanso di equivoci, anche questo puro iPhone.
Dieci RANDA
RANDA 4
RANDA 92
RANDA 97
RANDA 108
RANDA 119
RANDA 122bis
RANDA 126
RANDA 142
RANDA 143
RANDA 144
Il resto che pubblico, qualsiasi resto estraneo ai due prefissi, è un po’ il quotidiano che capita. Souvenir inclusi. E potrebbe essere dovunque a caso.
Qualsiasi social. Qualsiasi medium.
Due prefissi quindi per una galleria a ingresso libero.
Chiunque entra è ben accetto.
Non c’è messaggio, non c’è effetto, non si urla, non c’è nulla da spiegare.
Nessun pro-getto circoscritto. Solo visioni.
A margine: le immagini che più mi riguardano sono spesso quelle col minor consenso.
Vero… era una roba e adesso è un’altra.
Ma tutto era una roba e adesso è un’altra.
Si tratta di capire dove a noi interessa stare.
In che punto.
© Efrem Raimondi. All rights reserved
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